40. Memorie di una Vita Sepolta

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Bridget

Una fiamma color ruggine danza nel mio palmo aperto, mandando riflessi d'oro e sangue e rischiarando le gallerie dei sotterranei.

I cunicoli di pietra si snodano in curve labirintiche. Cerco di rammentare la strada percorsa l'ultima volta, per arrivare alla stanza dove sono diretta.

Nell'altra mano, stringo lo Specchio, il manico argentato serrato tra le dita e il fuoco magico che splende sul vetro.

Sono scesa nei sotterranei con l'intento di raggiungere il luogo nel quale sono custoditi gli effetti personali di mia madre. Tempo fa, l'ho visitato con Alexandra, il giorno in cui ci siamo conosciute. Adesso, voglio andarci con Selene, anche se lei non potrà essere fisicamente presente.

Attraverso il tunnel principale, scavato nella roccia fredda e grezza, e svolto un angolo. La porta della stanza è dove ricordavo che fosse. Mi avvicino alla serratura e lascio la fiamma fluttuare in aria, in modo da avere una mano libera per sganciare la collana e inserirla nello spazio apposito. La porta si sblocca ed entro nella camera polverosa e abbandonata.

«Mamma?» la chiamo, mentre accendo una torcia con la mia magia. La luce soffusa illumina il locale.

Selene appare istantaneamente sulla lastra ovale. Mi rivolge uno sguardo allegro con i suoi occhi castani e screziati d'oro.

«Bridget» esclama, sorridendo.

Ricambio il sorriso. Mia madre posa gli occhi alle mie spalle, accorgendosi delle cianfrusaglie stipate sugli scaffali e sul tavolo, al centro della stanza.

«Dove siamo?» mi domanda.

«Tempo fa ho scoperto questa stanza, nei sotterranei, e mi è stato detto che tutte queste cose sono tue.» Sposto lo Specchio per offrirle la visuale più o meno completa dell'area.

Gli occhi di Selene si colmano di nostalgia. «Prima di morire, ho chiesto a Mark di conservare gli oggetti a cui ero più legata, in modo che tu e tuo fratello, un giorno, li avreste trovati. A quanto pare, l'ha fatto davvero.»

«Volevo capire come mai ci tenessi tanto, a queste cose» le confesso il motivo per cui l'ho contattata.

«Dovrebbe esserci un portagioie, sul tavolo» esordisce.

Controllo e, come ha detto, noto uno scrigno decorato minuziosamente a mano. È lo stesso che io e Alexandra abbiamo esaminato l'altra volta, non trovando però niente di interessante.

«Aprilo» mi ordina. «C'è un anello.»

Sollevo il coperchio e la sinfonia leggera e delicata de Il lago dei cigni mi abbraccia. La minuscola ballerina intagliata nel legno volteggia sul bordo della scatola.

Sposto i vari bracciali e le collane attorcigliati gli uni nelle altre e scovo un cerchio d'argento, dai riflessi d'oro e con minuscoli puntini di zaffiro incastonati. All'interno, un'incisione, che non avevo notato: "Din for alltid, Den Bradley".

«Cosa significa?» domando a mia madre, mostrandole l'anello.

«Me l'ha regalato tuo padre. È l'anello con cui mi ha chiesta in sposa.» Le sfugge un sorriso triste. «C'è scritto "tuo per sempre, Den".»

«Vi amavate un sacco» realizzo, riponendo con cura l'anello all'interno dello scrigno e troncando la melodia classica.

Per un attimo, il pensiero di aver avuto due genitori così uniti mi scalda l'anima. Selene non risponde, ma so che vorrebbe acconsentire. Mi allontano dal tavolo con lo Specchio in mano e mi avvicino a una delle tre librerie che occupano la parete opposta alla porta.

Il Segreto della DinastiaWhere stories live. Discover now