11. Aspettative

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Mason

Il chiacchiericcio degli studenti fa da sfondo ai miei pensieri sconnessi. Muovo svogliatamente la forchetta nel piatto, giocherellando con il cibo, troppo perso nelle mie riflessioni per riuscire a mangiare.

Per quanto io mi sforzi, la mia mente torna sempre a lei. Per la precisione, alla sua aura e al suo sguardo, così misteriosi e sovrannaturali. Incomprensibili, come la sua personalità, che non riesco a tracciare.

Trema sotto i miei occhi, poi mi urla addosso. Esige risposte da Mark, poi non vuole sentirle. E dopo che ha scoperto di essere un'Arcandida, cerca inutilmente di andarsene. Si rassegna. Si arrende. Ed è maledettamente cocciuta, caparbia, tanto determinata quanto affascinante.

Bridget Stewart è un mix caotico di emozioni. Lei stessa è caotica.

L'ho da poco lasciata davanti all'entrata della sua stanza, e mi sono sentito le sue iridi ancorate sulla schiena, mentre mi allontanavo. Quegli occhi pericolosamente meravigliosi che mi si sono agganciati sul corpo e sull'anima. Il tipo di sguardo di cui non puoi liberarti. Ti rapisce e basta.

«Amico, stai bene?» mi chiede Carter.

Porto la mia attenzione su di lui e annuisco leggermente, in modo distratto. Siamo seduti al solito tavolo in fondo alla mensa, in attesa di Emily, per pranzare insieme.

Carter inarca un sopracciglio e mi esamina con i suoi occhi verdi, come per appurare la sincerità delle mie parole.

«Sto bene» lo tranquillizzo. «Stavo solo pensando.»

«A cosa? Sembra interessante» osserva, continuando a investigare.

Prima che possa rispondergli, Emily ci raggiunge. Si accomoda sulla sedia di plastica blu e incrocia le braccia sul tavolo, gli occhi zaffiro assorti e un'espressione corrucciata. I Guerrieri la scrutano di sottecchi, bisbigliando indiscretamente.

«È la fiera del malumore, oggi?» ironizza Carter, riferendosi al comportamento scostante mio e della ragazza. «Dovevate dirmelo. Almeno, mi sarei preparato.»

«Cosa ti ha detto Mark?» domando a Emily, ignorando il sarcasmo di Carter.

La mia migliore amica impiega qualche secondo di troppo per darmi una risposta. «Niente di che.»

Non ho bisogno di guardarla negli occhi per capire che sta mentendo. Colgo una sfumatura incerta nella sua voce, che non può mascherare. Non a me, che la conosco da una vita.

«Notizie della ragazza?» si interessa Carter.

Emily intercetta il mio sguardo indagatore, ma non se ne cura. «Eravamo con lei, fino a dieci minuti fa» si rivolge a Carter. «Mark le ha raccontato la nostra storia. È davvero un'Arcandida, a quanto pare.»

«Cosa?!» Le palpebre di Carter si spalancano. «Eravate insieme alla persona più discussa dell'Accademia, senza di me?»

«L'ho incontrata per caso in corridoio. Si è ripresa prima del previsto. L'ho portata da Mark e poi in camera sua» gli spiego.

«Camera sua? Mark si è già appropriato della sua libertà, quindi?»

Confermo, e quasi provo compassione per Bridget. Essere strappata così dalla realtà... dev'essere impossibile da affrontare.

"«Questa non sono io. Sono una normalissima ragazza. Vado a scuola, ho degli amici e una famiglia. C'è di mezzo la mia vita, non la vostra!»" mi ha ringhiato contro. Sul momento non ci ho fatto molto caso. Quella dei Guerrieri è un'esistenza di sangue e sacrifici. Prima lo capisci, meglio è. Eppure, ripensandoci, nessuno dovrebbe essere costretto a rinunciare alla propria serenità.

Il Segreto della DinastiaWo Geschichten leben. Entdecke jetzt