64. Il Segreto dei Kelley

2.2K 174 290
                                    

Bridget

Avanti e indietro, su e giù, destra e sinistra. I miei piedi calpestano ogni singola asse di legno del parquet della biblioteca, mentre il cuore batte così forte da spaccarmi i timpani.

Torturo l'orlo del corpetto in pizzo, provando a sopire i tremori delle mie dita. Una tempesta di sentimenti scuri mi annebbia la mente.

Ansia. Paura. Rabbia.

Nel momento stesso in cui Mason ha lasciato la stanza, ho cominciato a camminare nervosamente tra gli altissimi scaffali colmi di libri. Se gli succedesse qualcosa? Non faccio altro che ripetermi questa domanda. Se tornasse ferito o, peggio ancora, non tornasse proprio?

È la risposta, banale e scontata, è sempre una: morirei.

E, come se non bastasse, il pensiero che Seth si trovi nel mio stesso edificio, sullo stesso piano, mi gela il sangue di terrore. Ma sono anche arrabbiata, furiosa con lui, perché sembra che il suo unico scopo sia rovinare ogni istante della mia vita.

«Basta pensieri negativi» mormoro tra me. «Andrà bene.»

«Perché non domandi a Ryan se stanno bene? La tua afflizione mentale mi sta agitando.»

Sussulto per l'improvvisa comparsa di Mackenzie, alle mie spalle. Arresto la mia camminata agitata e le presto attenzione. È appoggiata con una spalla a uno scaffale, l'aria serena e imperturbabile.

Devo ancora capire come mai sia rimasta qui, con me. Ammetto che il modo i suoi occhi nerissimi mi scrutano mi trasmette una sorta di inquietudine. Sento che tra poco accadrà qualcosa di brutto.

«Non voglio distrarlo» rispondo alla sua domanda. «E, poi, se dovesse farsi male lo capirei al volo.»

«Giusto, siete legati» ricorda.

Non mi piace affatto il tono con cui ha pronunciato quell'affermazione. Sembra quasi che stia mettendo in dubbio la connessione tra me e Ryan, o che non le vada a genio il nostro legame.

«Perché non siamo di là con gli altri?» le chiedo.

«Mi assicuro che non ti accada niente. Mason ha una battaglia da portare avanti, e non può restarti sempre accanto.»

È un'accusa? Non le credo. Sta mentendo. Per una persona neutrale come lei, raccontare bugie è una passeggiata. Peccato che io ci sia nata e cresciuta, nelle bugie, e che, ormai, sappia riconoscerle.

«Riformulo: perché sei voluta rimanere qui?» domando di nuovo, con più autorità.

«Te l'ho già detto, Bridget» sbuffa lei.

«Voglio la verità.»

«È per questo che sono qui. Per dirti la verità.»

Deglutisco con forza, intimidita dal suo sguardo cupo. «Che stai dicendo?»

«Che devi metterti comoda. Ho una storia da raccontarti.»

La sua mano bianca come il latte mi prende per il polso e mi guida verso il divano, dove mi trovavo prima. Mi siedo, aspettandomi che lo faccia anche lei, ma rimane in piedi, davanti alle fiamme del camino.

«È il momento che il segreto della dinastia Kelley venga a galla» dichiara, le iridi pece che scintillano al fuoco.

Poi, inizia a parlare.

Ciò che non sapevo era che, dopo aver ascoltato ogni sua parola e aver saputo la verità, mi sarei trovata a desiderare ardentemente che non me l'avesse mai detto.

Il Segreto della DinastiaWhere stories live. Discover now