55. Lettera per un Fantasma

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Bridget

«Finito!» esclamo, soddisfatta, ammirando il capolavoro che ho realizzato.

Potrei essere un'artista, oltre che una principessa, penso tra me.

"Certo, sorellina. Continua a crederci."

Faccio la linguaccia a Ryan, che si è intrufolato nella mia testa, mentre lui sistema i pennelli sporchi in un contenitore di plastica. Poso le mani sui fianchi e inclino il viso verso l'alto, osservando attentamente i dettagli del murale.

Io e Ryan abbiamo dipinto la volta celeste, sul soffitto della mia camera.

L'idea è sfociata nel momento in cui mi sono accorta di quanto il soffitto fosse anonimo, sporco e bianco. Volevo qualcosa di particolare, di speciale. Così, ho chiesto l'aiuto di mio fratello, dato che ha una passione per il disegno, da quanto mi ha rivelato ieri sera. Stamattina siamo andati nel vecchio laboratorio artistico della scuola e abbiamo raccolto i materiali necessari per realizzare il progetto. Abbiamo appena concluso, ed è pomeriggio inoltrato.

È un universo di stelle bianche, rosse, dorate e blu, intrecciate in costellazioni su uno sfondo di galassie nere e viola, quello che abbiamo creato.

«È davvero bello» concorda, pulendosi le mani chiazzate di vernice sul grembiule rovinato.

«Grazie mille per il tuo aiuto.»

«Figurati. Questo e altro, per mia sorella» dice in tono canzonatorio, provocandomi un mezzo sorriso.

Chiudiamo i barattoli con i colori e li ammassiamo in un angolo, insieme ai rulli e ai pennelli. Ryan richiude le due scalette che abbiamo utilizzato, poggiandole sul pavimento ricoperto di carta strappata e fogli di giornale. A detta sua, avremmo potuto sfruttare i nostri poteri magici, ma preferisco metterli in mostra solo in occasioni fondamentali.

«Credi che riuscirai a dormire, ora?» mi chiede, in tono premuroso.

Gli ho raccontato degli incubi e delle notti insonni e lui mi ha ascoltato con attenzione, offrendomi più volte il suo aiuto.

«Avere un cielo stellato sopra la testa servirà a qualcosa, credo» lo rincuoro, accennando dolcemente un sorriso.

«Potresti avere la galassia sulla testa e tuo fratello accanto, lo sai?» mi ripropone.

«Ryan, non ho bisogno di una babysitter che dorma con me.»

Non dopo che ho riposto tutta la mia fiducia in Mason, nella sua protezione, e mi ha abbandonata così.

«Voglio solo assicurarmi che tu riesca a riposare in santa pace» insiste.

Se sapesse che Seth mi tormenta anche durante il giorno, starebbe in costante ansia. Ho scoperto che è iperprotettivo e che riesce a trasmettermi più agitazione di quanta io non ne abbia già.

Nascondo le mie riflessioni in qualche antro del mio cervello, in modo che Ryan non possa sentirle. Durante questa settimana, ci siamo esercitati a contenere i nostri pensieri e a comunicare telepaticamente. È ancora strano, ma mi ci sto pian piano abituando.

«Me la caverò, come sempre» minimizzo la questione.

D'un tratto, bussano alla porta.

Guardo Ryan e lui mi fa cenno di aprire. Ha ripreso a indossare le lenti a contatto, per camuffare il vero colore dei suoi occhi, quindi non c'è rischio che venga svelata la sua identità.

Mi avvicino alla porta e schiudo di pochi centimetri il battente, affacciandomi in corridoio. Riconosco all'istante le iridi azzurre e limpide e i capelli scurissimi della ragazza davanti a me.

Il Segreto della DinastiaWhere stories live. Discover now