16. I love you

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Le aveva dette, quelle due parole che fin da quando ero piccola avevo desiderato qualcuno mi dedicasse.
Ed ora mi sarebbe bastato solo fare lo stesso e tutto sarebbe stato perfetto.
Ti amo, bastava quello.
Forse è troppo presto?
Ma lui stava aspettando,
Allora, dillo Millie, dillo.
Ti amo Jacob, dillo.
Coraggio, sta aspettando.

Ma non dissi nulla, perché non lo feci?
Perché non gli risposi?
Perché quando gli sorrisi vi era solo un sorriso finto sulle mie labbra prima che si posassero sulle sue?

E quando ci staccammo la vidi, quella leggera smorfia di delusione sul suo volto.
Accidenti, perché l'ha fatto?
Perché io non l'ho fatto?
Cazzo ma qual'è il mio problema?
Chi è il tuo problema, vorrai dire?
Insinuò la mia coscienza ed io se avessi potuto prendermi a pugni da sola giuro che l'avrei fatto.

«ragazzi vi devo dire una cosa...» dissi in videochiamata con i miei amici la stessa sera,
«Millie è mezzanotte passata... è successo qualcosa con Jacob?» chiese Noah,
«beh si...» iniziai,
«io quello lo ammaz...» fece per dire ma io lo interruppi subito,
«no! Non è come pensate...» dissi e li vidi in attesa quindi continuai,
«lui mi ha detto... mi ha detto che mi ama» sputai fuori e loro sgranarono gli occhi sorpresi,
«oddio ma è... aspetta, tu gli hai risposto no?» chiese Sadie, io scossi la testa imbarazzata,
«Millie!» mi riproverò lei ed io mi misi le mani tra i capelli,
«non so perché non l'ho fatto, io...» parlai senza rialzare la testa,
«ah, ma io ve l'ho detta la mia teoria» sghignazzò Noah e questa volta lo guardai per fulminarlo con lo sguardo,
«no! Non è quello... non può esserlo» sussurrai,
«Millie...» mi pregò Sadie stanca,
«io... devo andare a dormire, domani devo alzarmi presto per... da mangiare alle tartarughe» mi inventai, che scusa pessima,
«le tartarughe cos...» ma interruppi la comunicazione.

No, non poteva essere quello... non poteva essere lui.

~•~

Il giorno dopo la scuola fu come sempre, stesse lezioni, stessi compagni, stessa noia.
Poi arrivò l'ultima ora, quella di biologia e fu come risvegliarsi dal limbo.

«ciao» bastò solo il suo saluto per farmi andare in tilt,
«Millie mi hai sentito?» lo udii chiedere dopo poco,
«si... ciao» feci con tutto il controllo che avevo prendendo posto al suo fianco, lui sembrò non dare peso al mio silenzio quindi parlò ancora,
«oggi vieni da me a studiare vero?» chiese cercando il mio sguardo,
«si» risposi solamente ignorando che mi stesse fissando,
«stai bene?» domandò, aveva il tono preoccupato,
«si... si certo» gli dissi mostrandogli un leggero sorriso come per dimostrarlo per poi tornare a guardare il professore sperando che non mi chiedesse più nulla.
Per mia fortuna tacque ed io potei tornare ai miei pensieri paranoici facendo finta di concentrarmi sulla lezione.

«Millie!» mi sentii chiamare dopo che fui uscita dalla classe,
«il vestito» mi disse Finn porgendomelo,
«grazie... ci vediamo dopo» gli feci prima di prenderlo e andarmene velocemente...

~•~

Finn's Pov

Millie era stata strana oggi, sembrava... distante, come se qualcosa la turbasse.
Alle quattro sarebbe stata qui e le avrei chiesto cosa non andava.
Sapevo che non era stata sincera quando gliel'avevo domandato oggi a scuola.
Forse qualcosa non andava con Sartorius, o forse aveva litigato con Noah... o forse ce l'aveva con me?
No, io non le avevo fatto nulla.
Doveva essere per forza Sartorius...

Alle tre e mezza andai in camera mia e sistemai tutto, sarebbe stato bello vedere la sua reazione alla mia camera ancora in disordine dall'ultima volta che era stata lì, ma decisi che avremmo lavorato meglio nel pulito.

Alle quattro ero pronto, scesi le scale e aprii la porta, anche se lei fuori non c'era.
Sarà in ritardo, chiusi la porta.

Alle quattro e un quarto la porta era ancora chiusa e lei non c'era.
Avrà avuto un contrattempo.

L'aspettai alle quattro e mezza.
Controllai se mi aveva scritto.
Lei non era mai in ritardo e se anche lo fosse stata mi avrebbe avvisato.

Decisi di andarci io a casa sua, qualcosa non andava, me lo sentivo.

Come sempre mi bastò attraversare la strada per arrivare davanti a casa Brown.
Suonai il scampanello ma nessuno arrivò, così suonai una seconda volta e finalmente la porta si aprì.

Lei era lì con la testa china, come se non volesse farmi vedere il suo viso

«Millie» la chiamai,
«scusami se non sono venuta» si scusò senza alzare lo sguardo, così le misi una mano sulla guancia e le alzai il viso, aveva gli occhi rossi, aveva pianto.
«Mills» sussurrai e lei all'udire di quel soprannome fece saettare gli occhi nei miei causando la caduta di un'altra lacrima che mi bagnò le dita,
«mi dici cosa non va?» domandai asciugandole la guancia,
«non c'è niente che non va» cercò di convincermi scostandosi dal mio tocco,
«non è vero... so che non è vero» dissi serio,
«io...» fece per iniziare ma poi tornò silenziosa, come se non avesse il coraggio di continuare la frase, la vidi fare un passo indietro per allontanarsi,
«tu? Tu cosa?» chiesi con tono calmo avvicinandomi ancora, tentò di indietreggiare di nuovo ma sbatté la schiena contro la porta chiusa,
«guardami» le intimai e lei finalmente si voltò, ora i nostri volti erano talmente vicini che sentii il suo fiato sulla pelle,
«cosa è successo?» ribadii, lei si costrinse a guardarmi negli occhi senza parlare.

Sembrò pensarci per un tempo che a me pareva estenuante ma poi lo fece, in un secondo, fu un gesto inaspettato che per quanto veloce mi fece perdere il respiro.
Le era bastato sporgersi un poco per annullare la distanza che ci separava.

Aveva posato le labbra sulle mie come se in quel momento fosse l'unica cosa di cui avesse bisogno, mi aveva baciato senza prendere un altro respiro.
Non si era preoccupata che la respingessi, l'aveva solamente fatto.
Era sbagliato, lei era fidanzata.
Ma non mi sarei allontanato...

SPAZIOSCRITTRICE
Il momento che tutti aspettavamo con ansia è finalmente arrivato!
Ma nulla è così semplice...

~ by Gio♡︎

Bad Idea | FILLIE AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora