1. Opposite

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Millie's Pov

«Millie siamo arrivati» la voce tranquilla di mio fratello mi risvegliò dallo scomodo pisolino che mi ero concessa durante il volo di quattro ore buone da Manhattan ad Atlanta.

Erano passati quasi dodici anni da quando ci eravamo trasferiti, prima ad Orlando in Florida per meno di un anno, poi a New York dove avevamo abitato per gli ultimi undici, ed ora eccoci di nuovo a percorrere Atlanta sulla Sylvan Road.

Tutta la famiglia era al completo: io, mio fratello Charlie, mia sorella Paige, la mia sorellina Ava e i miei genitori.

Tutti a bordo di un vecchio taxi a otto posti i cui sedili in pelle nera cigolavano al minimo movimento.

Nessuno l'avrebbe mai detto un tempo a New York, i Brown che tornavano in Georgia.

La mia famiglia era stata tra le più ricche del lussuoso quartiere dove abitavamo.
Anche se quando ci fummo trasferiti il nostro loft a Brooklyn non era più grande della mia cabina armadio attuale.

Semplicemente mio padre era riuscito a fare carriera e aveva aperto una sua personale azienda finanziaria, quindi eccoci dopo neanche un anno ad abitare stabilmente in un super attico a Manhattan.
Si esatto; Manhattan, lo stesso quartiere dove vengono ambientate tutte quelle serie tv su quei tizi snob.

Ma io in verità ero l'esatto opposto di loro, tutta quella ricchezza non aveva mai fatto per me.

E per quanto la mia casa fosse stata da prima pagina su una rivista di design, ogni giorno passato in quel lusso mi faceva desiderare sempre di più di poter tornare nella mia vecchia cameretta in comune con mia sorella Paige che avevamo quando vivevamo ad Atlanta.

E credetemi quando dico che se anche non avrei dovuto, quando papà entrò in bancarotta io ne fui immensamente felice.

Odiavo New York, tutto quell'inquinamento e tutte quelle persone sofisticate.

A scuola non ero per niente popolare, ero quella strana ragazzina che si vestiva sempre con vans e felpe, insomma non seguivo gli standard per loro.

E anche dopo tutto quel tempo che era passato non ero riuscita a farmi che un gruppetto di amici da non più di sei individui, del quale tuttavia non avrei sentito la minima mancanza.

Così noi Brown eravamo arrivati davanti alla nostra nuova villa a neanche un isolato dall'Atlanta University, dove Paige e Charlie avrebbero proseguito gli studi.
Paige prima andava alla Columbia e Charlie alla NYU, beh diciamo che era un cambiamento abbastanza radicale.
Comunque era meglio così, non avrebbero avuto bisogno di trasferirsi di nuovo nei rispettivi campus con le stanze in comune ad estranei, io al loro posto ne sarei stata felice.

Per nostra fortuna nonostante avessimo perso l'azienda non ci avevano tagliato i fondi, per cui ci erano rimasti ancora parecchi soldi ed eravamo stati in grado di acquistare una villetta a schiera che in mezzo a tutte quelle vecchie case mi sembrava un po' prorompente, ma che era sempre meglio dell'attico su quella che era stata la Brown's tower.

Quando entrai la casa era spoglia, così come la camera che mi era stata indicata come mia al piano di sopra.
Per ora c'era solo un materassino gonfiabile per stanza a fungere da letto, che ovviamente avremmo tutti cambiato nel giro di qualche giorno.
Il bagno e la cucina erano già ammobiliati secondo i gusti di mia madre che probabilmente aveva arredato online o su consiglio di un designer.

Portai la mia valigia al piano di sopra e decisi di non disfarla finché i miei mobili non fossero arrivati da New York.
Così presi il mio laptop e mi stesi sullo scomodo letto che era l'unica cosa a riempire quella camera dalle pareti bianche e la moquette grigia.

Cercai su vari siti di arredamento e quando ebbi trovato tutto quello che mi serviva decisi di prendermi qualche minuto per immaginarmi la mia nuova stanza.

Era molto spaziosa quindi non avrei faticato affatto per farci stare i mobili.
E sarei stata da sola, non più con mia sorella Paige come nella nostra prima casa, e anche se quella sistemazione l'avevo detestata ora mi era venuta un po' di nostalgia.

«Millie potresti chiamare Ava? È pronta la cena» era molto tempo che mia madre non metteva mano ai fornelli, dato che ormai eravamo stati abituati ad un catering presente ventiquattr'ore su ventiquattro, perciò non mi sorpresi affatto quando non appena fui entrata in cucina l'unica cosa che si trovava in tavola era una pizza.
E benché non amassi particolarmente il cibo spazzatura, ripulii il piatto in neanche dieci minuti.

«domani vado a pranzo con Mitchell Schnapp, vuole offrirmi un lavoro» annunciò mio padre improvvisamente,
«è fantastico, è una vita che non vediamo gli Schnapp... Millie ti ricordi di Chloe e Noah? Eravate amici da piccoli, anche loro hanno sedici anni» mi chiese mia madre, ma io scossi la testa, avevo solamente quattro anni quando ce ne andammo, non potevo ricordarmeli.
«io me li ricordo i gemelli, tu e Noah stavate sempre insieme» disse poi Paige con un sorrisetto.

Magari loro si ricordavano di me, sarebbe stato bello conoscere almeno qualcuno a scuola.

SPAZIOSCRITTRICE
Nuova storiaaaa!
Spero che questa vi piaccia tanto quanto st4 :)
(I capitoli non sono ancora revisionati quindi scusate per tutti gli errori e perché quando ho scritto tutto questo facevo veramente pena lol. Se volete, passate a leggere Back to You, a mio parere è scritta molto meglio!)

~ by Gio

Bad Idea | FILLIE AUWhere stories live. Discover now