11. Better go

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Me ne stavo sull'uscio della porta di casa Wolfhard quando Finn mi venne ad aprire,

«entra, non ti mangio mica» sghignazzò dopo qualche secondo notando che ancora non avevo fatto un passo avanti.

L'ambiente era molto moderno, tutto era nero e bianco e mi venne da ridere al pensiero che Finn potesse essere considerato una parte perfetta dell'arredamento.

«che hai da ridere?» mi chiese stupito mentre salivamo le scale,
«niente» farfugliai imbarazzata,
«possiamo stare qui o se preferisci...» mi disse mentre entravamo in una camera che presumevo fosse sua, guardai le pareti, vi erano almeno una decina di vinili esposti e due chitarre ai piedi del letto; non pensavo che Finn si intendesse musica.
«no, qui va benissimo» dissi sedendomi sul grande letto bianco,
«suoni la chitarra?» gli chiesi all'improvviso,
«si... avevo una band una volta, ma non ci siamo mai esibiti in luoghi troppo affollati» mi spiegò mentre prendeva i libri da una piccola libreria.

«come si chiamava?» domandai dopo più di un'ora che ce ne stavamo lì a studiare,
«cosa? La meiosi?» mi chiese confuso,
«no, la tua band» sorrisi,
«oh... Calpurnia» fece e subito non capii che effettivamente fosse quello il nome,
«Calpurnia? Ma che vuol dire?» mi misi a ridere e lui con me alzò gli occhi al cielo,
«è un nome» disse facendo spallucce,
«l'hai scelto tu vero?» gli chiesi immaginandomi la reazione della sua band a quella proposta,
«è un bel nome» annunciò sicuro facendomi ridere ancora di più.

Continuai a ridere e solo dopo un po' mi accorsi che le mie risate non erano più accompagnate dalle sue.
Scostai appena le mani che mi ero messa sugli occhi per accertarmi che lui fosse ancora lì e quando lo vidi sentii il mio cuore perdere un battito.
Finn era pericolosamente vicino al mio volto e mi guardava serio, mi prese i polsi e li abbassò lasciando che il mio viso fosse scoperto.
Quando lo vidi avvicinarsi lentamente lo sapevo che non mi sarei sottratta se solo lui avesse tentato di annullare la distanza che c'era tra noi.
Sentivo i suoi occhi su di me mentre io facevo scivolare i miei su ogni parte immaginabile del suo volto.
Era li, lo vedevo, si stava per avvicinare di nuovo.
Ma quando il mio telefono cominciò a vibrare prepotentemente fu come se entrambi riemergessimo da uno stato di trance, mi lasciò i polsi ed io senza neanche accorgermene risposi al telefono senza aspettare un altro squillo.

«pronto?» feci guardando in basso così che i miei capelli mi coprissero il viso.
Rimasi ad ascoltare per un altro poco il mio interlocutore prima di riattaccare.
«era Sadie... io devo andare» dissi cominciando a riporre i quaderni nel mio zaino.
Finn non parlò e si limitò a seguirmi fino all'uscita.
Non mi salutò neanche ed io non salutai lui ma lo sentii poco prima che chiudesse la porta,
«già meglio che tu vada»...

~•~

«Millie ma sei fuori di testa?!» gridò la mia amica dopo che le ebbi raccontato quello che era successo,
«lo so Sadie, lo so» mi lamentai premendomi le mani sul viso imbarazzata,
«cosa dovrei dirgli quando lo rivedo? E a Jacob? Cazzo stavo per baciare un altro!»,
«oh no, tu a Jacob non dici proprio niente!» si raccomandò,
«e poi Finn ha detto "già meglio che tu vada"!» le ripetei sconvolta,
« non di nuovo!» fece lei, sarà stata la terza volta che glielo ricordavo,
«ma Sadie lui...» protestai ma lei mi interruppe alzandosi in piedi,
«non ne voglio più sentire parlare! Noi stasera andiamo a divertirci come avevamo pianificato e tu non pensi più a quel Wolfhard!» sentenziò sicura prima di prendermi per mano e guidarmi verso la cabina armadio...

SPAZIOSCRITTRICE
Scusate se il capitolo è corto ma ho dovuto tagliare qui se no tiravamo troppo per le lunghe.
Il prossimo sarà più lungo promise!

~ by Gio♡︎

Bad Idea | FILLIE AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora