Capitolo 33

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Jo

Nel momento in cui usciamo dal club, i bagliori accecanti dei paparazzi ci bombardano. Proprio come volevo che succedesse. Lasciare che hero mi veda uscire da un club con un altro ragazzo. Gli sta bene. È tornato a londra solo ieri l'altro e mi ha già tradito con una ragazza. Chi è quella puttana comunque? Deve essere qualcuno che conosce laggiù. Conoscendo hero, non è il tipo che bacia qualcuno che ha appena incontrato. A meno che...non sia cambiato.

Beh, non voglio stare male per lui.

Non lascio andare la mano dello sconosciuto e invece mi appoggio a lui e sussurro "dov'è la tua macchina?"

Mi sorride prima di portarmi verso una macchina nera. Lui mi apre la portiera e io scivolo dentro mentre lui corre verso il posto del guidatore e entra anche lui. Mi guarda in attesa.

"Vuoi venire a casa mia?" Mi chiede. "Non vengo a letto con te" gli dico onestamenre ma il suo sorriso non lascia il suo volto.

"Tranquilla, me lo aspettavo. Voglio solo parlare, conoscerti" sorride e vedo chiaramente l'onestà nei suoi occhi blu. Lo guardo ancora con sospetto però. Ormai li conosco i ragazzi, sono tutti uguali, specialmente quelli che incontro nelle discoteche, vogliono solo una cosa da me cioè il sesso. "Non preoccuparti non sono un serial killer o uno stupratore. Puoi mandare il mio numero di targa e il mio indirizzo a tutti i tuoi amici se vuoi" ridacchia.

"Hai del caffè a casa tua?" Chiedo.

I suoi occhi si illuminano e annuisce avidamente. Mi dice il suo numero di targa e il suo indirizzo e io scrivo  a Mia, dicendole di chiamare la polizia se questa mattina non sono a casa. Lei risponde con un emoji e so già che quando tornerò a casa mi bombarderà di domande.

Avvia la macchina e sfrecciamo nel traffico di los angeles. Vedo che ora ci siamo allontanati molto dalla città. Gira verso una proprietà privata e inserisce un codice e il cancello si apre automaticamente. Parcheggia la macchina sul vialetto e vedo altro 4 macchine parcheggiate.

Chi diavolo è questo ragazzo?

Mi guida all'interno della dimora e i miei occhi escono dalle loro orbite per la bellezza che mi circonda. "Questa è la cucina" fa un gesto verso il lato destro della casa e mi conduce lí. 

"Wow che macchina da caffè. Hai per caso un barista personale?" Chiedo incredula quando entriamo in cucina.

"No, sono solo un appassionato di caffè" dice timidamente grattandosi la nuca. Il gesto mi ricorda all'istante hero, ma riesco a spingere il confronto in fondo alla mia mente. Non ci voglio pensare adesso.

"Non voglio essere scortese ma chi cazzo sei veramente?" Chiedo e lui inizia a ridere.

Si dirige verso la sua macchina da caffè e inizia a preparare due tazze di caffè espresso prima di voltarsi verso di me con un'espressione imbarazzata sul viso "geremia sanders" mi tende la mano.

Io gliela stringo e dico "josephine langford". Sembra un bravo ragazzo. Riporta la sua attenzione sul caffè che sta preparando mentre mi guardo intorno nell'enorme cucina. "Allora...geremia che lavoro fai?" Chiedo quando mi porge una tazza.

"Sono un programmatore" mi dice e intanto ci sediamo entrambi sugli alti sgabelli davanti al bancone.

"Sei un ragazzo del fondo fiduciario o..." non voglio essere ficcanaso o maleducata ma la mia curiosità sta ottenendo la meglio su di me.

"Dio no!" Esclama, ridendo. "In un certo senso ho creato questa app per appuntamente e ha avuto molto successo. È pazzesco quante persone vogliono trovare l'amore attraverso internet"

vergine a 20 anni | herophineWhere stories live. Discover now