2.1: Sottona

87 1 0
                                    

A/N: Ci riprovo, sticazzi. Non sono così infantile, non posso lasciare tutto per una litigata. Fate finta che il capitolo precedente non sia la conclusione del libro. Ok, si ricomincia.

Mi rivesto. La guardo. Vorrei solo farla tacere. Lei, incazzata, continua ad insultarmi ma io non ci do peso. So che è arrabbiata e ciò che dice ora non lo pensa realmente. Ad un tratto si interrompe e mi guarda.

"Ma mi stai ascoltando!?" urla Kira stizzita.

Io mi trovo in difficoltà e si vede. Mi sono concentrata sul movimento delle sue labbra e non sul contenuto del discorso. Noto che si sta per rivestire. Mentre si rimette il reggiseno la squadro dalla testa ai piedi, e penso potrebbe essere la mia ultima occasione.

Di scatto la blocco e lei mi fulmina con lo sguardo. Rischio tutto per tutto, a costo di risultare ridicola. La butto sul letto.

"Ora sta' zitta. Ti faccio assaggiare una cosa che hai provato poche volte: adesso stai sotto." le dico con tono fermo. Kira mi guarda pietrificata, come se non mi riconoscesse. Beh, direi che sono riuscita a stupirla.

"E per la cronaca, questo significa che sei passiva... o sottona, come dici tu" aggiungo.

Non le do neppure il tempo di replicare e mi fiondo su di lei. Me la voglio godere. Me la voglio scopare. Ci voglio fare l'amore e farlo come fosse l'ultima volta.

La accarezzo delicatamente, le bacio il collo e mi struscio con il bacino contro suo corpo nudo. La voglio far sentire "sottona" al cento per cento.

Se è la nostra ultima scopata voglio dettare io le regole del gioco.

Io vestita, lei no.

Per una volta mi sento io la più forte e lei ora è la passiva, la sottomessa.

Sono arrivata all'ombelico con i baci. Con i polpastrelli stuzzico il suo clitoride che freme nell'attesa di essere stimolato. Con le dita disegno dei cerchietti attorno alla sua entrata frontale. La sento gemere silenziosamente mentre rotea i suoi fianchi, nel tentativo di creare più attrito tra le mie dita e la sua intimità. Vedo che sta godendo, ma cerca inutilmente di mascherarlo. Forse si vergogna di non avere il controllo per una volta, o forse è pentita degli insulti che mi ha rivolto prima.

Continuo a provocarla in questo modo per dieci minuti, mentre lei gode sotto il mio corpo, anche se non vuole darlo a vedere.

"Cosa vuoi?" dico, imitando sensualmente la sua voce.

Lei mi guarda con occhi affamati. Sta fremendo. Mi piace. Ha il trucco colato. Classico. Si scorda sempre di struccarsi prima di entrare in doccia, penso tra me e me.

"Fallo ti prego!" esclama, in preda alla voglia.

Mi correggo: non voglia. Bisogno. Lei mi necessita. In questo momento non c'è nulla di cui ci dobbiamo preoccupare, eccetto i nostri corpi infiammati che strusciano l'uno contro l'altro. Le mie dita danzano debolmente nel suo buco frontale. Kira afferra la mia mano sinistra e la posiziona sul suo seno continuando a muovere il bacino per aumentare lo sfregamento, mentre mi indica di dare piacere al suo capezzolo. Sono talmente eccitata che non ce la faccio a tormentarla intimandole di pregarmi.
Non sarei neanche originale.

Le do un bacio a stampo. La stringo e lascio scivolare tre dita nella sua entrata.
Inizia a respirare forte, e la sento gemere.
Continuo a giocare con la sua intimità finché non mi dice che sta per arrivare all'orgasmo. Prima che possa venire, estraggo la mia mano e la porto al suo viso, lei ancora vogliosa.

"Così ci si sente a stare sotto" sussurro, a pochi centimetri delle sue labbra.

Kira lascia scappare un rumoroso gemito, pregandomi di continuare .

-

Passiamo tutta la nottata a farci le coccole. E la notte passa molto in fretta, troppo in fretta.

All'alba collassiamo. Ci addormentiamo nella posizione a cucchiaio: io che la abbraccio da dietro, entrambe coricate sul fianco.

Vorrei che questo momento non finisse mai.

Una ragazza per meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora