11. La vita va oltre la scuola

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"Ti va di andare a bere qualcosa?" borbotto.

Kira mi squadra ancora una volta. Soffoca una risata, poi finalmente parla. 

"Non oggi tesoro, magari un'altra volta."

Anche se ha fatto un pochino male, non è stato un no brutale. Significa soltanto un no temporaneo. Significa che potrò parlare con lei un'altra volta per riporle la stessa domanda. Ho imparato a vedere le cose da una prospettiva migliore.

Le faccio un sorriso gigante e la saluto con la mano. Lei ricambia il saluto e, appena faccio per girarmi, fischia per attirare la mia attenzione. Il mio sguardo torna su di lei. Mi fa cenno di alzare le braccia. Mi tira un accendino. Il mio. Lo avrà usato perché il suo era scarico, ma la domanda è: come cavolo ha fatto ad avere il mio accendino? 

A proposito: sì, anche io fumo. Non so bene quando ho iniziato, ma non ho mai smesso. 

Guardo l'orologio. Cazzo, sono in super ritardo. Corro verso lo studio della mia psicologa. Mi piace andare lì perché lei è sempre molto gentile e disponibile con me, e questo mi fa ricordare che la vita va oltre la scuola. Dunque, il fatto che a scuola mi odino tutti non significa che anche fuori mi debbano odiare tutti. 

Arrivo trafelata. Appena sto per sedermi in sala d'aspetto, sento il mio nome chiamato. Di solito sono sempre in anticipo. Oggi sono giusto in tempo.

Una ragazza per meWhere stories live. Discover now