19. L'ho battuta

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Arrivo a casa e scoppio a piangere sul mio divano. Piango fino a quando non mi decido che è arrivato il momento di reagire. Piangendo non risolvi nulla, dico, tra me e me. Era quello che mi diceva sempre mia madre. Era anche una delle ultime cose che mi ha detto sul letto di morte. 

Non dimenticherò mai le serate passate in lacrime a causa sua, perché si rifiutava di accettare il fatto che mi piacessero le ragazze. Dopo ore ed ore chiusa in bagno a piangere seduta a gambe incrociate sulla tazza, lei finalmente arrivava da me e pronunciava quelle parole. Piangendo non risolvi nulla. E così io mi alzavo, uscivo dal bagno e io e lei continuavamo a fingere di essere una famigliola felice, come se non fosse successo nulla. 

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Dopo aver rimuginato sul mio triste passato, decido di alzarmi dal divano. Corro in bagno a togliere il trucco colato, mi do una sistemata ai capelli e indosso la mia solita tuta, pronta per andare agli allenamenti. Oggi non sono in programma, ma mi serve una distrazione e ho bisogno di scaricare tutto lo stress accumulato in queste ore.

Esco di casa e mi incammino verso la palestra con la musica a palla negli auricolari. Quando arrivo finalmente, mi sento carica. Sento rabbia e adrenalina scorrermi nelle vene. Oggi di sicuro spacco tutto. Spero di non fare allenamento con la katana, per l'incolumità di tutti, inclusa la mia.

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Esco elettrizzata dallo spogliatoio, pronta a buttare giù un muro con la sola forza delle mani. Okay, magari non sono così forte, ma capite che intendo.

Intravedo Kira da lontano mentre combatte con un ragazzo. E' bravissima. Si muove agilmente e velocemente e nel giro di pochi secondi il ragazzo cade sulle ginocchia, sconfitto. La vedo mormorargli qualcosa e poi lo saluta stringendogli la mano. Ecco che si gira nella mia direzione. Indossa un reggiseno nero-- no, non un top sportivo, ma un reggiseno, biancheria-- e un paio di pantaloncini scuri alquanto attillati che le evidenziano le forme. Mentre si avvicina noto inoltre che entrambi i capi sono estremamente trasparenti.

Credo che mi abbia vista, perché continua ad avanzare nella mia direzione. La saluto con un sorriso, e lei ricambia con un cenno della mano. 

"Max. Che fai qui? Oggi non è previsto un tuo allenamento" dice lei, ovviamente sorpresa di vedermi.

"Lo so, ma speravo avessi dieci minuti per un'incontro veloce. Ho bisogno di scaricare un po' di tensione" le rivelo con un sorriso imbarazzato.

"Non c'è problema" mi rassicura Kira. "Sono sempre pronta per una sfida."

Mi fa cenno con la mano di seguirla e obbedisco. Una volta arrivate al solito posto di combattimento, ci mettiamo entrambe in posizione.

Inizio a colpirla con rabbia e forza. Una forza che non sapevo neanche io di avere. Forse sto diventando un po' troppo violenta. Wow, se Kira sapesse che mentre colpisco lei sto sognando ad occhi aperti di colpire Michelle mi ucciderebbe. Per lei con la violenza non si risolve nulla. Sono abbastanza in disaccordo, ma a vedere il modo in cui la sto riducendo a forza di calci e pugni, forse non ha del tutto torto. 

Al posto di usare stupidi trucchetti come lei, come gli sgambetti, la stendo direttamente a terra. E' completamente K.O. L'ho battuta.

Respiro affannosamente contro il suo collo, che è estremamente vicino alla mia bocca. La sento sghignazzare mentre il mio corpo blocca il suo dal potersi rialzare. 

"Che grinta!" esclama Kira, ancora faccia a terra. "Ti va di andare a bere qualcosa qualche volta? Magari stasera... insieme?"

Non credo alle mie orecchie. Mi ha veramente invitato ad uscire? Forse, ora che l'ho battuta è cambiato qualcosa nel nostro rapporto.


A/N: Mi sentivo molto felice oggi, quindi ho deciso di postarvi un capitolo anche se non è venerdì :)


Una ragazza per meWhere stories live. Discover now