16. Fast-food

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Dopo la stancante giornata scolastica di oggi-- in cui ho ampiamente recuperato il sonno perso tra la terza e la quinta ora-- non vedo l'ora di tornare a casa.

Oggi non ho nessun corso pomeridiano, per fortuna, quindi saluto la mia nuova amica Michelle e mi incammino rilassata verso casa. Per ora sono abbastanza soddisfatta. Che cosa mai potrebbe rovinare questa giornata?

Arrivo a casa con un sorriso da idiota sulle labbra. Chissà, forse la mia vita non fa poi così schifo. Apro la porta dopo aver sbagliato il verso della chiave due volte, come ogni giorno, e tiro lo zaino a terra. Mi lascio cadere sul mio amato divanetto comodo e mi guardo intorno. Il salotto è un casino, ma la cucina è inguardabile. Delle scatolette di cibo vuote sono impilate in un angolo, perché il cestino è pieno ogni volta mi dimentico di portare fuori la spazzatura. Lo sgocciolatoio è incrostato di sugo e strane molliche dai colori discutibili. Sul tavolino bianco, sotto la mensola del cibo in scatola, la mia salvezza, troneggia la mia altra salvezza-- il microonde. Non so quante volte mi ha risparmiato di accendere i fornelli.

Mi alzo dal divano per raggiungere il frigorifero, ma quando lo apro è praticamente vuoto. Vedo un paio di bottigliette d'acqua e qualche vasetto di yogurt. Sono quasi tentata di prenderli, ma poi mi rendo conto che non ricordo neanche quando li abbia comprati, perciò non oso vedere la data di scadenza e li infilo schifata in una busta di plastica, trovata per caso in uno scaffale della credenza.

La dispensa è vuota. Senza le mie adorate scatolette e senza avanzi da scaldare, capisco che la fine è vicina: non ho più scelta, devo fare la spesa.

Ma chi prendo in giro? Ad esattamente 52 passi da casa mia c'è un fast-food! La decisione è definitiva: anche oggi si mangia sano domani. Andrò a fare la spesa dopo pranzo. Mi riprometto-- come faccio da tre anni d'altronde-- che dal prossimo lunedì mangerò solo cose sane e cucinate da me. Magari facciamo tra due lunedì. Anzi, aspetto direttamente il primo del mese. Pfft, neanche io ci credo veramente.

Con un gesto atletico afferro lo zaino e mi precipito alla porta. Mentre abbasso la maniglia mi ricordo che devo buttare la spazzatura. Sospiro e, di malavoglia, prendo due buste di scatolette vuote e quella con dentro lo yogurt. Esco dal mio appartamento, un po' nauseata dall'odore ma felice per il mio imminente pranzo poco salutare.

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Con mia enorme sorpresa, appena mi scelgo un posto nell'affollato McDonald's, scorgo a due tavoli distanti da me un viso familiare: Michelle. Cerco di origliare l'accesa conversazione che sta facendo con le sue amiche, che sembrano affascinate e divertite dal suo racconto.

Non posso credere alle mie orecchie.

Una ragazza per meWhere stories live. Discover now