Capitolo 38

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È arrivato il giorno che speravo non arrivasse mai, sono finite le vacanze e questo vuol dire solo una cosa separazione. Stasera Jaco ha il treno per tornare a Roma mentre noi abbiamo l'aereo tra due ore. Sto sistemando tutto dentro la valigia con l'aiuto di Jacopo, e controllo per la casa di non aver lasciato niente. <<mi mancherai>> mi bacia mentre chiudo la valigia e gli sussurro <<anche io>> ricambiando il bacio. Mi guardo allo specchio e mi sistemo i capelli per poi uscire dalla sua stanza, e raggiungere mamma e Ale in salone. "Siete pronte?" Annuiamo guardandoci intorno e poi usciamo di casa. "Quanto mi mancherà tutto questo" esordisco dopo aver passato tutto il tempo in silenzio. Arriviamo in aeroporto e dopo aver imbarcato le valige ci dirigiamo ai controlli. Ed ecco arrivato il momento più brutto, saluto i genitori e Gio, abbracciandola forte, e poi mi avvicino a Jacopo "guardami bene, concentrati sulla musica, pensa a quello e spacca tutto" mi da un bacio che ricambio "mi mancherai tanto" gli scende qualche lacrima che gli asciugo subito e gli sorrido per non iniziare a piangere anche io "ti amo" lo bacio "anche io" mi da un altro bacio e poi mi allontano da lui passando i controlli. Lo saluto da lontano e poi ci dirigiamo al gate. Una volta salite in aereo ed esserci sedute ai nostri posti, guardo fuori dal finestrino e mi scende qualche lacrima. Mi mancherà tanto non passare tutte le giornate con lui, svegliarmi con lui vicino e addormentarmi con i suoi baci. Metto le cuffiette ascoltando della musica durante tutto il viaggio, adesso vorrei solo tornare a casa, buttarmi nel letto e sentire la sua voce.
"Ragazze volete andare da qualche parte?" Scuoto la testa con lo sguardo rivolto verso il finestrino "voglio tornare a casa" annuiscono e non parlano più. Appena arriviamo a destinazione vado nella mia stanza e mi butto sul letto avviando la chiamata con lui. Ti prego rispondi, continuo a ripetere. E poi finalmente sento la sua voce, mi scendono altre lacrime e gli rispondo cercando di non fargli capire che sto piangendo. Parliamo, parliamo e parliamo, e dopo avermi tranquillizzata e avermi dato un po' di forza chiudo la chiamata lasciando cadere il cellulare sul letto. Guardo il soffitto e penso a me, a lui, a noi.
"Carla sono io" entra in stanza Ale e si corica vicino a me abbracciandomi. "Dobbiamo andare in ospedale per far controllare la gamba e poi abbiamo una sorpresa per te" esordisce mettendosi seduta. "Va bene, quando?" Mi metto vicino a lei e mi fa segno di sistemarmi perché dobbiamo andare adesso. Mi alzo prendo mi faccio una coda, mi cambio mettendo qualcosa di più comodo in maniera tale che il medico possa controllarmi tranquillamente e poi con l'aiuto di Ale scendiamo di sotto. Non voglio usare la sedia a rotelle, preferisco appoggiarmi ad Ale. "Ok ci siamo?" Annuiamo a mamma che e appena scesa e usciamo di casa prendendo la protesi. Spero tanto me la faccia usare così posso tornare ad allenarmi.
"Ciao Carla, come sono andate le vacanze?" Entra il medico nella stanza e si prepara a controllarmi. Gli rispondo molto cordialmente e poi mi fa tirare su il pantalone togliendomi la benda. " Allora il taglio come puoi vedere è praticamente scomparso, c'è giusto una piccola cicatrice" guardo attentamente quello che fa senza dire una parola. "Io direi che puoi usare di nuovo la protesi, l'abbiamo controllata e abbiamo capito dov'era il problema quindi adesso non dovrebbe farti male. Ovviamente devi fare attenzione, per almeno tre giorni a partire da oggi dovrai fare un bendaggio più spesso e mettere un cuscinetto all'interno della protesi, come so che hai fatto quando non dovevi." Penso subito ad Ale, sicuramente glielo ha detto lei, era l'unica con me il giorno, a parte Gio. "Ti ho prescritto questo farmaci da prendere se senti dei dolori e poi per ogni problema da oggi in poi consulterai questo medico" conclude dandomi un foglio. Mi mette la protesi, stringendola bene per poi vedere come cammino e usciamo dalla stanza. "È stato un piacere seguirti, divertiti e mi raccomando continua a ballare" salutiamo il medico e sinceramente non capisco perché mi sta dicendo queste cose. Mentre usciamo dal reparto gli infermieri che mi hanno seguita quando ero in ospedale mi salutano facendomi un imbocca al lupo, e li ringrazio anche se non capisco il perché. Saliamo in macchina e poco essermi messa la cintura mi giro verso mamma e Ale "chi delle due vuole parlare?" Esordisco e nessuna dice una parola, così insisto finché finalmente Ale si decide a parlare. "Domani partiamo a Roma" guardo mamma confusa e la faccio segno di continuare " centra la casa che ha affittato lì, non posso dirti di più" e infatti non risponde più alle mie mille domande. Arriviamo a casa dopo aver preso da mangiare e ci sediamo a tavola mangiando in silenzio.
"Carla hai tu la mia felpa nera?" Stiamo facendo di nuovo la valigia e come sempre Ale perde le cose " no, lo sai che non ti prendo le cose" annuisce e torna in camera sua sospirando. Finisco di fare la valigia e la raggiungo aiutandola a finire la sua "hai trovato la felpa?" Annuisce mostrandomela sorridente "dov'era?" Indica il letto e scuoto la testa ridendo. Chiudiamo la sua valigia e poi scendiamo al piano di sotto, usciamo in giardino e dopo aver sistemato una cassa con la musica inizio a provare qualche passo di danza.  Non mi sono accorta che mentre ballavo c'era mamma a guardarmi "sono contenta che sei tornata a ballare" si avvicina e mi abbraccia felice. Continuo a ballare con l'aiuto di Ale che mi suggerisce qualche passo e poi torniamo dentro casa stanchissime. "Mi faccio la doccia e scendo" le avviso e vado in stanza. La danza è sempre stata la cura migliore per scacciare la tristezza, sono veramente contenta di riprendere a ballare. Quando mi amputarono la gamba mi ero rassegnata al fatto che non avrei più visto una sala da ballo, un paio di punte, e invece adesso vedermi così, ballando anche se non bene, mi riempie il cuore. Spero tanto che papà da lassù sia felice per me.
"Eccomi" entro in cucina e mi guardando smettendo di parlare "Che succede?" Scuotono la testa facendo finta di niente e mi avvicino per vedere cosa stanno cucinando, ho una fame allucinante. "Hai sentito Jacopo?" scuoto la testa e le guardo un po' confusa, non capisco che cavolo le succede. "Perché me lo chiedete?" Alzano le spalle mentre portano la roba a tavola. "Visto che domani siamo a Roma pensavo glielo avresti detto" annuisco anche se non sono tanto convinta e ci sediamo a tavola. "Quando finisci di mangiare, in salotto c'è un pacco per te" mi avvisa mamma e cerco di sbirciare curiosa "da parte di chi?" Non ho fatto nessun ordine nell'ultimo mese quindi non so veramente cosa possa essere. "Da parte di papà" appena sento quella parola lascio andare la forchetta nel piatto e ingoio il boccone. "Cosa?" Annuisce e dopo aver bevuto un sorso d'acqua mi alzo da tavola e vado in salotto. Non voglio mangiare adesso. Prendo il pacco e lo apro curiosa. All'interno ci sono un paio di scarpette, sono nuove e rosse, il colore preferito mio e di mio padre. "Cosa vuol dire questo?" Mamma si siede vicino a me e mi abbraccia. "Tuo padre mi aveva detto che questo sarebbe stato un regalo speciale, perché avrebbe segnato una rinascita. E credo che questo sia il momento giusto per dartele" mi spiega e lascio scendere qualche lacrima. Adesso quando ballerò avrò una parte di lui nei miei movimenti. Le indosso subito, facendo attenzione perché mi posso fare male, e mi guardo allo specchio. "Sono bellissime" sussurro e Ale dietro di me mi sorride felice. Torniamo a tavola e finiamo di mangiare, mentre io continuo a pensare al regalo. "Vado in camera a chiamare Jacopo" le avviso e salgo di sopra. Avvio una videochiamata e gli faccio vedere le scarpette raccontandogli tutto. "Non posso crederci che domani vieni a Roma" è troppo felice e vederlo così mi fa stare bene. "Domani voi iniziate con le lezioni vero?" Annuisce e ci mettiamo d'accordo per vederci quando torneranno in hotel. "Amore mi raccomando fatti da fare, tira fuori tutto quello che hai dentro e fai vedere quanto sei bravo" lo incoraggio un po' visto che mi ha detto che ha un po' di ansia a riprendere. "Lo farò" mi sorride e gli mando un bacio. "Adesso devo andare" ed ecco il coprifuoco, gli do la buonanotte e dopo aver salutato gli altri chiudiamo la videochiamata. Quanto è bello, lo amo veramente tanto, spero che vada tutto per il meglio e che vedano il suo potenziale. Entra Ale in camera e si corica vicino a me. "È meglio se dormiamo, domani abbiamo il volo alle dieci e dobbiamo alzarci presto" annuisco e dopo aver tolto la protesi ci sistemiamo nel letto e spegniamo le luci. "Buonanotte peste" mi da un bacio sulla guancia che ricambio e ci addormentiamo.

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