Capitolo 21

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Mi sveglio con quel pensiero fisso di chi ha scritto il biglietto di ieri. Vado in bagno a lavarmi e cambiarmi e nel mentre le ragazze iniziano a sistemare la stanza. <<Carla qualcuno da sotto la porta ha fatto passare questa busta>> urla Gaia da dietro la porta e dopo essermi asciugata i capelli e vestita esco dal bagno prendendola. La apro e noto che è la scrittura di mia madre, avviso le ragazze che preferisco leggerla da sola ed esco dalla stanza andando a sedermi nelle scale. Inizio a leggere curiosa.
<<cara figlia mia, era da tanto che volevo scriverti questa lettera ma non ho mai trovato il coraggio di farlo. Oggi per la prima volta dopo la morte di tuo padre, mi trovo qua da sola in stanza ad aprirmi con te. Mi manchi, mi manchi tanto, la casa senza di te è vuota, non c'è più quell'allegria che portavi quando tornavi da lavoro, anche se stanca morta, non c'è più la tua voce al mattino che rimbomba in tutta la casa mentre canti, non ci sei tu a casa che mi facevi trovare il pasto pronto quando tornavo da lavoro, in questa ormai regna il silenzio. Sai sin da quando eri piccola, le persone dicevano sempre che esteticamente sei uguale a me ma caratterialmente sei uguale a tuo padre ed è vero, perché la simpatia e la felicità che mi dimostrava tuo padre mi ha fatto innamorare di lui. Quando si è ammalato mi ricordo che mi era crollato il mondo addosso, perché non potevo fare niente per togliergli quel brutto male, l'unica cosa che potevo fare era stargli vicino e farlo sentire protetto e amato. Se all'inizio non ti avevamo detto niente era perché non volevamo che vivessi anche tu quel malessere, però due anni prima che lui se ne andasse ritenemmo fosse giusto dirti la verità, per il tuo bene e per affrontare insieme quel momento. Da quel giorno non ti sei più staccata da lui, hai smesso di andare a lavoro e di andare in Accademia e ti sei dedicata solo a lui, nonostante noi ti dicessimo tutti i giorni che no potevi stare chiusa in casa ma tu non ci ascoltavi. Poi è arrivato quel fatidico anno, in cui tuo padre ha iniziato ad ammalarsi sempre di più, la malattia si stava espandendo sempre di più ed era così grave che non potevano più fare niente se non aspettare quel giorno, che sperammo non arrivasse mai. Passavano i mesi e lui continuava a peggiorare e io ti vedevo che eri distrutta, stavi male, però non ti staccavi da lui rimanevi lì ad aiutarlo e consolarlo quando gli scendeva qualche lacrima. La settima prima della sua morte, è stato ricoverato in ospedale perché non poteva più stare a casa viste le sue condizioni e tu avevi deciso di farlo sentire a casa portando un televisore dove guardare amici il sabato e i vostri giochi preferiti per passare il tempo. Ricordi? Eravamo tutti pronti quel sabato pomeriggio a guardare amici seduti sul letto vicino a papà, però appena iniziò il programma lui disse "figlia mia prometti che un giorno tu sarai lì" tu all'inizio lo guardasti confusa però poi gli dissi di si che lo avresti fatto per lui. Poi si girò verso di me e mi disse che dovevo prendermi cura di te e che non dovevo piangere la sua morte perché lui dentro il mio cuore non sarebbe morto. Glielo promisi e lo baciai, senza sapere che quello sarebbe stato l'ultimo bacio che ci saremo dati. Iniziammo a guardare amici quando ad un certo punto sentimmo l'apparecchio che segnava il battito fischiare, ci girammo a guardarlo e già sapevamo di che cosa si trattasse, lo vedemmo lì fermo con gli occhi rivolti verso il cielo e capimmo che non c'era più. Ci invitarono ad uscire e iniziamo a piangere abbracciate cercando di tenerci in piedi a vicenda. In quel momento volevo sprofondare, la mia vita di punto in bianco non aveva più senso, l'unica cosa che mi rimaneva eri tu e avevo paura di come potevo affrontare la vita ora che non c'era più lui. Da quel giorno tutto è cambiato, comprese noi. Tu hai smesso di ballare per un periodo, ti sei chiusa in te stessa non volevi più vedere nessuno se non me. Ti chiudevi nella tua stanza al buio e piangevi e mi ricordo che quando la notte andavo a dormire e passavo per la tua stanza ti sentivo singhiozzare e aspettavo che ti addormentassi per venire ad asciugarti quelle lacrime. Un giorno però togliendo la sua roba, trovammo una lettera che scrisse quando scoprì la malattia. Quelle parole piene di amore ci convinsero ad andare avanti ed iniziare una nuova vita, così ripresi a lavorare e ad andare in Accademia. Facemmo un patto io e te "da oggi in poi io e te contro tutti, per sempre" questo era il nostro patto, e ogni giorno che passava eravamo sempre più unite. Poi un paio di mesi fa si è presentata l'opportunità per te di entrare ad Amici, ricordo ancora quel momento in cui tornai a casa dopo il lavoro mi feci sedere e mi dissi che dovevi i provini e partire a Roma. Ero felice, orgogliosa di te ma allo stesso tempo ero triste perché sapevo che ti saresti allontanata da me, ma nonostante questo sei partita e sei andata a fare il provino. Quando ti vidi in TV la prima volta pensai a quanto sarebbe stato orgoglioso tuo padre a vederti lì e ballare. Hai mantenuto la sua promessa e io ogni giorno che passa sto cercando di mantenere la mia. Adesso però ho bisogno di starti vicino, nella busta ci dovrebbero essere due biglietti, andata e ritorno, per la Sardegna. Ti chiederai per chi è il secondo biglietto... diciamo che quando ho deciso di farti questa sorpresa ho chiamato una persona che ti è molto vicina in questo periodo, Jacopo, e gli ho chiesto di non dirti niente anche se lui mi disse che non riusciva a tenerti nascosto niente perché l'avresti scoperto. Così lui decise di far finta di lasciarti, e non immagini quanto sia stato difficile per lui farlo, in questi giorni non faceva altro che scrivermi che vedendoti che stavi male voleva venire da te e consolarti ma non lo poteva fare perché rovinava la sorpresa. Adesso ti aspetto qua a casa nostra, nel nostro piccolo mondo pronta ad abbracciarti>> una volta finito di leggere scoppio in un pianto liberatorio, poi mi alzo e vado verso la porta di Jacopo bussando più di una volta. Ad aprirmi è lui pronto con il suo zaino in spalla, lo guardo ancora con le lacrime agli occhi e poi mi butto tra le sue braccia, che mi sono mancate tantissimo. Rimaniamo così per un po' di tempo fin quando poi notiamo che siamo in ritardo per prendere il volo. Corro nella mia stanza e appena apro la porta trovo la mia borsa pronta sopra il letto. Guardo le ragazze e mi spiegano che Jacopo gli ha già raccontato tutto così dopo averle salutate corriamo fuori dall'hotel dove ad aspettarci c'è un taxi.
Durante il volo non abbiamo fatto altro che coccolarci, e baciarci. Mi mancava tutto di lui, soprattutto il suo sorriso che mi manda in tilt il cervello.
Arriviamo finalmente a Cagliari e dopo aver preso le borse usciamo fuori dove ad aspettarci troviamo mia madre. Corro verso di lei e mi butto tra le sue braccia stringendola forte a me.
<<mi sei mancata tanto>> le dico asciugandole le lacrime. Saluta Jacopo che in tutto questo tempo è rimasto fermo a guardarci e poi andiamo in macchina verso casa. Appena arriviamo dopo aver poggiato le borse in salone vengo assalita da Miele, il mio cane, che è felicissimo di vedermi. Glielo presento e poi gli faccio vedere la casa. <<e questa è la mia stanza>> apro la porta lasciandolo entrare. Diciamo che mi vergogno un po' a far vedere la mia stanza, perché ci sono un sacco di foto di quando ero più piccola e con i miei amici di qualche anno fa. <<mi piace la stanza, ha uno stile tutto suo>> gli sorrido sedendomi sul letto e poi ci raggiunge mamma, sedendosi affianco a me. <<Jacopo guarda qua>> gli indica una parte della stanza e lui si avvicina a guardarla, c'è un piccolo buco nel muro, che ho fatto quando con mio padre stavamo giocando in casa a baseball e per sbaglio con la mazza ho colpito male la palla facendola finire nel muro. Che ridere il giorno, con papà avevamo cercato in tutti i modi di coprire quel buco ma mamma lo scoprì comunque perché sentì il colpo. Dopo aver chiacchierato un po' andiamo a preparare il pranzo e mi metto ai fornelli con Jacopo che ha insistito ad aiutarmi, mentre mamma si sta occupando di apparecchiare la tavola. <<questo è l'esempio della mia vita di tutti i giorni, con l'unica differenza che di solito lavoriamo tutte e due e poi io vado in Accademia>> gli spiego mentre cuciniamo e lui annuisce dicendomi che gli piace molto stare qua e che la sua vita è molto simile a questa.
Finiamo di mangiare e decidiamo di fare un giro per Cagliari prima di partire di nuovo per Roma. Gli faccio vedere le scuole che ho frequentato, i luoghi dove vado più spesso e soprattutto la piazza che mi ha segnato per tutta l'adolescenza, quella che c'è vicino a casa mia, dove ogni giorno mi incontravo con i miei amici, fino a poco prima di partire. <<mi ricordo che ogni volta che dicevo ai miei che dovevo andare in piazza si lamentavano dicendomi di non fare tardi, perché puntualmente uscivo di pomeriggio e tornavo a tarda notte, non accorgendomi del tempo che passavo con gli altri>> rido guardando la faccia di mamma che scuote la testa ricordando quel periodo. <<beh quindi davi del filo da torcere>> ride e annuisco sorridendo. Dopo aver fatto orario per il volo, andiamo in aeroporto e salutiamo mia madre, promettendole che la farò venire a Roma da me. La saluto un'ultima volta e dopo aver fatto tutti controlli saliamo sull'aereo.
<<mi sono divertito tanto, veramente, mi è piaciuto entrare nella tua vita>> gli sorrido e lo bacio. Durante il volo mi addormento sulla sua spalla e appena arriviamo mi sveglia lentamente sussurrandomi nell'orecchio. Scendiamo dall'aereo e dopo essere usciti dall'aeroporto e aver preso il taxi, arriviamo in hotel dagli altri. <<eccovi qua! Ci stavamo aspettando per andare a cena>> entro in stanza e le ragazze mi abbracciano felici dal vedermi di nuovo allegra. Mi cambio e svuoto la borsa per poi scendere a cenare. <<Carla tocca a te>> mi indica Skioffi e continuo la canzone che stavano cantando con Marti e Gaia. Ovviamente sono stonatissima e infatti nelle note alte mi blocco e lascio cantare Gaia. Mentre ceniamo mi raccontano cosa hanno fatto e poi mi avvicino a Skioffi sedendomi sulle gambe di Jacopo che è vicino a lui. <<comunque adesso ho capito il discorso che mi hai fatto ieri, quindi tu sapevi tutto>> lo guardo con sospetto e annuisce sorridendomi. <<me lo ha detto subito quando voleva fare questa cosa e io non ero d'accordo però poi ha fatto tutto di testa sua>> lo guardo scuotendo la testa e poi ringrazio Skioffi per aver cercato di farmi capire cosa stava succedendo. Rimango lì a parlare con Fra, intanto che Skioffi, Devil, Stefano e Jacopo si organizzano per domani mattina. <<domani andiamo a fare un giro per i negozi? Voglio comprare qualcosa di nuovo>> approvo subito alla proposta di Fra e coinvolgo Gaia, Tali e Marti che anche loro accettano. Torniamo in stanza e facciamo delle dirette per passare un po' il tempo e poi ci corichiamo stanchissimi.

UN INCONTRO INASPETTATO Onde histórias criam vida. Descubra agora