Capitolo 28

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Ci svegliamo alle sei visto che tra due ore abbiamo l'aereo per tornare in Sardegna. Ci alziamo e ci cambiamo, e io sto peggio di ieri, non faccio altro che pensare a lui e al fatto che ha smesso anche di seguirmi e poi stamattina ho visto che mi ha bloccata su whatsapp. Mi fa stare male, tanto male questa situazione, e mi auguro passi in fretta perché non so quanto potrò resistere così. Scendiamo a fare colazione anche se non ho fame, mangio qualcosa per accontentare mamma che è preoccupata. Una volta finito controlliamo di aver preso tutto ed usciamo con le valige e prendiamo un taxi che mi porta in aeroporto. In macchina presto attenzione a ciò che mi circonda e possiamo davanti alla piazza dove la settimana scorsa stavamo ridendo e scherzando. La malinconia si impossessa di me ricordando tutti i bei momenti che ho passato con quelle fantastiche persone che mi porterò per sempre con me. Arriviamo in aeroporto e dopo aver passato i controlli saliamo sull'aereo. <<sei sicura? Siamo ancora in tempo per tornare indietro>> mi fa notare mamma ma sono convinta di questa decisione. Durante il volo ho passato tutto il tempo ad ascoltare le sue cover e a guardare le nostre foto che mi hanno fatto scendere qualche lacrima. Quanto mi mancherà la sua voce, e la sua stupidità quando si mette a ballare credendo di essere bravo. Mi mancherà stare in stanza con Gaia, Marti e Tali, le nostre litigate, le nostre chiacchierate notturne quando non riuscivamo a dormire, il disordine costante che c'era in stanza che anche se sistemavamo dopo cinque minuti era di nuovo tutto in disordine. Mi mancheranno gli scherzi che ci facevamo a cena, le canzoni che cantavamo tutti riuniti in una stanza, mi mancherà tutto e solo il pensiero di poter più vivere queste cose mi fa stare ancora più male.
Siamo atterrate all'aeroporto di Cagliari e una volta prese le valigie andiamo in macchina e ci dirigiamo verso casa. Da adesso inizia una nuova avventura fatta di ricordi e nuove esperienze. Non sarà semplice, anzi credo impossibile, però dovrò darmi forza e cercare di superare questo periodo. Mio padre mi ha sempre detto che chiusa una porta si apre un portone, e credo che questo sia il mio portone. Scendo dalla macchina ed entriamo in casa. Vado in camera mia e mi butto nel mio adorato letto, dove sono sprofondata tante volte. Disfo le valige e mentre sistemo la roba noto una felpa che non è mia, ma che ho già visto da qualche parte. La prendo e adesso capisco di chi è, Jacopo, ma non so come sia potuta finire qua, quando ho fatto le valige non mene sono accorta. Me l'avvicino al naso e respiro quel profumo che mi manda fuori di testa, così decido di indossarla anche se mi sta gigante. Finisco di mettere le cose nell'armadio e poi mi metto sul letto a controllare un po' i social. Jacopo è praticamente assente è come se si fosse volatilizzato. Mentre guardo le storie degli altri ragazzi, mi arriva un messaggio da Skioffi <<Carla, Jacopo mi ha raccontato cosa è successo. È distrutto, non mangia e non parla con nessuno, sta malissimo, ma come mai hai preso questa decisione>> non mangia e non parla, più ci penso più mi piange il cuore, ma sono sicura che gli passerà, basta solo un po' di tempo, forse. <<ciao Skioffi, mi dispiace tanto però ho spiegato a lui il motivo di questa decisione e mi fa stare male il fatto che stia così. Anche io sto male ma sto cercando di andare avanti, cosa che dovrebbe fare anche lui.>> gli rispondo e iniziano ad arrivarmi messaggi di tutti, alla quale rispondo inoltrando il messaggio che ho inviato a Skioffi. Sento bussare alla porta e appena si apre entra Ale con un lieve sorriso. <<che fai?>> si butta nel letto vicino a me, facendomi rimbalzare e la guardo male. <<sto rispondendo ai ragazzi che mi hanno chiesto cosa è successo dicendomi che Jacopo è distrutto e non parla e mangia>> mi guarda sbigottita e io annuisco. <<io ho sempre appoggiato le tue decisioni, ma in questo caso non posso accettarla, perché siete tutti e due innamorati l'uno dell'altra e stando così soffrite e basta>> io innamorata?! Non sono innamorata, almeno non credo. A me piace e basta. D'altronde è solo una cotta e si sa che questi amori sono passeggeri, che non durano mai molto a lungo. <<Ale capisci che non possiamo stare insieme?! È palese, lui passa tutti i giorni agli studi, torna alle otto/ nove in hotel e deve studiare. Io invece sono qua che inizio la riabilitazione è l'unico giorno che lo posso vedere è venerdì per la registrazione. Non è possibile mandare avanti una relazione vedendoci solo un giorno>> scuote la testa e si alza andando verso la porta. <<che fai?>> la guardo confusa e si gira a guardarmi <<non ho voglia di parlare, quando capirai l'errore che stai facendo vienimi a cercare>> apre la porta ed esce dalla stanza lasciandomi stupita dal suo comportamento. Non capisco perché se la sta prendendo tanto, a lei non le crea nessun fanno se io sto con Jacopo o meno. Mi corico di nuovo e ascolto un po' di musica così mi aiuterà a togliermi per un po' dalla testa questa situazione. <<Carla è pronto>> apre la porta Ale e annuisco alzandomi dal letto. Mi trascino fuori dalla stanza e lei non c'è più, non mi ha aspettata, non ci posso credere che è così arrabbiata con me. Arrivo di sotto e siedo a tavola, iniziando a mangiare in completo silenzio. <<è successo qualcosa?>> interviene mamma guardandoci e neghiamo tutte e due. <<quando porterai le tue cose qua?>> si rivolge ad Ale che mi sta fissando. Cerco di fare finta di niente e continuo a mangiare. <<non credo che starò qua, non mi fa di condividere lo stesso tetto con una persona che si fa del male da sola>> era palesemente rivolto a me e infatti mi sta guardando. <<io non sto facendo proprio un bel niente. Sei tu che ti arrabbi per niente>> puntualizzo e scuote la testa <<ah si, perché infatti sei contenta di aver rotto con Jacopo, vero? Sembra che ti piaccia stare male>> lascio cadere la forchetta sul piatto e la guardo malissimo <<come puoi dire una cosa del genere. Tu sai benissimo tutto quello che ho passato e il dolore che ho provato io, e sicuramente non era una cosa che volevo provare. Se ho chiuso con lui un motivo c'è>> quasi urlo e lei si spazientisce <<allora spiegami qual è questo motivo>> urla, prendo un bel respiro e inizio a parlare alzando la voce tanto quanto la sua <<non voglio soffrire di nuovo, come è successo con papà. Non voglio affezionarmi a una persona che quasi sicuramente un domani non farà parte della mia vita. Non voglio soffrire di nuovo e riprovare ciò che ho provato per la perdita di mio padre, lo capisci?!>> mi allontano dal tavolo con la sedia a rotelle e vado verso la porta, uscendo successivamente. Non voglio più stare lì a parlare con lei, non mi capisce e non potrà mai capire quello che ho provato io, nessuno potrà mai capirlo. Cammino, cammino e cammino, ho bisogno di liberarmi la mente, ho bisogno di sentirmi libera, tranquilla e felice. Arrivo nel mio parco preferito, dove ho passato tutta l'infanzia e gran parte dell'adolescenza, questo parco ha visto me felice, triste, arrabbiata, per ogni cosa mi sono sempre rifugiata qua e tornarci fa un certo effetto. Mi siedo su una panchina e mi godo il vento fresco che mi passa tra i capelli. Domani avrò la prima seduta di riabilitazione, mi cambieranno le bende e inizierò a muovere un po' la gamba. Non ne posso più di questa sedia a rotelle. Mi siedo di nuovo nella sedia e mi spingo verso casa, ormai sta facendo buio e non voglio far preoccupare mamma. <<ah finalmente figlia mia, mi stavo preoccupando>> mi abbraccia e non dico niente. Alessia non c'è, sarà di sopra e sinceramente in questo momento non mi interessa di quello che fa, tanto che salgo in camera e mi ci chiudo dentro per poi buttarmi sul letto. Prendo il cellulare e trovo dei messaggi da Marti che mi chiede come sto e mi dice come sta Jacopo, mi piange il cuore sapere che a causa mia sta così male. Cerco di farle capire che ormai io sto andando avanti e che lui deve fare lo stesso, dobbiamo andare avanti per il nostro bene e dimenticare questa storia. <<Carla la cena>> mi richiama mamma ma non scendo, mi è passata la voglia di mangiare voglio solo dormire. Mi stendo bene nel letto e dopo aver ascoltato un po' di musica mi addormento.

UN INCONTRO INASPETTATO Where stories live. Discover now