Capitolo 25

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Lucius si alzò dalla sedia su cui si era seduto pochi minuti prima, iniziando a parlare.
"Signori..." e rivolto alla moglie, l'unica donna presente "e signora." Fece una pausa, scrutando i volti mascherati dei presenti, con un'espressione più che soddisfatta in volto.

Draco era disgustato. E non sapeva se a disgustarlo di più fosse suo padre che credeva di portare a termine il lavoro iniziato da Voldemort o tutte quelle persone che ancora continuavano a seguirlo.

"Ciò che il nostro signore ha iniziato deve essere portato a termine. E noi lo faremo."

"Ma in che modo signore?" Chiese titubante una voce proveniente da uno dei tanti volti mascherati.

"Per prima cosa, raderemo al suolo Hogwarts e tutti i suoi studenti, fatta eccezione ovviamente per i figli dei mangiamorte." Sorrise sprezzante rivolto a Draco. "E mio figlio qui presente sarà la nostra arma segreta, non è vero figliolo?"

Draco avrebbe voluto alzarsi ed andarsene da lì. Ma non sarebbe servito a niente. Perciò decise di assecondare il padre, almeno fino a quando non avrebbe trovato un modo per fermare i suoi folli piani.

"Certamente. E, padre, se posso chiedere, quale sarebbe il mio ruolo in tutto questo?" Il biondo aveva fissato il suo sguardo in quello del padre, la sua voce era calma e rilassata.

Lucius lo guardò compiaciuto. "Tu dovrai farci entrare ad Hogwarts. Al resto penseremo noi."

Lucius continuò a parlare e a parlare, ma Draco non lo stava più ascoltando. Quando finalmente ebbero finito, si alzò dalla sedia, ma prima di poter fare un passo, suo padre si rivolse direttamente a lui.

"Draco, tu avrai anche l'onore di uccidere Harry Potter."

Glielo disse a bassa voce, quasi non volesse farsi sentire dagli altri. Ma forse gli altri già sapevano che sarebbe toccato a lui svolgere quel compito.

Draco cercò di rimanere impassibile, ma avrebbe voluto soltanto andare via da lì e non rivedere mai più né suo padre né tanto meno gli altri mangiamorte.

Il biondo si sforzò di sorridere per compiacere Lucius. "Sarà un piacere."

Non aspettò neanche una risposta dal padre. Si voltò verso la porta ed andò nella sua stanza.

Draco si stese sul suo letto, rimuginando su ciò che era successo e pensando a come uscire da quella situazione evitando che qualcuno si facesse male.

Ironia della sorte, in quel momento dalla finestra semi aperta si affacciò un gufo che Draco non riconobbe essere della famiglia, con una lettera per lui.

Il mittente di tale lettera era anonimo, ma Draco aveva già riconosciuto il gufo. Era quello di Harry.

Draco sorrise appena. Gli veniva quasi da piangere.

Si sedette sul letto ed aprì la lettera.

Draco,
Ho riflettuto molto su quello che è successo stamattina in treno, sulle parole che mi hai detto e soprattutto su quelLe che non sono stato in grado di dirti io.

Il biondo sentiva una morsa allo stomaco che quasi gli toglieva il respiro.

È da settimane ormai che non faccio altro che pensare a tutta qUesta situazione. E Credo che tu abbia ragione a pretendere da me una spiegazione.
Come ti ho già ripetuto molte volte, non posso dirtI niente, però credo che magari tU possa arrivare a capire il perché di tutto queSto.
Magari questa lettera, se la guarderai più e più volte, potrà esserti utile.

Draco rimase un po' interdetto dopo aver concluso la lettura. Era una lettera che di fatto non diceva niente. Non conteneva nemmeno il nome di Harry, ma Draco era sicuro si trattasse di lui. Non aveva senso. Perché non avrebbe dovuto firmarsi e perché lui avrebbe dovuto guardarla più e più volte? Semmai avrebbe dovuto leggerla.

Il biondo allora provò a guardarla nel suo insieme, senza soffermarsi sulle singole parole e sul loro significato.

Così facendo, notò che alcune lettere erano maiuscole, anche all'interno di una parola.
Perciò prese un foglio e vi scrisse tutte le lettere che Harry aveva scritto in maiuscolo.

D H L È U E C C I U S M T H

Non avevano un senso. Erano solo lettere messe a caso. Draco provò anche a formare delle parole con un senso rigirando le varie lettere, ma non trovava nulla.

Guardò di nuovo la lettera, e provò ad eliminare dal suo elenco le parole che Harry aveva scritto maiuscole dopo un punto.

L U C I U S

Era il nome di suo padre. Draco iniziava ad avere una mezza idea su cosa fosse successo, ma per esserne sicuro doveva vedere Harry. E doveva farlo al più presto.

* * * *

Harry si svegliò di soprassalto nel cuore della notte. Aveva sentito un rumore, ma non capiva da dove proveniva. Prese gli occhiali dal comodino e si alzò dal letto, facendo luce con la bacchetta.

Sentì il rumore di nuovo. Proveniva dalla finestra. Lentamente si avviò verso di essa e l'aprì. Il gufo di Harry entrò di volata, spaventando quest'ultimo.

Il moro prese la lettera dalle zampe dell'animale, aprendola lentamente. Era quella che aveva mandato a Draco non molte ore prima.

Draco aveva risposto sulla parte ancora non scritta della pergamena.

C'era solo un luogo, una data e un'orario.

31 Dicembre. Notturn Alley. 00:00.

Harry era incerto se andarci o meno. Draco aveva sicuramente capito qual era stato il motivo per cui Harry si era comportato in quel modo nelle ultime settimane, o per lo meno un'idea se l'era fatta.

Voleva vedere Draco, ma allo stesso tempo non voleva. Non sapeva come avrebbe reagito a ciò che gli avrebbe confessato, se gli avrebbe creduto oppure no, se lo avrebbe perdonato o si sarebbe infuriato con lui. E poi temeva, adesso più che mai, che Il padre di Draco avrebbe potuto davvero fargli del male, soprattutto adesso che il ragazzo era a casa.

Con questi pensieri in testa, si distese nuovamente sul letto continuando a rimuginarci, con l'unico risultato di essere solo più confuso di prima.

Harry ovviamente rimase sveglio fino alla mattina, incapace di chiudere occhio, e quando Ron lo venne a svegliare, si stupì di vederlo già vestito e pronto per scendere.

"Buongiorno Harry e buon Natale. Già sveglio?" Gli sorrise Ron, mentre si stropicciava un occhio.

Harry si alzò in piedi, salutando l'amico e augurandogli buon Natale.

Dopodiché scesero giù in cucina per fare colazione e per aprire i regali. Harry non poteva fare a meno di pensare a come sarebbe stato triste il Natale di Draco, e mentre sorrideva nel guardare quella che ormai era diventata la sua famiglia, decise che sarebbe andato all'incontro con il biondo, per non farlo sentire più solo e triste di quanto già non fosse e per fargli sapere che lui sarebbe stato al suo fianco, nonostante suo padre.


MY SPACE!

Buongiorno ragazzi, ho approfittato di questo periodo per scrivere, così che possa distrarmi per un po' e spero far piacere a voi. A breve credo che aggiornerò anche la reddie. Spero che stiate tutti al meglio, voi e le vostre famiglie. Vi mando un forte abbraccio. Passerà anche questo periodo.

Kiss kiss,

Ginevra🌈

Dopo la Guerra |Drarry|Where stories live. Discover now