Capitolo 23

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24 dicembre

Draco stava salendo sul treno che lo avrebbe portato a Malfoy Manor, dove, a quanto pareva, suo padre risiedeva. All'inizio non poteva credere al fatto che sua madre fosse al corrente di tutto. Lei aveva saputo fin dall'inizio quali erano i piani del marito.

Lucius credeva che ciò che il Signore Oscuro aveva iniziato andava finito. Era ancora accecato dal potere, dalla sua convinzione di superiorità, e come lui molti altri.

Quella sera, sulla Torre di Astronomia, suo padre aveva detto a Draco, o meglio, aveva costretto Draco a tornare a casa con lui per Natale. Non che fosse una festa sentita a casa Malfoy, o in qualunque altra casa di Mangiamorte, ma in quei giorni si sarebbero svolti incontri per compiere le prime azioni che avrebbero continuato il lavoro iniziato da Voldemort. Draco ancora non sapeva quale sarebbe stato il suo ruolo all'interno di questa faccenda, e in cuor suo non voleva scoprirlo.

Il biondo si sentiva ancora come si era sentito in tutti quegli anni: vulnerabile, sottomesso agli ordini di suo padre, e impaurito. Ma questa volta non temeva solo per la sua di vita. Lucius aveva fatto intendere a Draco di sapere di lui e Harry, e che non avrebbe esitato a far del male a quest'ultimo pur di avere Draco dalla sua parte. E Draco non aveva potuto far altro che assecondare ancora una volta le richieste del padre.

Quando Harry era andato ad augurargli buon Natale, poco prima dell'arrivo del treno, Draco avrebbe voluto implorarlo di rimanere con lui, di baciarlo e di abbracciarlo. Aveva nostalgia di quei pomeriggio passati insieme a lui e di quei baci tra una lezione e l'altra, nascosti in qualche corridoio deserto o in qualche aula vuota.

Draco cercò di scacciare questi pensieri: non voleva ricominciare a piangere. Rimandò indietro le lacrime, seppur a fatica, e salì sul treno da solo. Pansy era rimasta al castello poiché i suoi genitori erano molto impegnati col lavoro durante quelle vacanze e non sarebbero stati a casa quasi mai.

Il biondo scelse uno scompartimento vuoto, consapevole del fatto che nessuno si sarebbe seduto con lui, proprio come durante il viaggio di andata per Hogwarts. Decise di aprire un libro, senza badare minimamente a quale fosse, e si mise a leggere soltanto per occupare la mente. Non capiva nemmeno quali fossero le parole del libro, bastava che lo tenessero occupato.

* * * * * * * *

Harry era seduto insieme a Ron, Hermione e Ginny, che stavano parlando di qualcosa di cui Harry non si interessava minimamente. Il ragazzo stava guardando distrattamente fuori dal finestrino, osservando il susseguirsi di paesaggi.

I suoi pensieri volarono immediatamente a Draco. Chissà perché aveva deciso di tornare a casa all'ultimo minuto, quando Harry sapeva per certo che sarebbe dovuto rimanere a Hogwarts. Il moro decise di alzarsi per sgranchirsi un po' le gambe, erano ormai diverse ore che viaggiavano su quel treno.

"Harry dove stai andando?" Gli chiese Hermione, preoccupata, consapevole che per l'amico quello non era un periodo roseo, nonostante non ne conoscesse i motivi.

"Vado a sgranchirmi un po' le gambe, torno tra poco." Rispose lui, cercando di mantenere un tono tranquillo per non far preoccupare Hermione ancor più di quanto già non fosse.

"Secondo voi va tutto bene? Voglio dire, negli ultimi mesi sembrava stare meglio, e poi d'un tratto ecco che ritorna l'Harry depresso che era quest'estate, se non peggio." Disse Ron a bassa voce, non volendo che l'amico sentisse, nonostante fosse già alcuni scompartimenti più avanti.

"Non sta affatto bene. Non ci parla quasi più. E se proviamo a chiedergli se c'è qualcosa che non va si altera." Rispose Hermione.

"Potrebbe darsi il fatto che ci sia di mezzo una qualche ragazza?" La buttò lì Ginny. "Insomma, sappiamo tutti che con Calì non è andata, ma se ci fosse qualcun altro?"

"Speriamo ch sia solo per colpa di una qualche ragazza, e che non ci siano di mezzo cose più serie." Asserì Hermione.

"Per ridurlo così deve essere proprio una gran bella ragazza." Sussurrò Ron, ricevendo un'occhiataccia da Hermione, che causò le risate di Ginny.

Nel frattempo Harry stava camminando nel treno, cercando di scorgere Draco in un qualche vagone. Aveva ormai perso le speranze, quando vide una chioma bionda in uno degli ultimi scompartimenti del treno. Vide che era da solo, con l'unica compagnia di un libri, perciò si diresse verso di lui, non sapendo neanche cosa dirgli o se effettivamente dirgli qualcosa.

Quando il biondo si rese conto che qualcuno lo stava lo stava osservando, alzò di scatto la testa dal libro che stava leggendo. Quando vide che era Harry, nel profondo si sentì sollevato, ma gli rivolse uno sguardo annoiato e tornò a leggere il suo libro.

Harry si schiarì la voce, con un piccolo colpo di tosse. "Possiamo parlare?" Gli chiese sommessamente il Grifondoro.

"Che cosa vuoi ancora?" Chiese a sua volta Draco, chiudendo finalmente quel libro.

Harry si mise a sedere accanto a lui, al che il Serpeverde alzò un sopracciglio.

"Allora?" Lo esortò a continuare il biondo.

"Senti mi dispiace per l'altro giorno. Io vorrei solo che-" Ma fu interrotto da Draco.

"Se ti dispiacesse sul serio, avresti almeno la decenza di non rivolgermi la parola dopo quello che hai detto. A volte sei così stupido Potter." Esclamò il biondo, sprezzante.

"Lo so che può sembrare strano quello che ti ho detto ma-" Fu interrotto di nuovo.

"Non sembrava solo strano, non aveva un minimo di senso!"

"Tu non lo sai come stanno davvero le cose, non lo puoi sapere ciò che ha senso e ciò che non lo ha!"

Adesso si stavano praticamente urlando addosso, ma non importava a nessuno dei due.

"E allora dimmi come stanno davvero le cose!"

"Ti ho già detto che non posso!"

"E allora cosa ci fa ancora-" Draco non riuscì a terminare la frase perché si ritrovò le labbra di Harry sulle proprie. Doveva ammettere che gli era mancato così tanto in quella decina di giorni trascorsi dopo la loro rottura.

Harry sapeva che non avrebbe dovuto farlo, ma l'impulso di baciarlo era stato più forte di lui.

Fu un bacio breve, ma di cui entrambi avevano bisogno.

"E questo per cosa diavolo era?" Chiese Draco, adesso con un tono di voce normale.

Harry non rispose, si alzò semplicemente dal sedile e fece per uscire dallo scompartimento, ma Draco lo afferrò per un braccio, costringendolo a voltarsi, e fece combaciare ancora una volta le le loro labbra.

E questo non fu un bacio breve, né tanto meno casto.


MY SPACE

Allora, vorrei iniziare dicendovi che con l'inizio della scuola probabilmente gli aggiornamenti saranno un po' più sporadici, anche perché ho iniziato una nuova storia reddie, che vi invito a leggere (si chiama "Il segreto di Richie"), ma comunque cercherò di portarmi avanti con la stesura dei capitoli, in modo da averne sempre un paio, o almeno uno, pronti. Detto questo, ho cambiato il titolo a questo storia perché ormai l'altro, essendo cambiate le mie idee circa la stesura di questa fanfiction, non c'entrava più niente. Ho cambiato anche il mio nome utente tra l'altro. (So che dovevo postare nel pomeriggio ma mi sono scordata lol).

Vi auguro buona lettura.

Kiss, Kiss

Ginevra🌈

Dopo la Guerra |Drarry|Where stories live. Discover now