Capitolo 7

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Il giorno della gita ad Hosmeade era arrivato. Ron ed Hermione avevano provato nuovamente a convincere Harry ad uscire dalla Scuola ed andare con loro, ma lui non ne voleva sapere.

Harry si era alzato di malumore. Era uno di quei giorni in cui la tristezza, la nostalgia e la rabbia lo assalivano. Non capitavano molto spesso, e di solito gli passava in qualche ora, specialmente negli ultimi tempi, ma qualche volta succedeva. I suoi migliori amici cercavano di aiutarlo, ma lui non ne voleva proprio sapere. Ogni minima cosa lo infastidiva e non sopportava nessuno, nemmeno Ron ed Hermione.

"Harry, Sei sicuro di non voler venire? Possiamo andare a comprare qualcosa a Mielandia e bere una burrobirra da Madama Rosmerta e magari possiamo anche andare da..." insistette Hermione.

"No! Andate voi!" Rispose brusco Harry.

"Ma Harry dovresti uscire un po' e..."

"ANDATEVENE!" Gridò il ragazzo ai due amici.

Così, Ron ed Hermione, anche se erano preoccupati per il loro amico, uscirono dal dormitorio, ormai rimasto deserto, fatta eccezione di Harry e qualche altro studente. Avevano capito che in quei giorni era meglio fargli sbollire la rabbia e tutte le emozioni negative, altrimenti lo avrebbero solo fatto stare peggio.

* * * * * * * *

Draco era rimasto nella Scuola, ovviamente. Pensò che quel giorno, magari, avrebbe potuto mangiare nella Sala Grande, poiché ci sarebbero stati al massimo una decina di studenti, o forse meno.

Odiava dover stare a contatto con tutte quelle persone che lo giudicavano gratuitamente. E se si sentiva giudicato o anche solo osservato un po' troppo a lungo nei corridoi, s'incendiava d'ira e impiegava ore per calmarsi. E Draco si odiava per questo, ma non sapeva come cambiare, e anche se lo desiderava, non ci riusciva.

Quel giorno, poiché non ci sarebbe stato quasi nessuno nella Scuola, era di buon umore. Quella notte, riuscì anche a dormire per circa un paio d'ore di fila, senza fare sogni eccessivamente brutti.

Decise di saltare la colazione, poiché era tardi e non aveva nemmeno tanta fame. Si alzò dal suo letto e prese i libri, per ripassare qualche materia per il giorno seguente.

* * * * * * * *

Harry era sotto le coperte ormai da ore. Di uscire non ne voleva sapere, nemmeno per fare colazione in Sala Grande. Voleva solamente stare da solo, nessuno sarebbe riuscito a farlo stare meglio. E in fondo non voleva nemmeno che qualcuno provasse ad aiutarlo. Sapeva di meritare quel dolore, quella rabbia, sapeva di meritare tutto, anche se non era così. Si vedeva solo come un assassino che aveva causato la morte di molti maghi e streghe, senza però ricordarsi di averne salvati molti di più. Si vedeva come colui che aveva causato una guerra, ma non teneva conto del fatto che non era stato lui ad iniziarla ma era stato lui a concluderla dopo anni e anni di sofferenze per tutto il Mondo Magico.

Di sé stesso vedeva solo i difetti, ma non i pregi. E per quanto i suoi amici lo confortassero e consolassero, lui si sentiva ancora male, dilaniato dai sensi di colpa.

Certe volte avrebbe voluto solo farla finita con tutto e tutti, ma poi si ricordava che così sarebbe stato un vigliacco. E lui non voleva esserlo.

* * * * * * * *

In un batter d'occhio si era fatta l'ora di pranzo e Draco, per la prima volta in quasi un mese, aveva deciso di recarsi nella Sala Grande. Come aveva previsto, non c'era veramente nessuno, tranne un paio di Tassorosso, qualche Corvonere e nemmeno un Grifondoro.

"Perfetto!" Pensò tra sé e sé. Prese posto al tavolo dei Serpeverde, dove non c'era anima viva, e iniziò a mangiare tutte le prelibatezze che il castello offriva.

Dopo la Guerra |Drarry|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora