Capitolo 1

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Finita la guerra contro il Signore Oscuro, la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts era distrutta, come lo erano anche i suoi componenti, dai professori agli alunni. Tutti avevano subito grandi perdite.

Harry aveva perso Silente, Sirius, Piton ma anche molte altre persone alle quali teneva. Vedere come la morte strappava dal Mondo le persone troppo presto, l'aveva profondamente cambiato.

Non era più il solito Harry, che cercava di proteggere tutto e tutti e che aveva sempre tirato avanti, fin dalla tenera età. Adesso, dentro di sé, sentiva solo un immenso vuoto, che risucchiava ogni sua emozione. La fiamma che lo animava aveva smesso di bruciare, finendo per spegnersi.

Ron ed Hermione cercavano, vanamente, di farlo sentire meglio, di raccontargli belle cose e cercavano di portarlo fuori dalla sua stanza, ma lui non ne voleva proprio sapere.

Poi, una mattina, mentre Harry ancora dormiva in una delle camere della Tana, poiché stavano passando lì l'estate tutti insieme, Hermione fece irruzione nella sua stanza, senza nemmeno bussare, esclamando: "Harry! Harry! Sono arrivate quattro lettere da Hogwarts, direttamente dalla Preside McGranitt. Una per me, una per Ron, una per te ed una per Ginny."

Il ragazzo, che stava ancora dormendo, e proprio di Hogwarts non ne voleva sapere, rispose, con la voce ancora impastata dal sonno: "Herm, sta' zitta per favore. Sto cercando di dormire."

"Oh Harry, andiamo, basta piangerti addosso!" Rispose in tono brusco la ragazza. Subito, però, accortasi della rispostaccia data all'amico, si mise a sedere sul bordo del suo letto, carezzandogli la testa amorevolmente, proprio come farebbe una madre, e, sistemandogli i capelli ribelli dietro l'orecchio, aggiunse: "Harry, so che ti senti male e ti incolpi di ogni cosa, ma non è stata colpa tua. Niente è avvenuto per causa tua. Tu hai fatto tutto il possibile e anche di più per impedire molte morti, ma una guerra è pur sempre una guerra. E in guerra le persone muoiono sempre. E spesso sono le migliori a venir meno. Ma adesso tu devi rialzarti, riprenderti da ciò che è successo...e devi farlo per loro, cosicché non siano morti invano."

Harry sapeva che Hermione aveva ragione, ma era ancora profondamente scosso e turbato dall'accaduto. Però, sapeva anche che prima o poi si sarebbe dovuto riprendere, ed il pensiero di farlo per non rendere vane le morti dei vari maghi, fece come scattare qualcosa in lui, tanto che ripose all'amica dicendo: "Passami la mia lettera Herm."

Sul volto della giovane comparve immediatamente un sorriso a trentadue denti, e subito gli porse la lettera, sigillata da cera rossa, che Harry ruppe per aprirla.

"Caro Signor Potter,
Siamo lieti di informarla che, a fronte della riparazione di ogni danno subito durante la guerra, la nostra scuola sarà disponibile ad accoglierla per frequentare nuovamente il settimo anno, allo scopo di prendere i M.A.G.O. Qui troverà l'elenco di tutti libri di testo e delle attrezzature necessarie.
L'anno scolastico avrà inizio il 1º settembre. Restiamo in attesa del Suo gufo entro e non oltre il 31 luglio p.v.

Distinti saluti,
Minerva McGranitt
Preside"

Harry perse un battito quando lesse "Restiamo in attesa del Suo gufo", poiché pensò subito ad Edvige. Le mancava molto anche lei.

Una lacrima solitaria sfuggì al suo controllo, sgorgando dai suoi occhi stanchi e scivolando lungo quelle occhiaie chilometriche che aveva ormai da molto tempo.

Hermione, prontamente, gliela asciugò, facendogli una carezza sulla guancia.

Harry si gettò tra le braccia della sua migliore amica, scoppiando a piangere, e lei lo strinse forte. Era come se, stringendolo, riuscisse a non farlo scappare nel suo mondo fatto di sensi di colpa e tristezza.

Harry era scosso dai singhiozzi, e riuscì a calmarsi solo dieci minuti più tardi.

"Va bene Herm. Torneremo a scuola." Disse asciugandosi le amare lacrime. Non avrebbe permesso a quelle morti di essere vane.

* * * * * * * *

Draco aveva appena finito di leggere la sua lettera, speditagli dalla Preside McGranitt.

Non aveva avuto nemmeno un indugio. Ci sarebbe andato, avrebbe preso i M.A.G.O. e avrebbe condotto una vita onesta, per redimersi da tutte le cattive azioni commesse.

Non voleva essere il solito Draco, che disprezzava tutto e tutti fuorché sé stesso.

Voleva cambiare, migliorare, e il primo passo per farlo era cercare di condurre una vita onesta, e non come quella di suo padre, Lucius Malfoy, che adesso era rinchiuso nella prigione di Akzaban. Fortunatamente, aggiunse la sua mente.

Draco non aveva più nessuno, solo sua madre Narcissa. Non più un amico sarebbe stato pronto a sostenerlo, in quanto li aveva allontanati tutti dopo la Battaglia, credendo di non meritarli, non dopo ciò che aveva fatto. Azioni che, tra l'altro, nemmeno aveva voluto fare. Per colpa di suo padre, del Signore Oscuro e soprattutto per colpa sua aveva vissuto una vita senza averne mai il controllo, e adesso, che nessuno gli imponeva cosa fare, era perso. Perso e solo.

MY SPACE!

Amatemi perché domani ho la versione di greco ma sto scrivendo. Non dormo da tipo una settimana, o se lo faccio solo per due o tre ore, quindi se trovate errori segnalatemeli grazie.

Con questo, vi auguro buona lettura!

Kiss kiss,

Ginevra🌈

Dopo la Guerra |Drarry|Where stories live. Discover now