Sugar and books. (5)

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Bellamy Pov

Un suono assordante mi sveglia.
Con fatica cerco di alzarmi ma non c'è la faccio, così trovo una soluzione più pratica:
con le poche forze che ho, prendo la sveglia, e la lancio contro il muro.
Per quale cazzo di motivo ho comprato una sveglia?
Beh, ora non c'è più, ne rimangono solo i resti sul pavimento e i segni sul muro.
Vorrei riaddormentarmi ma ormai sono sveglio.
Prendo il cellulare e guardo l'orario.
Sono le 4 passate di lunedì e tra 2 ore circa devo presentarmi a lavoro.
Dopo un sabato ,passato ad ascoltare la Griffin blaterare, e una domenica, passata a stracciare Murphy a call of duty, l'unica cosa che voglio è un caffè.
Mi alzo con fatica e, uscendo dalla mia stanza, mi avvicino all'angolo cucina.
Il tempo di preparare il caffè e berne un sorso che qualcuno suona alla porta.
A quest'ora sono sempre l'unico sveglio nell'edificio, quindi, solo 2 persone possono essere: o è Clarke la rompipalle, o è il tristo mietitore venuto per portarmi nel regno dei morti.
Spero la seconda.
bevo il caffè ignorando il campanello, prima o poi si stancherà no?
Suona di nuovo.
Bevo un altro sorso.
Il suono si ripete.
Continuerà tutto il giorno vero?
Sospiro e vado ad aprire alla porta.
《Hai lo zucchero che ci hai fregato sabato?》mi chiede, in tono acido, una biondina con i capelli scombinati e un pigiama tutto nero.
Ah non sapevo che la principessina fosse pure una dark.
Ha gli occhi quasi chiusi, sembra stia dormendo.
《Tu sei sonnambula, torna a dormire.》 Inizio a dire in tono giocoso《Domani te ne tornerai in Filadelfia e non metterai mai più piede qui.》
Mi guarda irritata e mi scappa da ridere
《Senti.》si strofina gli occhi con la mano sinistra《Per pagare l'affitto, alle 6 devo stare a lavoro. Quindi adesso mi dai lo zucchero e io mi levo dalle palle, okay?》Dice in tono irritato.
È divertente vederla arrabbiata.
《La proposta mi tenta ma mi duole dille che dovrò rifiutare.》
Mi guarda con un espressione compresa tra  l'irritazione e il disgusto.
Sbuffa e entra nel mio appartamento.
Ah già, dimenticavo che alla principessa non bisogna dire di no.
Ma con chi ho a che fare?
Chiudo la porta e quando mi giro la vedo nell'intento di raggiungere il pensile doppio dove teniamo i piatti
《Scusami?Questo sarebbe il mio appartamento.》
《Dimmi dove hai messo lo zucchero.》dice senza guardarmi.
Incrocio le braccia.
《Perché dovrei metterlo lì?》
chiedo.
《Non lo so.》fa spallucce e passa ad un altro mobile《Ma se dovessi nascondere qualcosa, la metterei in un posto dove nessuno cercherebbe.》
Alzo gli occhi al cielo.
Non può essere seria.
Mentre apre il sottolavello, io mi avvicino, apro il casetto delle posate, e, vicino a qualche vecchia busta di ketchup, trovo lo zucchero.
《Ve l'avrei ridato oggi. Perché hai deciso di darmi fastidio alle 4 del mattino?》
gli chiedo prima di mostrarle la piccola zuccheriera.
Mi studia con lo sguardo.
《Perchè ,al momento, non mi va di avere vicino una persona che mi piace.》
Dice togliendomi la zuccheriera dalla mano.
Cammina dritto verso la porta e se ne va.
Che presuntuosa.
Non solo quella abita con mia sorella, ma deve pure introfularsi in casa mia per cercare una stupida zuccheriera.

Mi ritrovo a fissare la porta per qualche minuto.
Quella Griffin nasconde qualcosa.
Sono davvero l'unico che se ne è accorto?
Si comporta sempre in modo strano ed è sempre attenta alle mosse che fa.
Come se giocasse ad una infinita partita a jenga.
Il problema è che ora è entrato un nuovo giocatore in partita.

E non la lascerò vincere.

***

Passo la giornata a riordinare e sfogliare diversi libri.
È da un paio di giorni che la libreria è sempre vuota, se continua così, Indra sarà costretta a chiudere.
Sospiro mentre pulisco lo scaffale dei libri storici.
Ricordo perfettamente il giorno in cui entrai qua dentro, per la prima volta, con mia madre, avevo solo 7 anni eppure ero ossessionato da questa sezione. A quei tempi la libreria era gestita da un giovane ragazzo di nome Marcus Kane.
Ricordo che passavo ogni giorno da lui dopo scuola e ci rimanevo fino e tardi... avevo troppa paura di tornare a casa dai miei genitori...
Marcus mi raccontava dell'università che frequentava e mi aiutava con i compiti.
2 anni dopo, quando mia madre morì, Marcus decise di regalarmi un libro scelto da me.
La scelta fu immediata: L'Iliade.
E ora che sto pulendo un'altra copia di questo capolavoro antico non riesco a non farmi mancare quei giorni.
Quando Raggiunsi i 16 anni, Marcus cambiò città con sua moglie e il negozio passo ad una sua cara amica che mi assunse subito: Indra.
Non ho mai saputo dove si fosse trasferito Kane e non l'ho mai più rincontrato, per quanto io sappia potrebbe essere morto ora.
《Mai conosciuto un ragazzo così affezionato a quel libro.》
Mi giro e vedo Indra vicino alla porta d'ingresso
《Hey capo.》le faccio cenno con la testa e poso il libro nello scaffale.
《Non esiste solo quello scaffale. I libri per bambini sono pieni di polvere.》mi dice con uno sguardo annoiato.
《Quei cosi i bambini non li toccano.》dico indicando la "zona bambini"...
"L'arcobaleno dell'infanzia" così O' chiama quella stanza tutta colorata.
《E poi come si fa crescere un bambino con le credenze scritte la sopra? Principesse e draghi? davvero?》ritorno a guardare L'Iliade.
《Ai bambini dovrebbe essere insegnato come vivere.》
Lei mi scruta con lo sguardo.
《Non hai torto Blake.》dice mentre sale le scale per il piano di sopra《Ma se non pulisci quegli scaffali stai certo che rimani senza lavoro.》
E sparisce al piano di sopra.
《Ok capo!》urlo.
Pulirò quegli scaffali.
Ma non ho detto quando.
Sento la porta aprirsi.
《Salve sono qui per il lavor...》
Mi giro e la vedo.
indossa una semplice maglia di cotone a maniche lunghe e dei jeans nero scuro.
I suoi occhi studiano i miei.

《Bellamy?》Chiede

Mi sembra sia passato un secolo.
Le sorrido mentre mi viene incontro, abbracciandomi.

《Echo.》rispondo.

ɪ ᴄᴀɴ'ᴛ ᴘʀᴇᴛᴇɴᴅ. (in Revisione)Where stories live. Discover now