20. L'ULTIMO PEZZO MANCANTE

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[Nashi Pov]

Non ci credo... Ci sono riuscita. Finalmente sono riuscita a scappare da quest'inferno. Sfruttando quella stupida competizione tra maghe, sono riuscita a scappare.
Non faccio in tempo a gioire che un pugnale mi sfiora la guancia. Merda, mi hanno seguita.
Corro, corro e non mi fermo anche se sono stanca. Sono finita in un bosco, ma non ho la più pallida idea di dove mi trovi. Riesco a schivare quche coltello lanciato dal mio avversario ma uno mi colpisce la coscia facendomi crollare a terra. Con uno sforzo immane e con l'aiuto delle mie fiamme mi arrampico su un albero incendiando la parte di terreno che univa la mia posizione a quella del mio nemico.
Passata la notte decido di provare a scappare senza farmi notare. Dopo un paio di minuti però sento dei passi raggiungermi. Riutilizzo lo stesso metodo.
La battaglia è andata avanti per giorni con l'aggiunta di un nuovo nemico per me; un uomo alto e robusto. Avevo quasi deciso di arrendermi quando noto un ragazzo combattere contro l'uomo che si era unito più tardi alla battaglia. Poi vidi del ghiaccio partire dalle mani del ragazzo. Del ghiaccio..... Osservai meglio il ragazzo dai capelli corvini, riuscendo così ad intravedere due fessure color ghiaccio concentrate sul mago che aveva di fronte. Quegli occhi li riconoscerei tra mille.
Storm.

Con più' grinta di prima riprendei a combattere, stendendo poco dopo l'avversario.
Corsi verso il ghiacciolo ma la gamba ferita mi faceva ancora male e avevo perso troppo sangue.
Stavo per cadere a terra quando lui mi prese e mi strinse a se. Le sue braccia muscolose e calde mi facevano sentire a casa.
Era tutto perfetto quando una fitta al ventre mi fece irrigidire. Un pugnale mi aveva trafitto da parte a parte.
Il mio avversario si era rialzato e aveva sferrato un altro coltello che aveva graffiato il corvino, ma prima che potesse fare altro, Storm lo congelò all'istante.
Il corvino ritornò a guardarmi, adesso con sguardo disperato. Tolse delicatamente il pugnale dalla mia pelle e avvolse la sua giacca sulla mia ferita. Sputai un fiotto di sangue prima di chiudere gli occhi, mentre il buio sostituiva la figura del ragazzo che tanto avevo aspettato.

[Pov Storm]

Disperato, presi la ragazza in collo e iniziai a correre verso il treno, mentre il sangue mi offuscava sempre di più la vista.
Avevo mandato a termine l'incarico e quindi dovevo ritirare la ricompensa, ma in quel momento non me ne fregava proprio nulla.
Presi il treno. Gli occhi di tutti puntati sulla ferita, ma appena vedevano il mio sguardo che variava dal terrorizzato al triste all'incazzato, distoglievano subito lo sguardo.

Passai più di un'ora con le lacrime agli occhi, e Nashi sdraiata sulle mie gambe mentre le accarezzavo i capelli.
Appena arrivati a Magnolia mi precipitai verso la gilda. I muscoli delle braccia bruciavano, le gambe stavano per cedermi e il sangue continuava a scorrere fluido sul mio volto, ma in quel momento niente mi avrebbe fermato.
Una volta visto l'edificio accellerai il passo procurandomi un forte dolore ai miei arti inferiori. Tirai un calcio alla portone della sede, facendo girare tutti i presenti.

Mi dispiace riportati a Fairy Tail, a casa, ridotta in questo modo Nashi...

Gray - Storm, che-?!

Natsu & Lucy - NASHI!!

Niall - Na-shi...

I genitori della dragon slayer corsero verso di me, seguiti dal figlio che avanzava a passo esitante.

Storm - Presto! È ferita gravemente!

Juvia - Strom anche tu-

Storm - Io sto bene mamma! Portate Nashi in infermeria

Il rosato non se lo fece ripetere due volte. Prese sua figlia tra le braccia e, dopo averla strinta forte a se per dargli il ben tornata, si affrettò ad andare in infermeria seguito dalla famiglia, più Reiki che restava appiccicato al primogenito.
Sorrisi nel guardare quella scena poi poco dopo caddi in ginocchio esausto. Mi sdraiai a terra privo di forze, mentre la vista si stava facendo più offuscata finchè l'unica cosa che vidi fu mio padre corrermi in contro gridando il mio nome, poi buio.

~Skeep time~

Apro un occhio, ma lo richiudo subito per la troppa luce. Dopo un po' riprovo ad aprire gli occhi lentamente e, appena mi abituo alla luce del sole che filtra da una finestra poco distante da me, riconosco il posto in cui mi trovo.
Sono in una stanza dalle pareti bianche, sdraiato su un lettino. Giro leggermente la testa e noto una folta capigliatura rosa sparsa sul cuscino del letto accanto al mio. Subito il ricordo di Nashi col pugnale conficcato nel ventre mi invade la testa.
Mi metto a sedere di scatto senza pensare, procurandomi una forte fitta di dolore a tutto il corpo. Non ci penso troppo e mi alzo in piedi. Le gambe mi cedono e casco in terra con un tonfo.
Subito arriva mio padre con sguardo preoccupato

Gray - Strom! Non devi alzarti, devi ancora guarire.

Storm - Na-shi

Gray - Nashi sta bene... Non è più in pericolo di vita. Piuttosto rimettiti subito a letto!

Io non lo ascolto ancora preoccupato per la ragazza.

Strom - Per quanto ho dormito?

Gray - Tre giorni.

Tre giorni....
Cerco di nuovo di rialzarmi per raggiungere la ragazza, ma è tutto inutile, le mie gambe sono a pezzi

Gray - Storm, ho detto che devi tornare a letto!

Storm - Portami da Nashi... Per favore

Dopo qualche attimo di esitazione, mio padre si decide ad aiutarmi ad alzarmi e a farmi sedere difianco alla fiammella.
La osservo. Osservo il suo viso addormentato che sembra così tranquillo, i suoi occhi chiusi, la sua bocca semi aperta, i suoi capelli scompigliati, poi mi soffermo su un particolare. Sulla guancia aveva ancora la cicatrice. Gli sfiorai il piccolo taglio con la punta dell'indice.
In quel momento sentii la porta chiudersi alle spalle di mio padre.
Una volta soli, presi l'esile mano di Nashi tra le mie. Era fredda, sembrava la mano di... Di un cadavere.
Una lacrima scese sul mio volto, poi un'alta e un'altra ancora.
Mi lasciai andare e scoppia in un pianto frenetico accasciandomi sulla mano della ragazza.
Scusami Nashi se non ho mantenuto la promessa, scusami se non ti ho protetta, scusami se non sono riuscito a salvarti, scusami se hai sofferto a causa mia. Scusa, scusa, scusa!
Strinsi ancora più forte la mano, adesso più calda, della dragon slayer.
Sentii le sue dita muoversi leggermente nella forte stretta delle mie mani. Alzai subito la testa per guardare se potevo incontrare ancora quegli occhi color nocciola che tanto amavo, ma niente.
Mi riaccasciai sul lettino fino ad addormentarmi.

In quel momento non mi accorsi però che avevo cometamente resettato la mia mente, il mio cuore.

In quel momento non mi accorsi che l'amore che finalmente avevo compreso di provare per la ragazza, si nascose nuovamente nei meandri del mio cuore.

Nei giorni successivi restai sempre nella stanza, vicino alla fiammella. Mangiavo e bevevo solo l'indispensabile, non mi muovevo da lì, apparte per necessità.
Versai altre lacrime, nascosto dalla vista di sguardi altrui.
Poi, passati cinque giorni, potei rivedere quei grandi occhi marroni.

Le lacrime stavano ancora scendendo silenziose lungo il mio volto, fino a cadere sulla delicata mano della ragazza. Sentii muoversi flebilmente le dita che avevo intrcciate con le mia. Alzai leggermente lo sguardo poco convinto, sicuro che anche quella volta non avrebbe aperto gli occhi e infatti fu così.
Restai a guardare il volto rilassato di Nashi fino ad addormentarmi.
Non so per quanto tempo dormii quel giorno, so solo che il risveglio fu uno dei più belli della mia vita...

🔥Senza il fuoco il ghiaccio non può sciogliersi❄ Ft Next generationWhere stories live. Discover now