13. È TUTTO INUTILE

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[Pov Strom]

Ormai erano giorni che girovagavo per il bosco seguando quelle che credevo fossero le tracce dei rapitori di Nashi.
Nel frattempo continuavo a tenere ben custodita nello zaino quella ciocca di capelli rosa.

Ormai saranno passate alcune settimane da quando sono partito, i miei saranno sicuramente preoccupati e anche Sylvia e tutti gli altri, ma non posso mollare tutto ora che sono così vicino a trovare la fiammella. Sì, perchè ne sono sicuro, sono vicino.

Le tracce che avevo seguito fino a quel punto si interruppero davanti ad un roveto. Guardai un po' intorno ma non c'era traccia del continuo dei passi. Provai a guardare dietro il roveto, ma non vidi niente. Poi mi accorsi che in quella pianta spinosa c'erano punti dei rami privi di spine.
Provai a tirarli e ciò che ne conseguì mi lasciò a bocca aperta. Si era aperto un passaggio nel terreno. Una lunga scalinata in marmo portava in una stanza sotterranea illuminata solo dalla flebile luce delle torce.
Cautamente scesi le scale per raggiungere la stanza. Appena arrivai,  notai un lungo corridoio affiancato da celle contenenti ragazzi e ragazze ridotti in pessime condizioni.
Percorsi quel corridoio finchè due uomini non mi bloccarono la strada. Con non poca difficoltà mi sbarazzai dei due, uscendo dal combattimento con quelche ferita da arma da taglio. Infatti quelle che credo siano guardie sono munite tutti di una spada o di una katana. Ne incontrai altri due a pochi metri di distanza e così via, a distanza di qualche metro, continuando a camminare verso una meta ignota.
Alla fine raggiunsi una stanza dove erano contenuti più ragazzi. Quest'ultimi sembravano quelli messi peggio, ma nonostante le gravi ferite che portavano avevano lo sguardo di chi non si è ancora arreso.
Mi guardarono tutti storto, per poi trasformarsi in uno sguardo pieno di speranza, ma io non feci caso a quei tanti occhi sconosciuti puntati su di me. Ero impegnato ad osservare una figura nascosta nell'ombra. L'espressione priva di ogni sentimento del suo viso delicato contrastava quei suoi occhi color nocciola ancora pieni di vita e di speranza. Senza accorgermene mi stavo avvicinando sempre di più alla cella. Una lacrima scese silenziosa sul mio volto, quando la figura ancora nascosta nell'oscurità si giró verso di me riconiscendomi.
Lentamente la ragazza si avvicinò verso di me con passo esitante, lo sguardo fisso nei miei occhi di ghiaccio, i suoi capelli arruffati che ondeggiavano ad ogni suo movimento.
La sua candida pelle delicata era rovinata da brutti tagli e bruciature sparse per il corpo. Una cicatrice ben visibile gli attraversava la guancia leggermente arrossita.
Ormai era a due passi da me e potevo sentire il suo respiro irreglolare unirsi al mio che accelerava alla vista della rosata.

Storm - Nashi...

Un sussurro pronunciato col sorriso.
Un sorriso che non facevo da tempo.

Nashi - Storm!

Un esclamazione pronunciata con un sorriso. Quel sorriso che non vedevo da troppo tempo. Il sorriso di cui mi sono innamorato.

Storm - Ti tirerò fuori da qui!!

Nashi - È impossibile...

L'espressione della prigioniera si imcupì tutta d'un tratto.

Strom - Ma che dici Nahsi... Niente è impossibile per un mago di Fairy Tail

Delle voci in lontananza spezzarono il silenzio che si era creato nella stanza.

Nashi - Scappa finchè sei in tempo...

Storm - No! Io non ti abbandonerò un'altra volta. Io ti tirerò fuori da qui e ti riporteró alla gilda!

Le voci erano sempre più vicine e l'espressione della ragazza era sempre più impaurita.

Nashi - Ti prego Storm... Non voglio che ti facciano del male.

Ormai era scoppiata a piangere.
Le presi le mani per rassicurarla e la guardai dritta negli occhi.

Storm - Avevo promesso di proteggetti e non ho mantenuto la mia parola. Adesso che sono qui non ti lascerò andare!

Nashi - Ti prego.... Strom scappa... Non voglio vederti soffrire

Le voci ormai erano vicine.

Nashi - Strom torna a casa.... Io me la caverò.

Storm - No...

Nashi - Scusa se ti ho fatto soffrire, ma adesso dimenticati di me... Scusa ancora

La ragazza mi spinse via con la poca forza che le rimaneva in corpo proprio nel momento in cui le guardie arrivarono.

X - Ei bellezza è arrivato il tuo turno.

L'uomo aprì la cella e ne fece uscire Nashi che provava a liberarsi dalla forte presa ma senza successo.
Restai a guardare quell'orribile spettacolo con l'idea di intervenire, ma lo sguardo contraddittorio che la fiammella mi lanciò mi fece capire che dovevo tornare a casa.
Mi allontanai  più in fretta possibile nella speranza che nessuno mi vedesse, ma per mia sfortuna due gardie mi sbarrarono il passaggio con due katane. Mi avventai su di loro creando un grosso blocco di ghiaccio che disarmò uno, ma il secondo lo tagliò in due pezzi con facilità. Decisi di mettere k.o. l'uomo disarmato con una raffica di frecce di ghiaccio, mentre iniziava il lungo combattimento con il più forte. Andando avanti nella battaglia cercavo di avvicinarmi sempre di più all'uscita finché finalmente non raggiunsi il primo scalino. Mentre salivo velocemente le scale, tenevo impegnato con una miriade di scaglie di ghiaccio il mio avversario. Finalmente raggiunsi l'ultimo scalino e così uscii in tutta fretta. Bloccai l'uscita con una lastra di ghiaccio e corsi con tutta la forza che ancora avevo verso il treno che mi avrebbe riportato a casa.

Adesso ero seduto, ancora con il fiatone, su un sedile del treno. Intorno a me c'erano pochissime persone e quelle poche che erano presenti mi guardavano preoccupati o incuriositi a causa delle ferite che riportavo su tutto il corpo. Feci l'indifferente e mi misi a guardare il paesaggio. Nella mia mente si fece vivida l'immagine del corpo rovinato della mia Nashi. Già dopo poche settimane l'avevano ridotta malissimo, chissà che cosa le sarebbe accaduto se fosse restata lì ancora a lungo. Pensieri negativi mi attraversarono la testa, così la scossi per scacciarli.

Ormai il treno era arrivato a destinazione ed io scesi con passo stanco per dirigermi alla gilda.
Camminando per le strade della città vidi tutte le decorazioni natalizie che davano vita al luogo. Era già passato così tanto tempo?!
Mi bloccai davanti al portone della sede di Fairy Tail. Trattenni le lacrime ed entrai. Notai che anche la gilda era decorata in maniera fastosa.
Appena i miei genitori mi videro, corsero verso di me abbaracciandomi. Io gemetti leggermente per il dolore e sentendomi i due si staccarono subito preoccupati.

Gray - Dove eri finito per tutto questo tempo?! Ormai è la vigilia!

Domani sará Natale...

Juvia - Eravamo preoccupati per te

Sylvia - Sei andato a cercare Nashi, non è così fratellone?

La voce fredda e priva di ogni sentimento di mia sorella mi fece ribollire il sangue nelle vene.
Superai bruscamente i miei genitori e mi diressi versi la turchina che superai. Mi bloccai pochi passi dietro di lei

Strom - E anche se fosse, a te che te ne frega?

Lei non rispose.
Dovetti trattenermi per non iniziare ad urlarle contro.
Ripresi a camminare e mi sedetti su uno sgabello davanti al bancone dove Mirajane mi chiese se volevo qualcosa ed io le diedi una risposta negativa.
Mi accasciai sul tavolo di legno, la testa poggiata sulle braccia, le mani strinte a pugno e le lacrime che ormai scendevano silenziose lungo il mio viso, nascosto alla vista di tutti.

Domani sarà il giorno di Natale.... Il primo Natale senza Nashi.

🔥Senza il fuoco il ghiaccio non può sciogliersi❄ Ft Next generationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora