17. CILIEGI IN FIORE

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[Pov Storm]

Ormai era passato un altro mese e la fioritura dei ciliegi era alle porte. Erano tutti entusiasti all'idea di vedere i bellissimi ciliegi arcobaleno di Magnolia, ma io no. Il momento della fioritura l'ho sempre passato con Nashi, o che io volessi o trascinato a forza dalla ragazza, lo passavo sempre insieme a lei.
Quest'anno non avrei potuto vedere lo spettacolo insieme alla dragon slayer quindi non aveva senso andarci.
Più persone in diverse occasioni avevano tentato di farmi cambiare idea, ma invano. Non ne volevo sapere, è troppo doloroso.

Era Aprile... Gli uccellini contavano la mattina, il sole splendeva alto nel cielo azzurro, la tiepida brezza ti scompigliava i capelli; la primavera era ormai arrivata. Il clima confortevole portava pace e serenità a tutti, ma non a me. La felicità che imperversava nell'aria mi faceva solamente irritare, dato che al felicità io non so cosa sia da diverso tempo.
Tutti alla gilda erano così sorridendti, tutti resi felici dalla primavera e dalla  imminente festa della fioritura dei ciliegi che sarebbe avvenuta  oggi stesso.

Ormai era tardi, ma io non volevo muovermi da camera mia.
I ripetuti richiami di mia madre e di mia sorella non avevano fatto alcun effetto su di me. Non volevo uscire per nessuna ragione.
Alla fine le due si sono arrese dirigendosi con papá alla festa, lasciandomi solo, immerso nel silenzio assoluto di casa mia.
Rannicchiato come sempre in un angolo del mio letto, le gambe strette al petto, le mani che le avvolgono e la testa nascosta tra le ginocchia. I miei pensieri viaggiavano sempre intorno ad un unica persona, alla solita ragazza. Ma questa volta le lacrime amare che per mesi avevo versato non avevano intenzione di uscire. Lo sguardo vuoto, triste, la gola secca , le mani tremanti, ma il ghiaccio nei miei occhi non sembrava volersi sciogliere, non quel giorno.
Passati diversi minuti o forse ore in quella posizione, mi alzai e mi decisi ad uscire dalla mia stanza buia per venire accecato dalla luce abbagliante del sole che penetrava dalle finestre di casa mia.
Probabilmente era già pomeriggio e la festa era iniziata da un bel po'.
Mi diressi verso la finestra che dava sul giardino. Appena l'aprii una dolce e fresca brezza mi passò tra gli scompigliati capelli corvini, accarezzandomi delicatamente il volto stanco e rovinato.
Appoggiai i gomiti sul davanzale godendomi l'aria profumata di fiori. Chiusi gli occhi. La luce solare mi scaldava il viso. Si potevano udire i canti allegri degli uccellini in lontananza.
Ad un tratto qualcosa sfiorò la mia guancia per poi cadere delicatamente sul pavimento del salotto. Mi girai curioso di sapere. Un petalo, era un petalo di ciliegio. Mi chinai per raccoglierlo, restando però accovacciato per diverso tempo ad ammirarlo... Era proprio dello stesso colore dei suoi capelli.
Tornai alla mia posizione precedente con ancora il petalo rosa stretto fra le mani. Una volta arrivato alla finestra lasciai la presa dal piccolo petalo. Una folata di vento lo fece volare, seguito da altri puntini rosa di diverse dimensioni. Rimasi ad a osservare lo spettacolo e non mi accorsi che anche quel giorno il ghiaccio nei miei occhi aveva finito per sciogliersi, lasciando scorrere un fiume cristallino lungo le mie guance arrossate.
Ora capisco perchè a Nashi piacciano tanto i ciliegi in fiore.
E dopotutto i sui capelli le si addicono alla perfezione. Lei è come un fiore di ciliegio, il mio fiore... Bello e delicato, ma allo stesso tempo forte e resistente, ammirato da tanti e odiato da pochi. Ma il vento ha soffiato troppo forte e il piccolo fiore ha smarrito la strada e si è separato dai suoi amici. Chissà se la piccola creatura ritroverà mai la sua casa e la sua famiglia o verrà persa per sempre, scomparsa agli occhi degli altri, ma ancora presente nei loro ricordi... Il suo ricordo ancora vivo solo nei loro cuori.

Mi accascio a terra tirando un pugno al muro provocandomi un piccolo taglio da dove rivoli di sangue rosso scorrono indisturbati sulla mia candida pelle

Storm - Maledizione!

Le lacrime non si erano ancora fermate e adesso il pavimento, oltre che bagnato dalle goccioline che colavano dai miei occhi, era sporco di sangue.
Quell'immagine mi provocò solo brutti pensieri. L'immagine di Nashi ferita, che piange distrutta, disperata per ciò che magari gli stanno facendo. Non riuscivo a togliermi dalla testa la fiammela stessa a terra piva di sensi, immersa in una pozza di sangue vivo, il suo sangue.
Un conato di vomito mi risalì per la gola, così corsi in bagno il più in fretta possibile. Dopo aver vomitato anche l'anima rimasi nella stanza accasciato a terra con la schiena appoggiata al muro privo di forze, anche a causa del salto dei pasti.
Senza accorgermene mi addormentai, risvegliato dai richiami preoccupati di mio padre. Ero svenuto per non so quanto tempo.

Gray - Strom! Storm rispondimi. Ti prego Storm apri gli occhi! Storm...

Storm - pa-pà...

Gray - Grazie al cielo!!

Le due possenti braccia di mio padre mi avvolsero affettuosamente. Io mi lasciai cullare dal battito un po' troppo accellerato del cuore dell'uomo, fino ad addormentarmi.

Il giorno dopo mi risvegliai sul mio letto con un mal di testa allucinante.
Mi alzai dal morbido materasso, ma le gambe mi cedettero e così caddi in terra. In quel momento entrò mia mamma con una tazza di quel che sembrava te caldo in mano.

Juvia - Non ti sforzare tesoro... Hai la febbre alta quindi resta pure a letto.

Con l'aiuto della turchina mi rimisi sotto le coperte, presi la tazza di te e la bevvi a piccoli sorsi.
Ero proprio esausto e questo fu una fortuna perchè a causa della febbre la mia mente non riusciva a pensare a niente.
Ma mai avrei creduto che di lì a poco una persona sarebbe ripiombata nella mia vita lasciandomi solo dolore e rimpianto nel mio animo ormai a pezzi...

🔥Senza il fuoco il ghiaccio non può sciogliersi❄ Ft Next generationWhere stories live. Discover now