« Avevamo appena finito di sistemare la mia camera al campus. C'era un caldo così afoso quel giorno, sembrava di respirare acqua. Chris si lamentava ogni dieci minuti. » sbuffo un accenno di risata. Un Eterno perde parte dei suoi ricordi umani, sapete? Non dimentica, solo che quello che è stato ti rimane come se fosse la trama di un film che hai visto tanto tempo fa e che non ti suscita quasi più nessun ricordo. Funziona per tutti così, non faccio eccezione. Chris la fa. « Era così pieno di vita. Aveva così tanti progetti... » lascio vagare lo sguardo, soffermandomi su una foto in particolare: siamo io e Christopher seduti sul sedile posteriore di una Jeep di quelle un po' scassone. Siamo in Messico, me lo ricordo bene quel viaggio. Ho i capelli sciolti, smossi dal vento. Il braccio di Chris mi cinge le spalle, il suo viso affonda vicino al mio. Sorrido appena nella foto, ho gli occhiali da sole e l'aria più felice del mondo. « Questa ce l'ha fatta Steve. Eravamo in Messico. » racconto ancora.

« Sembravi amarlo molto. » la voce di Noah mi riporta con lo sguardo su di lui. Lo osservo per qualche istante e quello che sento è solo dolore. Tanto dolore.

« Una parte di me continuerà ad amarlo sempre. » carezzo appena la foto, consapevole che il mio per sempre è davvero per sempre.

« Che è successo? » una domanda legittima direi.

« Siamo morti. » abbasso la mano, ma continuo a guardare quella foto. « In due momenti diversi, ma è successo. E non è più stato lo stesso. » per mille ed uno motivi che adesso non nomino né carezzo manco col pensiero.
C'è silenzio da parte di Noah, silenzio solo della voce perché il suo cuore fa un casino tremendo. Socchiudo le palpebre qualche istante e mi volto. « Vieni, diamo una sistemata alla mano. E devi mangiare. » lui è umano e io non lo me lo dimentico. Come potrei? Il suo cuore in quel petto fa un casino terribile e oggi sono talmente sconfitta che non voglio pensare a quel "what if" solito che mi attanaglia.

Lo guido verso il piano inferiore invece, cammino appunto a un passo che lui può sostenere senza problemi, mi segue forse ancora più confuso di prima io credo. La vetrata del salone che si fonde con la zona cucina mi accoglie rimandandomi quella pioggia incessante che ha deciso di abbattersi sulla città. Non sento freddo, né caldo, però per sicurezza nel passare accanto al termostato, aziono il riscaldamento perché non posso basarmi solo sulle mie sensazioni, rischierei di far assiderare sia Noah che Steve. Indico a Noah il bancone dell'isola della cucina, lì dove ci sono gli sgabelli che Steve usa più spesso che delle sedie del tavolo da pranzo. Roba inutile per me, capite bene. Dal ripostiglio recupero la cassetta del pronto soccorso: è molto scarna, né io né Steve la utilizziamo molto, ma sicuramente è sempre meglio di nulla. La deposito sul ripiano, aspetto che Noah si sia seduto. Mi sta guardando con quello sguardo un po' corrugato, quella confusione mista ad incazzatura che domina nei suoi lineamenti mi rende più sensibile di quanto non vorrei.

« Permetti? » sì. Chiedo il permesso di toccarlo. Vorrei evitare che mi strillasse nelle orecchie, ora come ora sono sensibile. Annuisce e mi porge la mano, la rigiro fra le mie. Sono mortalmente fredda, come cerco di evitare sempre. Provo sempre a tenermi nutrita abbastanza, mi aiuta nel mio controllo, mi aiuta nella mia stabilità. E mi aiuta ad apparire più normale, meno stridente col mondo che mi circonda. Ma adesso la differenza di temperatura fra me e lui si sente eccome.

« Non ti ricordavo così fredda. »

« Non lo sono mai, difatti. » rigiro la sua mano fra le mie, cerco di fargli muovere le dita per controllare che non ci sia nulla di rotto. Sento il suo cuore impennarsi appena gli muovo la mano e sollevo lo sguardo, mi viene voglia di cazziarlo. Nel guardarlo meglio, noto tutti i lividi che ha addosso, sulle spalle, sul petto. Il placcaggio al mannaro.

« Non fa così male. » cerca pure di rassicurarmi.

« Fai schifo a mentire. » lo rimbecco. Mi strofino la faccia con la mano libera e poi la porto contro la mia schiena.

Of the nightKde žijí příběhy. Začni objevovat