s e v e n t e e n - II

1.1K 89 66
                                    

Taehyung raggiunse il palazzo condominiale un po' più tardi di com'era solito fare: non aveva preso la metro, aveva deciso di correre fino alla sua meta, a costo di arrivarci con il fiato corto e le mani appoggiate sulle ginocchia, piegate nel tentativo di ricomporsi. L'aveva fatto perché voleva rimandare il suo arrivo il più possibile, era terrorizzato dal sapere di dover affrontare gli occhi del suo ragazzo, ma al contempo il senso di colpa lo aveva incitato ad accelerare il passo, perché meritava di sapere la verità. Decise di ritagliarsi ancora qualche attimo per rimandare il problema, ma quest'ultimo non era d'accordo.

Yoongi l'aveva visto arrivare dalla finestra del salotto. Se ne stava lì affacciato, a fumare e a chiedersi perché il castano fosse dinanzi al quadro del citofono ma esitasse nel suonare. Incrociò persino il suo sguardo per un secondo, ma, nonostante ciò, alla fine lo vide girarsi e attraversare la strada, così da raggiungere il piccolo parco lì vicino.

Il corvino corrugó la fronte e spense nel portacenere quel che rimaneva della sigaretta, poi si sbrigó a recuperare cappotto e sciarpa ed uscì dall'abitazione. Copiò i movimenti del proprio ragazzo ed entrò nel parco, notando il più giovane seduto su un'altalena. Non capiva che gli stesse prendendo, perché tutta quella voglia di evitarlo? Decise di andargli vicino, appoggiandosi al palo della struttura per bambini con le braccia incrociate al petto. "Allora, che c'è?" tentò di iniziare una conversazione, ma senza alcun esito positivo.

Taehyung, infatti, non aveva fatto altro che guardarlo con la coda dell'occhio per accertarsi che fosse lui, ma senza degnarsi di alzare lo sguardo triste da terra.

"Mi spieghi che cos'hai?" E se si fosse trattato di qualcun altro, a quella seconda domanda andata a vuoto il corvino si sarebbe subito staccato dal palo e sarebbe filato dritto a casa, non volendo perdere tempo. Ma quel ragazzo dall'aria affranta seduto sull'altalena era Taehyung e sapeva che quell'atteggiamento non era da lui: insomma, il castano non la smetteva mai di parlare e molto spesso Yoongi si ritrovava a reprimere con tutto se stesso la volontà di tappargli la bocca con la forza.

C'era sicuramente qualcosa che non andava.

Cosí il maggiore emise un grosso sospiro e allontanò la schiena dal suo palo, ma solo per poterglisi accucciare affianco. "Tae...se te la sei presa perché non ti ho detto sempre la verità, mi dispiace. Non pensavo gli avresti dato questo peso, soprattutto perché, come hai detto tu, non c'è nulla di male se sono uscito un paio di volte con la mia ex solo per questioni di studio." cercò di guardarlo in viso, ma era difficile riuscire a catturare lo sguardo di qualcuno che faceva di tutto per sviare il suo.

Taehyung non sembrò interessarsi molto alle sue parole, perché tutta la sua attenzione si concentrò sulla mano del corvino quando questa decise di posarsi sulla sua coscia. Allungò piano la sua e la strinse, così da far intersecare le loro dita e, solo dopo quel gesto, si decise finalmente ad incatenare gli occhi ai suoi. "Onestamente, quello non m'importa più di tanto. Ho capito che non l'hai fatto con cattive intenzioni, anche se io avrei gestito quella situazione parlandotene invece di tenere tutto nascosto."

Poi il castano si portò la mano libera sugli occhi e accennò una risata amara, facendo sì che Yoongi inarcasse un sopracciglio perché non ne capiva la ragione.

"È buffo, in realtà, perché ti sto dicendo di fare qualcosa che io in primis non faccio."

"Non ti seguo, Taehyung." Il più piccolo gli sorrise e Yoongi si accigliò ancora di più. Lo vide sporgersi verso di lui, così da portare la mano libera sulla sua guancia e accarezzargliela.

at first sight - taegiDonde viven las historias. Descúbrelo ahora