n i n e - II

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"Se non sopravvivo, ti cedo la mia collezione di manga. Prenditene cura come se fosse tua."

"Ma cosa dici, Taehyung, non farla così tragica!" seduto sul simulatore di corsa, Jung Hoseok tentava di battere il record della partita precedente mentre si sorbiva i quasi attacchi di panico del più piccolo d'età. "Non stai per morire, stai tranquillo."

"Invece sì, oh sì che sto per morire." per niente tranquillizzato dalle parole dell'amico, il castano si era appollaiato sulla sagoma di una moto da corsa solo per utilizzarla come sostegno mentre rileggeva a voce alta gli ultimi messaggi ricevuti sul suo cellulare. "Secondo te quel 'coglione' finale era in tono cattivo cattivo oppure era un cattivo meno cattivo di quanto lasci intendere?"

Hoseok ridacchió con le mani sul volante e gli occhi attenti alla guida. "Pensaci su un secondo, ti pare che uno come lui si scomoderebbe da casa sua per venire qui a picchiarti? Vorrà solo parlare un po', magari darti un avvertimento o due per tenere chiusa la bocca e poi si dimenticherà di tutto."

"A me sembrava un 'coglione' abbastanza serio." lo ignorò il più piccolo d'età, continuando il suo discorso. Poi alzò lo sguardo dallo schermo del proprio cellulare e lo portò sul profilo dell'amico. "Comunque, non sarebbe diretto qui se tu non gli avessi detto che ci sono anche io, traditore."

"Sai, solitamente non si risponde ad una domanda con un'altra domanda...quindi ho semplicemente detto che eri con me, che ne potevo sapere io del perché."

"Beh, hai sbagliato perché si risponde sempre ad una domanda con un'altra domanda! Se io ti chiedo se vuoi un gelato, tu devi prima chiedermi perché lo voglio sapere e poi mi rispondi di sì o di no, altrimenti io potrei usare quell'informazione per, non so, metterti una droga nel gelato, rapirti, metterti in uno scatolone e spedirti a Timbuktu! Sono le basi della vita, cavolo, hyung! Mi cadi per così poco!" perso nelle sue paranoie, Taehyung aveva preso a scorrere l'intera chat con il corvino per rivedere ogni singolo messaggio e decifrare ogni possibile interpretazione così da trasformare in percentuale le sue possibilità di continuare a vivere.

"Taehyung." questa volta Hoseok non era riuscito ad impedirsi di voltare lo sguardo in direzione dell'altro, così da godersi appieno il suo viso paonazzo e farsi una sonora risata mentre il simulatore di guida veniva abbandonato. "La stai prendendo male senza motivo. Fidati di me: Yoongi-hyung fa tanto quello che alzerebbe le mani come soluzione per qualsiasi cosa, ma in realtà basta fargli gli occhi dolci un secondo e lo fai crollare."

"Aspetta...quindi tu gli fai gli occhi dolci?" la fronte del castano si corrugò e un sopracciglio gli schizzó in alto.

"Cos-- no, assolutamente no!"

"E allora come fai ad esserne così sicuro?!"

Prima che Hoseok potesse rispondere, l'attenzione dei due venne catturata da una figura che aveva appena varcato la soglia del locale, poi avviatasi verso di loro. Un sorriso si dipinse sul volto del rosso. "Eccolo là! Guardalo bene, non mi sembra poi così arrabbiato."

"Mh, forse hai ragione...la sua faccia non mi sembra più incazzata del solito."

"Che ti avevo det--" Hoseok non ebbe neanche il tempo di terminare la frase che l'amico più giovane finì per essere afferrato per la parte posteriore del collo, coperta dal cappotto che, dato il freddo anche dentro l'edificio, Taehyung si era lasciato aperto e ancora addosso. "No, hyung! È un bambino, non fargli male!"

"Tu." Yoongi alzó un indice, puntandolo contro l'amico un anno più giovane, mentre con l'altra mano aveva spinto il corpo del castano verso il basso, costringendolo a piegarsi appena quanto bastasse per poterlo dirigere dove volesse, trascinandolo per il collo. "Non metterti in mezzo che ho ancora una mano libera su cui scrivere il tuo nome. La questione riguarda solo me e lui."

Hoseok alzò le mani in segno di resa e si risedette sul modellino a grandezza naturale di moto, dal quale si era precedentemente alzato in piedi nel vano tentativo di difendere il più giovane fra i tre. "Ok, ma ricordati che ha ancora una vita davanti. Non picchiarlo troppo."

"Hobi-hyung, ma cosa!? Tu dovevi aiutarmi, non abbandinarmi così!"

"Scusa Tae. Istinto di sopravvivenza."

Prima che potesse ribattere, Yoongi portò lo sguardo sulla nuca del povero ragazzo sotto la sua morsa e lo strattonò appena verso il basso. "Tu ora vieni con me."

"Aaah- hYUNg, ascolta...cerchiamo di parlarne in modo civile, come due adulti-"

"Di civile c'è solo il tuo funerale, adesso muovi il culo." E spingendolo verso l'uscita della sala giochi sotto lo sguardo confuso di tutti i presenti, il maggiore condusse entrambi sotto una candida pioggia di neve che avrebbe fatto invidia ai più romantici film natalizi se solo uno dei due ragazzi coreani non fosse stato piegato quasi a novanta e in preda a piagnucolii di scuse pietose.

Yoongi continuò a farlo camminare ancora per qualche decina di metri, facendo il giro dell'edificio della sala arcade incorporata al cinema che erano soliti frequentare, e decise di abbandonare il marciapiede perché i piedi di una vecchia quercia ricoperta di neve sembravano il posto perfetto per seppellire un corpo ancora caldo. Una volta giunti lí sotto, finalmente molló il retro del collo del ragazzo dai capelli castani, ma solo per riacciuffarlo dalla parte opposta e avvicinare i loro visi con fare minaccioso -nonostante da fuori sembrasse una situazione alquanto ridicola perché di minaccioso in un omino alto poco più di un metro e settanta, trasformato in un involtino da un cappotto più grande e grosso di lui, con gli occhi mezzi coperti da un berretto che gli proteggeva soltanto le orecchie mentre il naso tondo, arrossato ed infreddolito, se ne stava ad affrontare il proprio triste e gelido destino, non c'era proprio nulla.

"Hyung...mi sembri un Pokémon." ridacchió il più piccolo, vedendosi scivolare via qualsiasi briciolo di paura non appena inquadrò il viso dell'altro.

"Ascoltami bene." Yoongi lo ignorò, guardandolo dritto negli occhi e Taehyung si sentì risalire tutta l'ansia svanita un secondo prima. "Hai mai accennato a Jimin che potrei provare qualcosa per lui?"

"Mai, giuro."

"Lo ha mai accennato lui?"

Il castano scosse il capo. "Lui pensa solo che tu voglia intrometterti tra lui e Jungkook perché tu non sei fidanzato e quindi sei geloso."

"Ok. E tu non gli dirai nulla perché deve continuare a pensarla così."

Taehyung annuí e il maggiore lasciò la presa sul suo cappotto, così da permettergli di allacciarselo per coprirsi il più possibile. "...ti va bene così, passare per un egoista?"

Il corvino infilò le mani in tasca ed alzò le spalle.

"Ma non è giusto, dovresti parlarne con Jimin e cercare di fargli capire-"

"Che cosa, Taehyung? Io non sono innamorato di lui. Se sono qui è proprio per evitare che tu vada da lui e gli dica una stronzata. Forse può piacermi, va bene, ma non sono pazzo di lui come credi tu, tantomeno geloso della loro relazione come crede lui. Se quella sera ho fatto il bastardo e ho permesso che Jungkook restasse fuori dalla discoteca è perché mi sta sul cazzo che Jimin stia facendo di tutto pur di farsi vedere da lui, pur di essere perfetto ai suoi occhi quando anche lui, come tutti, ha i suoi lati negativi. E tu non gli dici niente dovresti essere il primo a farlo, dato che ti reputi il suo migliore amico."

"Se parli della questione del fumo, non vedo che cosa ci sia di male se Jungkook lo porta a smettere."

"Non lo porta a smettere, lo porta a farlo quando lui non c'è. Così come lo porta a nascondersi dietro la schiena del primo che passa per fingersi imbarazzato, quando sappiamo entrambi che Jimin è più sicuro di me e di te messi insieme se si parla di corteggiare qualcuno." spiegò il corvino, creando una piccola nube dinanzi le sue labbra. "Tu non te ne rendi conto, ma se invece di mettere in moto la lingua ogni tanto azionassi anche il cervello, forse capiresti che continuando in questo modo la loro relazione non durerà a lungo."

Taehyung levò gli occhi al cielo. Era vero che senza fiducia non sarebbero andati da nessuna parte, ma poteva spiegarlo senza tirarlo in mezzo e dargli dello stupido. Ma ormai c'era abituato. "Ok, ma perché te la sei presa con Jungkook quando avresti potuto parlarne con Jimin e farglielo capire?"

"Fatti i cazzi tuoi, quello che ti riguardava te l'ho detto." replicò secco il più grande d'età, scatenando un'ulteriore alzata degli occhi al cielo da parte del castano. "Ma adesso cambiamo argomento perché c'è un'altra cosa che hai detto e che mi fa incazzare."

at first sight - taegiWaar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu