f i v e - III

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Meno di dieci minuti più tardi, Kim Taehyung e il suo bicchiere d'alcol ancora immacolato si ritrovarono a fissare curiosamente il volto sconfitto di Min Yoongi, mentre questi si sedeva sul pezzetto di divanetto ricurvo addossato al muro. L'ormai diciottenne non perse tempo e, dopo aver terminato rapidamente una discussione con un paio di amici, scivoló sulla pelle scura del posto a sedere per piazzarglisi proprio accanto. "Come mai sei qui tutto da solo?"

Il corvino alzó lo sguardo su di lui, poi semplicemente scrolló le spalle e puntò il bicchierino tra le sue mani. "Quello non l'hai ancora bevuto?"

"Oh...beh, me lo sto tenendo da parte per dopo. Non reggo l'alcol molto bene, quindi sto aspettando il momento giusto per bere."

"È sempre il momento giusto per bere. Se non cogli l'attimo ora che puoi, resterai intrappolato nella monotonia di tutti i giorni e te ne pentirai." e questo Yoongi lo sapeva bene, dato che lui stesso si era reso conto troppo tardi che fosse giunta l'ora di scoprire le proprie carte con Jimin.

"Suona un po' troppo come una frase che direbbe un alcolista anonimo per giustificare la propria dipendenza." il castano accennò una risata, ma poi si portò il bicchiere alle labbra e ne bevve un sorso -non se lo scolò tutto d'un fiato come Jimin perché lui preferiva fare la parte dell'amico più o meno responsabile.

"Non sapevo di essere venuto alla festa di un dodicenne."

Più meno che più, però, perché non riuscì a resistere a quella frecciatina e finí per mandare giù anche tutto il resto del superalcolico, per poi gonfiare fieramente il petto e posare il bicchiere sul tavolino. "Stavo pensando che forse mi merito di superare un po' il limite, dopotutto è il mio compleanno."

Il più grande d'età gli lanciò un'occhiata indecifrabile, colpita dalla sua impulsività, ma ben presto perse interesse in lui e tornó a scrutare le sagome scure che infervoravano la pista da ballo. Jimin non era lì in mezzo, o almeno credeva. L'aveva perso di vista senza neanche rendersene conto e ora sperava solamente che non fosse uscito dall'edificio per starsene da solo con Jungkook, sempre se quest'ultimo era rimasto chiuso fuori dal locale per davvero e non aveva trovato un modo per entrare; magari Yoongi avrebbe fatto bene a dare un'occhiata in giro, tanto per assicurarsene.

"Taehyung, perché non ti sei ancora mosso da qui? Conoscendo le persone che frequenti, pensavo ti piacesse ballare."

"Di solito non ballo da solo in posti come questi." il diretto interessato un po' si stupí dell'improvvisa domanda del più grande, dato che l'aveva notato perdersi a guardare l'ambiente circostante e disinteressarsi alla discussione che stavano intrattenendo. "Ma cosa c'entrano le persone che frequento? Anche tu frequenti Jimin ed Hoseok, ma non mi sembri il tipo a cui piace ballare alle feste."

In qualche modo il neo-diciottenne ci aveva azzeccato, ma Yoongi aveva un piano da seguire e qualche piccola bugia non avrebbe fatto altro se non dargli una mano. "Perché non lo sembro? Sono esattamente quel genere di persona, invece."

"Ah...beh, io non ti credo."

"Allora andiamo a ballare." il corvino si alzò in piedi e si avviò verso la massa di persone poco più in là, senza preoccuparsi di controllare se il minore lo stesse seguendo perché, dopotutto, il suo vero fine non era esattamente quello di trascorrere cinque minuti a scatenarsi sulla pista da ballo insieme a lui.

D'altro canto, Taehyung non sembrava voler sabotare il suo progetto perché lo seguì fin da subito come un cagnolino e non si fece pregare più di tanto per iniziare a muovere i piedi, lasciando che la musica a tutto volume lo guidasse in un mondo fatto di luci e ombre dai toni viola.

Yoongi odiava ballare in quel genere di posti, soprattutto perché lì non si ballava per davvero ma, piuttosto, ci si strusciava in mezzo a completi sconosciuti fino a quando qualcuno non finiva soffocato dalla folla.

at first sight - taegiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora