t w o - II

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Jimin non avrebbe dovuto lanciare una sfida a qualcosa in cui non eccelleva affatto, perché non ci volle molto per Yoongi ad uscirne vincitore. Non gli diede, però, neanche il tempo di esultare che, non appena la schermata decretante i risultati comparve, lo afferrò per un braccio e lo spinse ad alzarsi per andare via di lì. "Va beh, tanto a me neanche piacciono questi giochi. Andiamo da Hoseok-hyung."

Il corvino neanche spese energie nel ribattere, sapeva che sarebbe stato del tutto inutile contraddire qualcuno che avrebbe potuto facilmente fare finta di non sentirlo per l'alto volume della musica che risuonava nell'aria. 'Chi è stato il coglione a pensare che unire una sala giochi e una discoteca fosse una buona idea...' Non ebbe molto tempo a disposizione per lamentarsi di quello strano accoppiamento, poiché il ragazzo che lo stava trascinando verso il DDR si fermò di colpo, inducendolo a sbattervi contro. "Jimin, perché ti sei fermato?"

"No, non dire il mio nome! Oh dio, mi ha visto? Sta venendo qui, nascondimi--"

"Ma chi...ma cosa?" Yoongi non ebbe neanche il tempo di capire perché il più basso si fosse piazzato alle sue spalle con una visibile agitazione a tormentargli la voce, che in pochi attimi due nuove figure li raggiunsero e sbarrarono loro la strada.

"Jiminie! Non sapevo che tu ed Hoseok foste qui, non avevate le prove di danza?"

Yoongi si ritrovò a fissare i due giovani dinnanzi a sé, uno dai capelli scuri quasi quanto i suoi e dall'aria relativamente tranquilla, e l'altro da una fulgida chioma rosso fuoco, impossibile da dimenticare perché l'aveva vista sbattere la faccia davanti casa sua.

"...sono saltate all'ultimo minuto, l'insegnante era ammalato." Jimin non si sottrasse all'abbraccio che il rosso gli riservò, approfittandone per avvicinare le labbra al suo orecchio e sussurrargli un segreto di Stato che poi, a dir la verità, tanto segreto non era. "Perché te lo sei portato dietro?! Lo sai che mi sale l'ansia quando c'è lui, mi mette in soggezione, e tutto perché--"

"Ti piace."

"SH. Non dirlo a voce alta, è proprio qua vicino-- si sta muovendo verso di noi, aspetta, non staccarti- oh, ciao Jungkook."

Il diretto interessato accennò un sorriso tirato, forse perché quel piccolo saluto rivoltogli era stato pronunciato a voce fin troppo bassa per potergli piacere. Aveva visto Park Jimin più volte nel corso delle ultime settimane ed aveva sviluppato l'impressione di non stargli particolarmente a genio, colpa della sua improvvisa taciturnità quando lui era presente. "Ciao, Jimin-hyung. Come va?"

"Beh, bene come al solito. Tu?" L'altro alzò semplicemente le spalle, i suoi occhi cercavano quelli di Jimin, ma lo sguardo di quest'ultimo aveva trovato una strana passione per i suoi vestiti. "Stavamo giusto per andare da Hoseok, è ancora al solito posto?"

"Ovvio, che ti aspetti da uno come Hobi-hyung...ah, Jungkook, perché tu e Jimin non fate una partita a qualche sparatutto? L'ultima volta ha detto che sei un perdente."

"Ma non è vero! Tae, non ho mai--"

"Sì, dai, quella postazione si è liberata. Andate, veloci."

Prima che il rosso fuoco potesse spingere lui e il più giovane d'età verso l'area di gioco nominata, Jimin afferrò disperatamente la felpa del corvino accanto a sé e se lo trascinó dietro, trasformando in un fallimento l'inutile tentativo dell'amico di ritagliare qualche minuto in intimità per i suoi due amici.

Taehyung levò gli occhi al cielo, seguendo i tre subito dopo qualche secondo, mentre la sua mente si impegnava ad archittettare chissà quali altri piani ingegnosi per far restare i due da soli.

Yoongi, invece, fu più che compiaciuto dal non dover più raggiungere il DDR perché, altrimenti, sapeva che Hoseok lo avrebbe sicuramente stremato con una lunga serie di suppliche per ballare con lui -cosa che mai e poi mai sarebbe accaduta. Tuttavia, venire afferrato per il petto e tirato di qua e di là non era la sua più grande aspirazione nella vita, così non si fece scrupoli a portare una mano sopra quella del biondino per strapparsela di dosso. Da quest'ultimo ottenne semplicemente un sorriso di scuse ed un cenno col capo, nient'altro. Jimin era fin troppo impegnato ad uccidere con lo sguardo il suo migliore amico, talmente concentrato da nemmeno rendersi conto di come Jungkook stesse facendo la stessa cosa con quello che era stato trascinato con loro senza alcun motivo.

at first sight - taegiWhere stories live. Discover now