f i f t e e n - I

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Era sabato mattina, quasi ora di pranzo, e Taehyung se ne stava disteso supino sul letto del suo migliore amico. Fissava il soffitto a braccia aperte, mentre Jimin lo affiancava a pancia in giù, troppo preso dal digitare qualcosa al cellulare per prestare attenzione agli sbuffi del castano.

"Non mi ha ancora scritto niente...che cosa sta aspettando? Non capisco, ha detto che mi scriveva lui se aveva voglia di uscire. Ma oggi è sabato, deve per forza avere voglia di uscire, tutti ce l'hanno!" si lamentò il più piccolo, allungando le braccia al soffitto per stiracchiarsi. Poi sentì un risolino provenire dal corpo dell'amico, così spostò lo sguardo su di lui e gli fece cadere una mano sul fondoschiena. "E tu smettila di ignorarmi, femminuccia innamorata!"

Il biondino lo guardó di traverso, massaggiandosi la natica colpita. "Mi hai fatto male..."

"Oh, andiamo, il tuo culo non soffrirà mai quanto il mio cuore sta patendo in questo momento. L'hai capito che non sento Yoongi da più di quattro giorni? Quattro giorni senza neanche un ciao sono tanti!"

"Sì, l'ho capito." roteó gli occhi l'altro, riportando lo sguardo sul proprio cellulare. "E mi pare di averti già detto che innamorandoti di lui ti saresti cacciato nei guai."

"Sì, Jimin, ma ora supportami almeno un po' che l'ultima cosa di cui ho bisogno in questo momento è quella di sentirmi dire che le mie decisioni fanno sempre schifo."

Il biondino lo guardò con la coda dell'occhio, sospirando quando lo vide sfregarsi le mani in faccia con nervosismo. Abbandonó il cellulare sulle coperte e allungò le dita di una mano verso di lui, incominciando ad accarezzargli i capelli nel tentativo di rassicurarlo. "Non stressarti così, tu non hai fatto nulla di male dicendogli di voler fare le cose con calma. Yoongi-hyung è intelligente, vedrai che prima o poi ti scriverà."

Come per magia, dopo quelle parole il telefonino del più piccolo vibró e quest'ultimo si affrettò a recuperarlo dalla tasca dei jeans. "È lui, Jiminie!" esclamò tutto felice, guardando l'amico con un sorriso. Poi lesse il messaggio a voce alta e il suo viso si rabbuiò nuovamente, spingendolo a gettarsi a peso morto sul materasso. "Dice che oggi ha un impegno e deve andare fuori città. Perché l'amore fa soffrire così tanto?"

"Ma non è possibile! Ti aveva detto che oggi era libero!" il biondino gli strappò il cellulare dalle mani senza alcuna fatica, dato che Taehyung se ne stava immobile sul materasso come un corpo esanime.

Qualche attimo dopo, però, il castano alzò il capo e lo guardò muovere rapidamente le dita lungo lo schermo del suo smartphone. "Che stai facendo?"

"Ho chiesto a Hoseok che cosa deve fare di così importante il suo amico per dare buca al mio."

"Ma no- Jimin!" il più piccolo si mise seduto di scatto, riacciuffando il proprio cellulare solo per rendersi conto che era ormai troppo tardi. "Non voglio sapere che cos'ha da fare, sono affari suoi. Se non c'è fiducia, non c'è amore."

Una vibrazione più tardi e Taehyung era già con gli occhi sulla risposta del loro hyung, ovviamente affiancato dallo sguardo curioso del biondino che si spiaccicava contro la sua guancia per vedere.

Jimin si staccó, tirando su un angolo della bocca con aria seccata. "Perfetto, non lo sa neanche lui. Puoi pure continuare a vivere nella tua fiducia cieca verso il tuo amore."

Nonostante avesse affermato il contrario, il minore esaló un sospiro affranto e blocco lo schermo del cellulare, rituffandosi a peso morto sul materasso.

Il biondino restò a fissare l'amico per qualche attimo, pensieroso sul da farsi, poi saltò sul posto e sorrise. "Invece di stare qui a deprimerti, perché non passiamo un pomeriggio solo io e te? Come i vecchi tempi!"

at first sight - taegiWhere stories live. Discover now