Capitolo 36

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Passiamo altro tempo in totale silenzio.
Mi arriva un messaggio da Jack.
-Non uscirete da lì finché non avrete smesso di fare gli idioti.-
Mi trattengo dal lanciare il telefono contro il muro e lo giro per mostrarlo anche a Nash. 
Sbuffa e va a sedersi sul water.

<E così uscite insieme ora? > decide finalmente di parlare dopo altri 5 minuti di silenzio.
<Ti interessa? >
<Non lo chiederei se non fosse così. >
Ho finalmente ottenuto una risposta quasi soddisfacente.
<Siamo usciti alcune sere.>
Annuisce e mi lancia un'occhiata.
<Sai che non ci credo minimamente? È inutile che ti ostini a ridere e scherzare. Lo vedo da un chilometro che ti infastidisce.> mi sorride apertamente.
<E perché dovrebbe? >
<Non è il tuo genere di divertimento.>
<E tu saresti il mio genere? > chiedo.
<Sicuramente molto più di lui.>
Continuiamo a scambiarci occhiate finché non mi arriva un messaggio.

-Non state facendo progressi da quanto sento, cioè niente. Dovete conversare.-

Decido di spegnere il telefono. Si fotta anche Jack. Aspetterò che vengano ad aprire. Devono essersi coalizzati contro di noi.
<Se ti interessa non usciremo di qui presto. > lo informo.
<Non avevo dubbi. > riprende a tirarsi quei maledetti capelli.

<Preferisci uscire con lui domani? > chiede dopo un po'.
<Preferirlo a cosa. >
<Ti avevo chiesto anch'io di fare un giro. >
<Sei arrivato tardi. Non significa che preferisca andare con lui. >mi pesa dirglielo. Ora sarà soddisfatto.
<Invece secondo me si.>
<Pensala come vuoi. > mi alzo e inizio a guardarmi nello specchio.
Lo sento borbottare qualcosa ma è incomprensibile.
<Se non vuoi andarci allora perché lo fai?> alza lo sguardo e torna a fissarmi.
Apro l'acqua e me ne butto un po' in faccia.
Non lo so neanch'io perché lo faccio.
<Queste sono sempre supposizioni tue. Non l'ho mai detto. >
Deve divertirsi parecchio a mettermi alle strette perché continua a ridere.
<E tu perché non la smetti di farti i fatti miei? > mi giro verso di lui poggiandomi al lavandino.
<È molto interessante vedere come ti complichi la vita perdendo tempo con cose che non vuoi neanche fare. > si alza anche lui e si posiziona difronte a me.
<Questo è un tuo pensiero. Te lo ripeto.>
<Quando invece hai le cose che cerchi proprio sotto il naso.> continua.
Si sta riferendo a lui immagino.
<Nash vuoi parlare una volta per tutte in maniera chiara. Te lo chiederò per l'ultima volta. > incrocio le braccia al petto. Sono troppo stanca di tornare sempre su quest'argomento.
Fa un passo avanti avvicinandosi e automaticamente io ne faccio uno indietro ma vengo bloccata dal lavandino.
Abbassa lo sguardo e fa una risata amara.
<Vedi, cerchi sempre di scappare. >
Lo afferro per un braccio per farlo girare.
<Dimmelo.> lo imploro con lo sguardo.
Mi sposta i capelli dietro l'orecchio e mi osserva attentamente.
Continua a reggere il mio sguardo finché non mi ritrovo con il viso sul suo petto. Mi sta abbracciando.
<Nash, perché non riesci a dirmelo.> sussuro sul suo petto.
<Ho paura.> ammette.
<Ma di cosa?> mi allontano leggermente per continuare a guardarlo in faccia.
<Di essermi sbagliato.> mi dispiace vedere quell'espressione sul suo viso. Non l'ho mai visto così titubante, sembra stia per esplodere dalla voglia di parlare ma si frena da solo.
<Pensavo che ormai riuscissi a parlare liberamente con me.> gli sistemo una ciocca di capelli.
<Potrei rovinare tutto.> sussurra.
<Ti assicuro che non sarà così.> spero di convincerlo.
Gli sorrido mentre restiamo ancora abbracciati.

<Non ti forzerò stavolta. Ti chiedo scusa. Solo ora mi rendo conto di come puoi sentirti.> abbasso lo sguardo.
Lo sento ridere e mi prende il viso tra le mani.
<Alla fine hai ceduto.> mi sorride.
<Siamo più che pari. Non ne potevo più di questa storia.> fa ridere anche me.
<Ti sono mancato parecchio, lo so.> mi stringe più forte.
<In realtà sono stata in compagnia.> lo infastidisco.
Mi lancia subito un'occhiataccia smettendo di abbracciarmi.
Non posso fare a meno di ridere.
<Sparisci.>
Poggio la testa sul suo petto e rimetto le sue braccia al loro posto.
<A quanto pare stai diventando geloso.>
<Mi hai fatto perdere la pazienza oggi.> mi tira un pizzicotto.
<Domani ti manderò una foto mentre saremo al cinema.> rido ancora.
<Devi solo provarci. Poi abbiamo chiuso.>
<E quando mai abbiamo aperto qualcosa? Io continuo ad odiarti.> mi stacco tornando a poggiarmi al lavandino.
Mi sorride avvicinandosi.
Abbassa lo sguardo e gli blocco la mano prima che se la passi tra i capelli.
<Io già non posso stare tranquillo, figurati se mi togli anche questo antistress.> mi stringe la mano.
<Se diventi pelato non venire a piangere da me.>

Lost In Your Eyes ||Nash GrierWhere stories live. Discover now