Capitolo 34

35 2 0
                                    

<Come fa a non esserti piaciuto?>sono sconcertata.
<Preferisco film più tranquilli.> ridacchia.
<Non possiamo essere amici se non verrai a guardare gli horror con me.>
<La prossima volta arriverò preparato.> mi sorride Martin uscendo dal cinema.
È passata quasi una settimana, siamo già in vacanza e Martin ed io siamo usciti insieme tre volte. È stato divertente, siamo andati in skate e poi al cinema. L'ho trascinato a vedere un horror senza pensare a se non gli piacessero.
<Ti va di andare a mangiare qualcosa? > mi chiede e lo vedo già ridere sotto i baffi.
<Ora per non mostrarmi banale ti dirò di no.>
<Peccato. Volevo offrirti una pizza.>
La mia anima sta già soffrendo.
<Sei un mostro sappilo.> gli punto un dito contro ridendo.
Decidiamo di andare a piedi in un posto lì vicino.
<Non ti ho più vista molto ultimamente, è successo qualcosa? > chiede mentre camminiamo. Si riferisce sicuramente al fatto che ieri i ragazzi sono andati a casa sua. Ho preferito restare a casa per non avere altri problemi con Nash. Stavolta sono stata io ad evitarlo, non mi va di parlarne.
<Ho preferito riposare un po', mi rifarò in queste vacanze tranquillo.> cerco di cambiare discorso.
<Jack dev'essere un santo per sppportarci tutti per una settimana.>
Gli sorrido ed entriamo nel locale.

La pizza era buonissima.
<La prossima volta offro io sia chiaro.> lo avverto. Non mi ha lasciato neanche il tempo di riflettere che già aveva pagato il conto.
<Mi piace lasciartelo credere.>
Mi sta riaccompagnando a casa, in realtà è anche abbastanza presto, ancora di più se pensiamo che domani non devo alzarmi per andare a scuola.
<Sono contento di passare del tempo con te, pensavo non mi sopportassi più. > lo vedo girarsi verso di me per un attimo.
Accenno un sorriso sentendomi in realtà un po' in colpa. Ammetto di non aver pensato a lui da un po', ci siamo visti solo in gruppo ma neanche in quei casi parlavamo molto.
<Ha fatto piacere anche a me. Ma se la  prossima volta non mi farai pagare sappi che non mi farò più vedere. >
Ridiamo insieme mentre parcheggia avanti casa mia.
<Quandi mi stai già inviando ad un'altra uscita. Accetto volentieri.> mi sorride.
<Io ti ho avvisato.> alzo le spalle.
<Grazie del passaggio. > continuo poi non sapendo cosa dire.
<Ti va di passare da me domani? Inviterò anche i ragazzi.> chiede dopo attimi di silenzio.
Cazzo.
<Ti faccio sapere domani mattina, ok? > dev'essere proprio una brutta risposta a giudicare dalla sua faccia.
Non posso lasciarmi condizionare da Nash.
<Oh. Certo.> acenna un sorrisso piuttosto tirato. Non voglio che pensi sia colpa sua.
<Grazie per la serata, a domani.> gli sorrido e scendo dall'auto.
Mi afferra il polso facendomi girare.
Mi da un bacio sulla guancia e mi sorride ancora, questa volta in maniera sincera.
Ora sono io ad essere a disagio. Sorrido falsamente e scendo dall'auto. Non riesco a farlo passare come un semplice saluto. Devo ammettere che avrei volentieri evitato questo gesto, ora non sono più a mio agio. Non so perché ma mi ha infastidito.

Il giorno dopo.
<Si sta illudendo di avere una possibilità. > Ale continua a camminare per la stanza, neanche fosse lei al centro della questione.
<Ma cosa vai blaterando.> le ho spiegato mille volte che non c'è niente sotto.
<La tua ingenuità mi stupisce sempre di più. Come puoi pensare che stia uscendo con te solo per amicizia. > si ferma spalancando gli occhi.
<Sei tu che vedi solo doppi fini.> ammetto che però mi diverte molto vederla fare teorie.
<Povero illuso, assisteremo ad una lite tra coinquilini tra un po'. > la vedo sprridere sognante.
<Io aspetto solo di vedere la tua faccia quando scoprirai che le tue sono solo fantasie. > aspetto con ansia il momento in cui potrò dirle "te l'avevo detto".
<Ammettilo che fai solo finta. Lo sai benissimo. > mi squadra per bene come per capire se sono stupida o fingo di esserlo.
Alzo gli occhi al cielo esasperata.
<Se questo ti fa smettere di parlarne allora ok. >
<Come se non fosse ovvio. Nash ce l'ha praticamente scritto in faccia.> si passa una mano sulla fronte.
<Non so se ricordi che abbiamo litigato. Non mi pare che la tua teoria regga. >
<Sei terribile. Pensavo avessi capito il motivo.> si mette le mani nei capelli. È da rinchiudere in un manicomio.
<Quindi tu lo sai. Come tutti, e non mi dici niente. >
<Cristo Fra. Perché ti ostini a non accettarlo. Collega i pezzi del puzzle. >
Si avvicina e mi scuote per le spalle.
La guardo ancora perplessa e so che vorrebbe uccidermi.
<Ok. Allora. Vuoi le prove di ciò che ti dico? Bene. Oggi pomeriggio quando andremo a casa loro resta vicino a Martin. Fanculo le illusioni, può farsene quante ne vuole. Ti dimostrerò come Nash avrà subito una reazione. > batte una mano sulla scrivania facendomi sussultare.
<E se non fosse così? Ammetterai che avevo ragione e si sta comportando da idiota.> mi ostino a pensare di non avere alcuna colpa.
<Sarai tu a pentirti. Te lo dico da mesi ma non hai mai voluto ascoltarmi.>
<Perché mai dovrebbe interessarsi a me? Non ha senso. >
<Evidentemente non aveva ancora capito che sei una rompicoglioni di prima categoria. > parla come se stesse dicendo la cosa più ovvia del mondo.
<Ti ringrazio.> le faccio il dito medio.
<Mi ringrazierai un giorno.>

Lost In Your Eyes ||Nash GrierDonde viven las historias. Descúbrelo ahora