Capitolo 35

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Martin continua ad essere troppo vicino per i miei gusti. Non voglio di certo offenderlo ma ha varcato il mio spazio vitale.
Volevo fare l'indifferente con Nash, ma averlo proprio difronte non aiuta. Ha continuato ad osservarci e forse è l'unico motivo per cui non mi sono ancora spostata da vicino a Martin.
<Come ci organizziamo allora? > stanno continuando a parlare della settimana in montagna.
<Non portatevi appresso tutta la casa, vi prego> ci lancia continue occhiate Jack.
<Tre auto dovrebbero bastare. > conclude Jay dopo interminabili calcoli di capienza.
<Se vuoi puoi venire con noi. > propone Martin subito dopo.
Cosa.
<Non preoccuparti, sarebbe più comodo per tutti che venissi con Jay. Ti ringrazio. > come esco da questa situazione.
Ale mi lancia un'occhiata di fuoco mentre Nash si mette comodo sulla poltrona. Ok questo è stato il primo errore.
<E invece ha ragione, la sua auto è molto più spaziosa, così potrò portare Cam e Jack con me. Puoi portarti Ale per compagnia.> Jay ultimamente non capisce mai quando stare zitto.
Martin mi sorride trionfante e non posso fare altro che sorridere falsamente.
Come sono finita in questa situazione.
<Per le stanze invece? > sentire la voce di Nash fa scattare il mio sguardo su di lui. Non mi ero accorta si fosse alzato.
<In realtà sono solo 3 stanze, due matrimoniali e una doppia con letti singoi. In salotto ho un divano letto quindi sono altri due posti. > spiega Jack.
<Quindi ci manca un letto. > continua Jay con i suoi fottuti calcoli. Dev'essere sempre preciso.
<Beh se ci stringiamo possiamo farcela. >
<Le ragazze prendono i letti singoli, tua sorella e Matt immagino dormiranno insieme, io, te e Cam ci divideremo un letto matrimoniale e Martin e Nash l'altro. > propone Jack.
<Perché devi mandare proprio lei tra le grinfie di Matt? >Jay sembra essersi reso conto solo ora della situazione.
<Perché c'è già da secoli. Non rovinarle le feste. > ride Cam.
<Matt è sempre il fortunato della situazione.> si lagna Jack.
<Ti scalderò io amore.> gli si lancia addosso Cameron.
<Non voglio cose indecenti in casa mia. Vi avverto. >

<Ti va di andare a vedere questo film domani sera? > mi chiede Martin quando smettiamo di organizzarci. Mi passa il suo telefono per farmi vedere di che si tratta.
Devo dire che mi andrebbe parecchio, però non voglio la prenda come una scusa da usare per uscire in continuazione. Sarebbe la seconda volta nel giro di 3 giorni.
<Dipende, mi farai pagare? >
Inizia a ridere divertito e vedo Nash con la coda dell'occhio che da vicino al muro continua ad osservarci.
<Mi dispiace ma non potrei mai. Al massimo ti l'ascero prendere i pop corn. > mi sorride Martin.
<È un buon punto di partenza. > ricambio lo sguardo.
<Ti passo a prendere io allora. >
Lo ringrazio sorridendogli ma ho ansia di restare di nuovo in auto con lui.
Fortunatamente Jack mi salva dalla mia crisi esistenziale chiamando Martin da loro.
<Non so se hai notato la sentinella sulla porta. > Ale viene subito a sedersi accanto a me.
<Non la smette di fissarvi da quand'è arrivato. Te l'avevo detto. > la vedo molto contenta.
<Il problema è che non ho niente da dire a Martin. Non posso continuare. Mi ha chiesto di nuovo di uscire, domani sera.>
Ale continua a sorridermi come un'esaltata.
<Reggimi il gioco e fingi di avermi detto qualcosa di esaltante. Ci sta ancora guardando. > mi scuote per le spalle. Non posso vederlo da questa posizione, gli sto dando le spalle.
<Ora casualmente ti lascerò qui da sola. Mi raccomando sorridi.> si alza ancora con quella faccia da pazza e mi pianta in asso sul divano.
Nash torna a sedersi sulla poltrona difronte a me ma stavolta si rigira la alttina tra le mani senza alzare lo sguardo.

<Mi sembri piuttosto contenta oggi.>
La sua voce mi fa quasi spaventare. Stava zitto da minuti interminabili, non pensavo mi avrebbe rivolto la parola.
<Già. >
Accenna un sorriso forzato. Non vorrei essere quella povera lattina.
Sembrava che la conversazione fosse stata appesa lì ma poi continua.
<Sono stanco di questa situazione, sai? Mi sta distruggendo il cervello.>
Fa un'altra interminabile pausa.
<Ti va di andare a fare un giro?> mi chiede poi.
Come fa ad avere i nervi così saldi e chiedermi semplicemente questo.
<Se avessi voluto non sarei venuta qui. Non mi sembra corretto piantarli in asso. >
Torna quel sorriso amaro sul suo viso.
<Certo. Hai ragione.>
<Domani invece? > continua dopo altre pause che mi stanno logorando l'anima.
So benissimo che ha ascoltato tutta la mia conversazione con Martin.
<Ho da fare.> mi limito ad una risposta generale.
<Peccato.> stiamo giocando le stesse carte.
Non ha ancora alzato lo sguardo da quella fottuta lattina. Vorrei lanciargliela in aria.
<Scuami, Jack voleva parlarmi.> Martin spunta da non so dove e torna ad essere troppo vicino. Nash alza finalmente lo sguardo e piega la lattina. Mi lancia un'ultima occhiata ed esce dal salone.
Vorrei tanto dire a Martin di farsi da parte perché ho altro di cui preoccuparmi ma devo farmi forza.

NASH POV
Dev'esserci sempre qualcuno in mezzo. Magari saremmo arrivati a concludere qualcosa ma doveva ovviamente esserci un'interruzione. Non mi va più di ascoltarli, se preferisce uscire con lui piuttosto che chiarire con me non è un problema mio.
<Allora? > sento Jack alle mie spalle mentre salgo in camera mia.
<Niente di niente.>
Sospira, so che vorrebbe prendermi a calci. Non ho sfruttato l'occasione, ma non è così facile.
<Grazie lo stesso. > gli tiro una pacca sulla spalla e vado a chiudermi in camera.

°°°°°°°

<Fra potresti venire con me un attimo? > vedo Jack mantenersi il braccio.
<Che è successo? >
<Sono andato a sbattere contro il tavolo. > si avvia verso il bagno.
<Sei un coglione.> quanto è stupido.
<Sei sempre molto confortante. >
Entriamo in bagno e si poggia alla porta chiudendola.
<Non so dove tengono i medicinali e tutto il resto. > inizio a cercarli.
<Aspetta, vado a chiedere a Martin.> esce dal bagno lasciandomi lì. Sento la serratura scattare. Perché mai mi ha chiuso qui dentro?
<Jack? > cerco di aprirla senza risultati.

-Ma sei impazzito ? -  gli mando un messaggio e nel dubbio chiedo a Jay di venirmi ad aprire.

Dopo 10 minuti sento la porta aprirsi.
Quasi cado nella vasca vedendo Nash entrare.
<Che ci fai qui dentro? > mi chiede perplesso.
Neanche il tempo di rispondergli che la serratura scatta di nuovo.
Si gira di colpo tentando di aprirla.
<Che sta succedendo? > torna a guardarmi.
<Vorrei saperlo anch'io. Chiedilo a Jack. >
Lo sento imprecare sottovoce e tirare un altro colpo alla porta.
<È inutile genio, sono chiusa qui da 10 minuti. > torno a sedermi sul bordo della vasca.
<Non posso crederci.> continua a tirarsi i capelli camminando per il bagno.

Lost In Your Eyes ||Nash GrierWhere stories live. Discover now