Capitolo 14

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Nonostante le parole di Sara non riesco a fingere di stare bene così mi alzo e le dico che vado a fare una passeggiata, implorandola di non mandarmi nessuno dietro perché non voglio dare fastidio a nessuno.

Dopo un po' sento una mano sulla spalla e mi giro di scatto.
<Perché mi hai seguito? > chiedo perplessa a Nash.
<Beh si vedeva che non stavi bene e non volevo lasciarti sola.>
Mi stupiscono le sue parole e credo che si sia imbarazzato perché alterna lo sguardo tra la spiaggia e me.
< Beh ti ringrazio ma non voglio di certo rovinarti la serata. Puoi tornare da loro tranquillo. > gli accenno un sorriso cercando di essere convincente. Voglio solo restare un po' da sola per potermi sfogare.
<Se vuoi puoi urlarmi addosso o picchiarmi se ti fa stare meglio. > accenna una risata e mi unisco a lui. Lo vedo titubante, evidentemente non sa cosa dire o fare per non peggiore le cose.
Gli faccio cenno con la testa di seguirmi e ci andiamo a sedere a riva.
I seguenti 5 mimuti sono di silenzio totale poi si avvicina e mi mette un braccio attorno alle spalle facendomi poggiare la testa sulla sua spalla.
In un attimo scoppio a piangere e mi stringo alla sua felpa.
<Scusami. Ti inzupperò la felpa. > cerco di allontanarmi trattenendo le lacrime ma non me lo permette.
<Tranquilla. Butta fuori tutto. Torniamo di là solo quando ti sentirai un po' meglio. > mi accarezza i capelli.
Non avrei mai immaginato che fosse così gentile, con me poi che sono la solita merda.

<Perché? > gli chiedo dopo 5 minuti che stiamo così.
<Cosa? >
<Perché sei venuto? Potevi anche tornare da loro poi. >
<Beh mi è dispiaciuto vederti così, e fidati quando ti dico che siamo simili per molti aspetti. Ho immaginato come potessi sentirti.> continua ad accarezzarmi il braccio.

Ti sembra così strano che le persone siano gentili?

A furia di mettermi a pensare dimentico di rispondergli ma penso abbia capito anche in questo caso.

<Vuoi tornare di là? > l'unica cosa che riesco a dire dopo altri 5 minuti.
<No ma se tu vuoi ti accompagno. > mi sposto per guardarlo.
<Ti ringrazio. So che non ci stai capendo niente ma.. > mi interrompe con un cenno.
<Tranquilla. È normale che tu non voglia dirmi i fatti tuoi. Se vuoi parlarne sono qua ma se non ti va fa niente. > mi sorride.
Non so cosa rispondere ancora una volta e lo abbraccio cogliendolo di sorpresa.
Mi steinge anche lui e dopo un po' torna a parlare.
<Non capisco perché ti sembra così strano che la gente si interessi a te. Si vedeva che i tuoi amici erano in pensiero ma da quanto vedo ti ostini ad isolarti. > apprezzo veramente tanto che sia così sincero. Praticamente mi dice quello che ho nella testa da sempre.
<Certo che sei proprio un filosofo. > ridiamo insieme.

Non so se parlargli di questo. Faccio fatica anche in questo caso.
Mi fa piacere vedere che lo ha capito e mi sorride.
<Tranquilla non insisto. Se vuoi rispondermi puoi farlo in qualsiasi momento ma ho già capito. > mi scombina i capelli e gli accenno un sorriso ma abbasso lo sguardo sulla sabbia.

Ha iniziato poi a raccontarmi delle storie divertenti che gli sono successe. Capisco che sta cercando di rallegrarmi e magari farmi capire che posso parlare anch'io senza farmi tanti problemi.
È riuscito a farmi ridere e mi dispiace averlo disturbato.
Mi alzo e gli porgo la mano per aiutarlo ad alzarsi, non che gli servisse realmente.
<Se vai a dire a qualcuno di questa cosa ti ammazzo. Non è mai successo niente. > gli tiro un pizzicotto e mi sorride.
<Certo. Ora me lo merito proprio una bacio. >mi fa l'occhiolino.
<Coglione. > lo tiro per un braccio e ci avviamo verso il falò.

Poco prima di arrivare dai ragazzi lo fermo.
<No seriamente. Grazie e scusa il disturbo. Devi avere una pazienza incredibile. > sorrido.
<Oh ma la vuoi pian.. > prima che inizi a fare la predica mi sporgo e gli do un bacio sulla guancia e lo lascio lì.
Rimane un attimo fermo poi mi chiama e mi raggiunge.

Quando torniamo al falò vedo Jack fermare Nash e portarselo verso le tende. Io intanto mi unisco a loro che stanno ascoltando musica e cantano.

Dopo una decina di minuti Jack viene da me e mi abbraccia da dietro.
<Perché non sei venuta a parlarne? Lo sai che ci sono sempre.>sussurra.
<Ti stavi diventando. >
<Ti prego di smetterla con questa storia. Lo sai che mi dovevi chiamare. Ma ok ora non voglio rovinarti ulteriormente la serata. > mi fa girare e ci mettiamo a ballare insieme agli altri.
<Che cos'hai detto a Nash? > gli chiedo poi.  So benissimo che hanno parlato di me.
<Mica devi essere sempre tu l'argomento. > ridacchia.
<Dai seriamente. >
<Ma niente. Ho chiesto dov'eri stata e se lui era rimasto con te tutto il tempo. >
<In dieci minuti di conversazione solo questo? >
<Smettila di pensare a queste cose inutili. > mi fa fare un'altra giravolta e decido di non insistete. Magari chiederò a Nash poi.

<Ragazzi che ne dite di chiudere? Non so voi ma io sono stanco. > propone Matt.
<Matt ormai sei proprio anziano. Mi dispiace per Sara. > lo prende in giro Cameron e noi ridiamo.
<Fidati non avrà di questi problemi. > gli fa l'occhiolino e io scoppio a ridere.
<Peccato che dormirà con me. > tiro una pacca sulla spalla si Matt.
<Tu sempre in mezzo stai. > mi sorride.

<Come vi siete organizzati per domani mattina? > chiedo.
<Semplice. Non ci siamo organizzati. > risposta utilissima di Jack.
<Tranquilla se ti serve un passaggio a casa posso accompagnarti. > mi informa Cam.
<Sei una salvezza grazie. > gli sorrido.
<Noi non sappiamo se entrare domani. Chi di noi non va resterà per mettere a posto. > continua Jack.
<Sto crollando!> esclamo sdraiandomi.
<Che esagerati. Vi odio. > afferma Cam.
<Al contrario di te io domani devo andare a scuola. > gli tiro un po' di sabbia sul pantalone.
<Gne gne. Restiamo tutti a dormire fino a mezzogiorno allora. > propone.
<Buonanotte! > esclamo alzandomi mentre loro iniziano a spegnere il fuoco.

Lost In Your Eyes ||Nash GrierDove le storie prendono vita. Scoprilo ora