<Sei sempre in ritardo. > Jay è passato a prendermi, in ritardo come sempre.
<Ringraziami che non ti lascio a piedi.> mi becco un'occhiataccia.
<Com'è andata ieri? > chiede poi.
Torno a guardare fuori dal finestrino.
<Niente da dire. Solito. > alzo le spalle.
È da una settimana che ne parliamo, magari all'inizio ho finto di essere più contenta ma sinceramente la cosa mi è indifferente. Non mi viene da pensarci più di tanto.
Jay si diverte parecchio a rinfacciarmi di avermelo ripetuto mille volte.
Non che mi dispiaccia uscirci, ma la viviamo in due modi diversi. Martin è fin troppo contento. Non mi va di fargli pensare ciò che in realtà non c'è.
<Allora come mai vieni con noi oggi?> è proprio stronzo.
<Non posso passare un pomeriggio con voi come ho sempre fatto? >
<Pensavo stessi evitando Nash.>
<Non posso certo farlo a vita. E poi non mi lascerò condizionare da lui. > ammetto di aver detto una stronzata. In fondo so di volergli parlare, ma allo stesso tempo mi fa innervosire appena apre bocca.
<Quindi non vieni per vederlo.>
Gli tiro un pugno sul braccio.
<Se non hai capito te lo ripeto.> ma perché deve mettermi alle strette.
Lo vedo ridere sotto i baffi mentre svolta verso casa di Martin.

<Hey!> mi sorride ampiamente Martin quando viene ad aprirci.
Mi sento già peggio per il suo entusiasmo. Lo saluto entrando e vado a fare lo stesso con gli altri.
<Non va bene. Ricorda quello che ti ho detto stamattina. Ti voglio più sorridente. > mi blocca Ale appena entro.
<Quando mai mi vedi sorridere? >
<Smettila e fai come ti ho detto. > mi fa cenno con la testa di tornare a parlare con lui.
Non voglio di certo farmi pesare la scelta di aver accettato. Tanto ci saranno tante occasioni per parlare.
Torno a parlare con i ragazzi guardandomi in giro, mi aspetto di vedere Nash sbucare da un momento all'altro.
<Allora, com'è andata ieri sera? > mi chiede curioso Jack mentre ci sediamo sul divano.
<Tu e Jay dovreste farvi una vita. >
<Deduco non bene. > mi sorride.
<Si nota fin troppo vero? >
Fa cenno di si con la testa ridacchiando.
<Dalla sha faccia non credo abbia capito che non sei qui per lui. >
<E sentiamo, perché sarei venuta? > già ho la mano pronta a tirargli un ceffone.
<Speravo volessi chiarire con Nash ma dal tuo sguardo deduco di essere in errore. >
<Non sono venuta per lui. Voglio solo passare del tempo divertendomi con voi come al solito. > se lo mettesse in testa.
<Beh sei fortunata perché oggi non c'è. >
Ammetto che quelle parole hanno l'effetto di uno schiaffo in piena faccia.
<Sto scherzando. Ma a chi vuoi darla a bere. > scoppia a ridere.
Il ceffone che prima gli avevo risparmiato se lo becca ora in piena faccia.
<Ti ho detto che non sono qui per parlare con lui e basta. > insisto mentre si mantiene la guancia con la mano.
<Non è detto che tu non voglia vederlo, almeno. > oggi è più insistente del solito.
<Fottiti. >

<Vuoi qualcosa da bere? > mi chiede Martin avvicinandosi a noi.
<Non preoccuparti. Grazie. >
<Insisto. Ti porto una coca? >
Continuo a fargli cenno di non prendere nulla ma alla fine va lo stesso.
<Ma perché deve darsi noia per me.>
<Dii solito le ragazze apprezzano la galanteria. > continua a ridere Jack godendosi la scena.
<Se la volevo sarei andata a prendermela.>
<Ma apprezza un po' di gentilezza per una volta. >
Mi da solo fastidio l'insistenza. Non sono una persona con una gran pazienza. Mannaggia a me.
<Ecco a te.> mi porge la lattina sedendosi accanto a me.
Jack da stronzo patentato qual è si alza lasciandoci soli sul divano.
Lo strozzerò più tardi.
<Ti ringrazio, non dovevi. > ci tengo a ribadirlo.
<Nessun problema. Sono contento che alla fine sei venuta. >
Accenno un sorriso, cosa dovrei rispondergli.
Vedo Ale alle sue spalle osservarmi dall'inizio della conversazione.
Cosa posso farci se non ho niente di cui conversare.
Neanche il tempo di riflettere che vedo Nash scendere le scale. Deduco si sia appena svegliato perché ha i capelli scombinati e quel che penso sia un pigiama. So bene che lo sto squadrando sotto lo sguardo dubbioso di Martin e quello soddisfatto di Ale, ma fa niente.
Dopo aver salutato i ragazzi va in cucina senza voltarsi verso di noi.
Lancio uno sguardo ad Ale che ora mi sta sorridendo. Sa già di avermi in pugno.
Faccio un sorso dalla lattina e torno a concentrarmi su Martin.

NASH POV
Chissà come ha fatto a convincerla a venire. O magari si è stancata di evitarmi. Impossibile, è così cocciuta.
Mi viene da ridere mentre prendo qualcosa da bere.
<Alla buon'ora! > sento Jack ridere entrando in cucina.
<Cosa posso farci se avevo sonno. > prendo qualcosa anche per lui e gliela passo.
Restiamo in silenzio per un tempo che sembra interminabile.
<Che vuoi fare? > mi chiede ad un certo punto.
<Cosa? >
<Non vorrai mica passare la serata chiuso qui dentro. >
<Non mi sembra di essere atteso da qualcuno di là. > non volevo far notare di essere rimasto colpito per averla vista con lui.
<Certo. Ti consiglio di andare a parlarci. >
<E cosa dovrei dire? Non sono cose che posso spiegarle in un momento del genere, con 10 persone in casa. >
Mi passo una mano tra i capelli. Ho passato una settimana a pensarci. Non voglio di certo rimanerci male.
<Sai che sono usciti insieme 3 volte questa settimana?> alzo lo sguardo su di lui.
<Così non mi ha minimamente pensato, buono a sapersi. E lui non ha perso tempo per rimettersi in gioco.> stringo la lattina facendo rovesciare la cola sul pavimento.
<Puoi stare tranquillo, te lo assicuro.> cerca di non ridere vedendo la mia reazione. Riderei anch'io vedendomi in questo stato.
<Fidati, anche se semplicemente le starai intorno. Dovrà pur esserci una conversazione generale che vi coinvolga. Non devi per forza parlare di questo. > mi fa un cenno e torna di là.
Il problema è come faccio a stare di là tranquillamente se neanche posso parlarci liberamente, e devo anche vederla scherzare con Martin.
Cristo.

Vado a poggiarmi allo stipite della porta della cucina e neanche a farlo apposta stanno ridendo sul divano. Se sto zitto è sicuramente meglio, mi porto sfiga da solo. Lancio un'occhiata a Jack ma mi fa cenno di lasciar perdere e farmi avanti.
Mi siedo sulla poltrona davanti a loro, proprio per innervosirmi da vicino.
Che avrà di tanto divertente da dirle.

Si è seduto proprio avanti a noi. Vuole mettermi a disagio o cosa.
Mi giro per un secondo a guardarlo e lo trovo già ad osservarmi. La tensione si percepisce da un chilometro. Fortunatamente questa situazione dura ben poco perché vengono tutti a sedersi.
Quanto è sbagliato che io stia realmente seguendo un consiglio di Ale? Mi porterà a qualcosa di terribile.

Lost In Your Eyes ||Nash GrierWhere stories live. Discover now