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Lui era stato il mio Natale , mi ha protetta , difesa, ascoltata quando parlavo dai miei , fatto capire , dato attenzioni e amata. Io così non mi ero mai sentita.
Scrivendolo quasi inizio a capire tante cose del presente.
Undici anni e mezzo di vita e io sentivo già il bisogno di essere amata perché non mi ero mai sentita amata da nessuno, nemmeno dalla mia famiglia.
Ero già disastrosamente ribelle , ferma sui miei valori come se avessi fatto un patto col diavolo , in cinque mesi mi eri già fatta riconoscere da professori e ragazzi ma soprattutto bisognosa di amore anche se non l'avrei ammesso nemmeno sotto tortura.
"Il mio Natale é stato il biondo" intitolai il mio lavoro di religione.
Gli stavo consegnando la mia fiducia , il mio cuore e io sapevo che lui a modo suo avrebbe cercato solo di farmi stare bene.
Io sono zero o cento , di conseguenza o amo fortissimo o non amo.
E alla mia piccola etá avevo giá voglia di dimostrare questo sentimento , ero veramente troppo grande mentalmente ma non me ne rendevo conto.
Sembravamo nati per stare insieme , lui era la rappresentazione di me al maschile con piú mistero e chiusura.
Nella mia visione sembrava così.
Anna alla vista di quelle parole sul mio foglio mi guardò stranita e mi chiese se fossi sicura di consegnare una cosa del genere alla professoressa, le dissi che ero assolutamente sicura e che non avevo scritto nulla di male.
Da quel momento si sviluppò in me una consapevolezza per quello che sentivo e per quello che ero che a volte si dimostrò spaventosa. Ero ferma sui miei punti e su quelle poche sicurezze che avevo o che sentivo di avere.

Quel maledetto 14 Settembre.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora