24. Josh

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Sono le 5 del mattino, sono in dormiveglia, in realtà ho passato la notte in bianco.
Ho ancora addosso il profumo di Isabel.
Ripenso a lei, a quello che è successo sul mio letto e avverto un senso di piacere allo stomaco.
È stato... Non riesco nemmeno a trovare una parola adatta che possa descrivere appieno la bellezza di quei momenti.
É stato tutto perfetto, lei è stata perfetta, talmente bella e sensuale da togliere il fiato.
Le ho detto che la amo, non l'ho mai detto a nessuna.
Di colpo ripenso a lei e Andres e lo stomaco mi si chiude in una morsa.
Non posso credere che si siano baciati. O forse sì?
Forse dovevo solo aspettarmelo.
Un'intesa e una complicità da far invidia a qualsiasi coppia, due vite sempre intrecciate in tutto, un passato condiviso e un milione di ricordi assieme.
Come posso aver solo pensato di riuscire a competere con tutto questo?
Ma lei voleva me e Andres era solo un amico, così mi diceva.
Evidentemente io sono stato un ingenuo e lei non ha ancora in chiaro i suoi sentimenti.

Penso alle sue labbra su quelle di Andres e la gelosia mi divora.
Come se non bastasse mi ha pure omesso la verità.
Stava lì, tranquilla, senza dire una parola.
Ha lasciato parlare lui e io non ci ho visto più, blackout totale.
Altro che frantumargli il naso, avrei fatto di peggio, molto peggio.

E poi le parole di lei.
Non posso perderlo.
È troppo.
Non ho mai sofferto per nessuna ragazza, ma ora so come si sta:
di merda.
Accendo il telefono e trovo tutte le sue chiamate di ieri sera.
Mi fa male persino leggere il suo nome sul telefono.
Austin, ieri notte si è fatto impietosire e l'ha fatta entrare.
Fa tanto il duro ma alla fine è un tenerone, penso con un sorriso. Comunque sarebbe stato meglio lasciarla fuori.
Sarebbe stato più facile dimenticarla se non fosse mai venuta in camera mia.

I miei pensieri vengono interrotti dal rumore del cancello che si apre.
Mi affaccio alla finestra nel semibuio e noto una macchina scura, mai vista prima, lì davanti.
Non sta entrando dentro, ma il cancello è aperto.
Tutto a un tratto noto un paio di gambe femminili scendere dall'altro lato.
Guardo meglio. La donna fa il giro dell'auto, si abbassa verso il finestrino e  saluta il conducente con un bacio. Come si mette in posizione eretta e si gira la riconosco al volo, Miranda.
Miranda che ritorna a casa alle cinque del mattino con un altro uomo, mentre mio padre dorme in camera sua.
Nella loro camera.
Mi sale il sangue al cervello.

Spalanco la porta e scendo le scale come una furia.
Arrivo giusto in tempo, sta quasi per aprire la porta di casa.
Rimane sbigottita nel vedermi, sicuramente le è preso un colpo e ci godo di questo.
"Buongiorno Miranda, alla buon'ora! Divertita con l'amante?" le dico a bruciapelo.
"Non so di cosa tu stia parlando", mi dice lei con finto distacco, ma sa benissimo che l'ho colpita nel segno.
"Ah, non lo sai? Fai pure la finta tonda ora? Vattene da questa casa. Fai le valigie e vattene, mio padre non perdonerà le tue scappatelle e puoi scommettere che glielo dirò. Ora vattene via dalle nostre vite, fottuta bastarda!"
Rimane a bocca aperta, ma non dice nulla, gira sui tacchi e percorre di nuovo il vialetto.
Non pensa neanche alle valigie.
E chi se ne frega delle sue cose penso, gliele spediremo oppure ci faremo un faló.
Sì, ci faremo un falò, è più divertente.

Molto più tardi.
Mi sono fatto una doccia e ho aspettato che papà si svegliasse.
Gli ho raccontato tutto, di Miranda intendo e l'ho visto piegarsi davanti me, sbattere i pugni.
Adesso siamo in soggiorno, io seduto sul divano, mio padre dietro di me, entrambi non abbiamo toccato cibo.
"Doveva andare così e ringrazio Dio per averti fatto vedere quella scena stamattina, io ero troppo cieco e troppo preso dal lavoro per accorgermene.
Sai, la solitudine ha giocato pure la sua parte in questa storia, mi sentivo talmente solo quando l'ho conosciuta, poi è una bella donna e so che ora stenti a crederci ma aveva le sue doti positive", mi dice.

"Papà, tu hai sempre detto che l'amore è bello, l'amore è gratificante, l'amore è magnifico... ma non mi hai mai detto quanto in realtá l'amore faccia male."
Sento che mi appoggia una mano sulla spalla; avrà capito che non mi riferisco solo a lui e a Miranda.
"L'amore quando è vero trova sempre il modo di risorgere dalle ceneri", mi dice.
Mio padre e le sue perle di saggezza.
Di solito in un altro momento lo avrei sicuramente preso in giro per questa sua frase romantica, ma non ora, non dopo quello che è successo.
"Ti ho mai detto che quando ho conosciuto tua madre c'era un altro ragazzo all'università che la corteggiava?" mi dice lui, l'espressione sorridente ricordando quei momenti.

Io giro il viso nella sua direzione, intento ad ascoltare la storia e lui continua.
"C'era questo ragazzo che le faceva una corte esagerata, al contrario di me che all'epoca ero più duro di ora, non la corteggiavo come questo ragazzo, ma la facevo ridere, questo sí. Beh, lei una sera ha bussato alla porta della mia stanza e mi ha detto Robert, non mi importa niente dei cioccolatini, dei fiori e delle cene galanti, io voglio te. È così che ci siamo messi insieme e da quella volta non ci siamo più lasciati. Per questo ti dico ciò, perché il vero amore ovunque tu sarai e qualsiasi problema ci sarà troverà sempre il modo di raggiungerti."

Già penso, voltando il viso verso il camino.
Mio padre è stato senza dubbio più fortunato di me.
"Grazie papà", dico semplicemente.
Ho sempre evitato di rimanere imbrigliato in legami seri per paura di soffrire, Isabel è stata l'unica che é riuscita a buttare giù tutte quelle mura che mi ero costruito e ora è andato tutto a puttane. Fantastico.
"Figliolo, non hai toccato cibo, vado a dire ad Agnese di prepararci qualcosa."
"E chi è Agnese?" dico voltandomi verso di lui.
"La nuova domestica, non è Annie è vero, ma sai, non è così male, fa dei pancake buonissimi, stratosferici come diresti tu."
"Papá, non parlo come un personaggio di un cartone animato."
Ci guardiamo e scoppiamo a ridere.

Nocciola e Cioccolato Where stories live. Discover now