23. Isabel

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Olivia si ferma davanti casa mia.
È stata veramente gentile ad accompagnarmi.
Non le ho detto nulla durante il viaggio, mi sento così imbarazzata, nervosa e con il cuore in mille pezzi.
"Grazie Olivia, davvero."
Scendo fuori dalla sua macchina e corro su per il vialetto, apro la porta a cerco subito le chiavi della mia jeep. Con il cuore in gola salgo in macchina e guido fino a casa di Josh.
È notte fonda.
Vedo Austin al di là del cancello.
Lo chiamo, lui si avvicina a me.
"Austin, ti prego aprimi, devo parlare con Josh."
Austin mi guarda e poi scuote la testa
"Isabel, ora non è una buona idea, fidati di me, lascialo sbollire."
Mi aggrappo alle sbarre del cancello.
"Ma io devo parlarci, Austin ti prego, apri questo cazzo di cancello!"
Ho le lacrime agli occhi, Austin mi guarda dispiaciuto ma non molla la presa.
"Non ti vuole vedere Isa, mi dispiace."
Sta per andarsene ma io lo blocco per un braccio.
"Austin guardami, ti prego guardami. Le vedi queste lacrime? Le vedi queste mani che tremano? Non posso andarmene via, non cosí, devo assolutamente parlare con lui e farò di tutto per riuscirci, sfonderó pure il cancello con la mia auto se necessario.
Austin io devo parlare con lui."
Nuove lacrime sgorgano dai miei occhi, ma non basta, non ottengo nessuna risposta da lui e di colpo capisco che non sono riuscita a convincerlo.
Mi asciugo il viso con la mano, e improvvisamente sento il click del cancello.
Alzo il viso di colpo, sono stupita.
Austin non mi dice nulla, si sposta di lato per lasciarmi passare.
"Grazie."
Non ho mai pronunciato quella parola in maniera più sentita di ora.
"É in camera sua, vai."
Annuisco in silenzio e corro verso il portone. Lo apro e salgo le scale fino alla sua camera.
Lo vedo in piedi, vicino la finestra.

"Josh, ascolta non è come pensi, lui mi ha preso alla sprovvista, ma non significa nulla, devi credermi, Josh ti prego, dimmi qualcosa."
"Isabel, devi andartene", mi dice senza voltarsi.
La sua voce é fredda, glaciale.
"No! Io non me ne vado! Tu devi ascoltarmi!"
Sto urlando, ma lui non sembra fare una piega.
"Isabel, vattene", mi ripete.
"Io non me ne vado di qua Josh! Non me ne vado!"
Si gira improvvisamente e mi spinge verso la porta, io pianto i piedi a terra, faccio resistenza.
"Cazzo Isabel, sei più testarda di un mulo, ho detto che devi andare via!"
"Josh, ti prego."

Non riesco a frenare le lacrime, ma lui sembra quasi non farci caso.
Mi appoggia le mani sulle braccia e mi scuote.
"Come hai potuto farlo? Dimmi come hai potuto?!"
Ora sta gridando.
"Josh, è stato lui a baciarmi, non significa niente per me!"
"Ti ha baciata lui ma tu non ti sei spostata!"
Presa in contropiede non so che dire, lui fa un sorriso amaro.
"Colpita."
"Ti prego Josh, perdonami."
"Perdonarti? Dove cazzo la trovo la forza per perdonarti? Io ti amo Isabel e tu... tu mi hai spezzato il cuore!"
Mi manca il fiato, non mi ha mai detto ti amo e me lo dice ora, così all'improvviso, me lo grida con rabbia, con dolore quando tutto sembra ormai vacillare.
Si volta di nuovo, io mi avvicino piano e gli accarezzo una spalla.
"Ero sconvolta in quel momento, ma non é come credi tu, io l'ho fermato capisci? L'ho fermato, gli ho detto che sto con te, Josh ti prego, credimi."
Gli dico cosí e poi lo abbraccio da dietro.

"Devi credermi Josh, tu devi credermi." Le lacrime mi rigano il viso, nascondo il viso sulla sua schiena.
Sento il suo corpo duro contro il mio, come se volesse respingermi da un momento all'altro.
Però non si sposta.
Restiamo abbracciati per una manciata di secondi, lui sospira e si stropiccia gli occhi con una mano.
Lo faccio voltare verso di me, non oppone resistenza.
"Ehi..."
Ci guardiamo negli occhi, succede tutto in un attimo.
Ci baciamo con una passione e una foga da togliermi il respiro.
Succede all'improvviso, fino a un minuto fa mi urlava contro e ora siamo così, con le labbra attaccate.
Mi prende in braccio, continuamo a baciarmi furiosi, travolgenti, senza un attimo di tregua.
Senza dire nulla si avvicina al suo letto e mi adagia piano.
Le sue mani corrono sulla zip del mio vestitino, la apre e lo lascia cadere giù mentre io gli levo la maglia.
Le nostre labbra non si staccano neppure per un istante e forse é meglio così, non servono piú le parole, questi gesti valgono più di mille giustificazioni.
Mi slaccia il reggiseno e mi accarezza i seni, ci lascia un milione di baci sopra e mi fa sfuggire un sospiro forte e chiaro.  Mi sdraio a letto e sono io a prenderlo per le braccia e a trascinarlo sopra di me.
Mi accarezza i capelli e mi bacia di nuovo come mai aveva fatto prima. 
Non é la prima volta che ci baciamo in maniera passionale ma stavolta é diverso, non ho mai neppure pensato che si potesse baciare così.
Sono baci infuocati, selvaggi, sconsiderati, baci a labbra aperte, con le lingue ben visibili, non più nascoste dentro la bocca.
Le sue mani mi accarezzano ovunque, non un solo centimetro di pelle sfugge al suo tocco e mi fa bruciare, mi fa bruciare pure l'anima.
Si sposta da sopra di me per sfilarmi l'intimo, avverto subito la sua mancanza, non voglio che si allontani neppure per un istante.
Mi guarda fisso negli occhi e poggia una mano sul mio collo quasi in un gesto possessivo.
Mi dà un altro bacio profondo e sensuale e nello stesso istante entra dentro di me.
Due corpi in uno.
Le fronti si toccano, le mani sono intrecciate, le bocche non smettono di cercarsi.
"Isabel."
Lo sento sussurrare il mio nome mentre si muove dentro di me e io come un flash ripenso alle sue parole.
"Non conta il luogo, ma il momento."

Molto più tardi.
Sono ancora nel suo letto, abbracciata a lui, entrambi non abbiamo detto una parola.
Josh si alza, si riveste dei jeans, prende una sigaretta e l'accende davanti la finestra.
Fuma solo quando è nervoso.
"Sei subito corsa in suo soccorso", mi dice piano, senza guardarmi.

Io mi alzo dal letto, mi rivesto velocemente e vado vicino a lui.
"Gli hai sfondato il naso" gli dico, una nota di rimprovero nella voce, ma lui ignora le mie parole.
"Sai, le prime reazioni sono sempre le più vere", mi dice guardandomi fisso negli occhi.

"Josh, cosa stai cercando di dirmi e poi proprio ora?"
Getta la sigaretta in giardino e si volta verso di me.
"Isabel, tu sei sicura che sono io quello che ami?" mi domanda.
Ha di nuovo gli stessi occhi freddi di prima, dov'é finito il ragazzo tenero e dolce di poco fa?
"Ma come puoi dire una cosa del genere subito dopo essere andati a letto insieme? vuoi punirmi? stai cercando un modo per vendicarti? l'hai fatto apposta, non é vero?"
Sto nuovamente perdendo la pazienza, mi sembra di avere davanti lo stesso Josh freddo dei primi tempi, sta indossando di nuovo una maschera per difendersi.
Lui non risponde e questo non fa altro che far aumentare ancora di più i miei dubbi.
Gli volto il viso con le mani.
"Certo che ti amo e quello che è avvenuto poco fa dovrebbe essere una prova."
"Mi amassi anche se dovessi perdere lui?"

Gli levo le mani dal viso.
"Josh, non sono in vena di giochi di parole adesso", dico esausta.
"Avanti Isabel, rispondi."
I suoi occhi sono di fuoco, continua a fissarmi aspettando una risposta da me. Una risposta sincera.
"Io... Non voglio perderlo", gli dico piano.

Mi si rompe qualcosa dentro subito dopo averlo detto.
Gli ho fatto del male, glielo leggo negli occhi.
Nonostante ciò mi risponde calmo.
"Non lo vuoi perdere perché sei innamorata di lui."
"Josh io... Non lo so. So solo che non potrei mai perderlo."
Lui mi guarda e pronuncia le parole piano.
"Non sono andato a letto con te per punirti, sono andato a letto con te perché ti amo, ci ho messo il cuore e non l'avevo mai fatto così, ma non voglio accanto una ragazza che ha paura di perdere un'altro, mi faresti solo del male come hai fatto stasera. Anzi forse anche di più."

"Josh."
Sussurro il suo nome, ma lui si volta verso la finestra dandomi le spalle, non vuole più sentire altro.
"Isabel, è meglio che tu vada ora."
Ha già alzato tutte le sue stramaledette barriere, é come cercarlo in un labirinto e non riuscire a trovarlo.
Non riesce più nemmeno a guardarmi.
Non posso credere che sia finita così,
di colpo.
"Farà più male a me che a te credimi", mi dice.
"Non credo proprio!" urlo stizzita alla sua schiena con una voce che non sembra neanche la mia e poi me ne vado sbattendo la porta.

Nocciola e Cioccolato Där berättelser lever. Upptäck nu