18. Josh

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Apro gli occhi, è mattino.
Guardo l'ora sul telefonino, le dieci e mezza.
La mia camera è inondata dalla luce del sole.
Sulla sedia noto il costume che ho tolto ieri sera prima di fare la doccia, dopo che ho riaccompagnato a casa Isabel. Cazzo, ieri è stato strepitoso, magnifico, favoloso.
Allungo il braccio per prendere il telefonino e le mando il buongiorno su whatsapp.
Non amo molto gli sms, preferisco di gran lunga i rapporti in tempo reale ma ho voglia di sentirla.
Potrei passare a trovarla al lavoro, magari porto Austin con me, scommetto che non gli dispiacerebbe rimpinzarsi di pancake.
Mi alzo e indosso un paio di pantaloncini della tuta Adidas neri e una maglia bianca.
Apro la porta di camera mia, incrocio Annie, una pila di vestiti stirati tra le mani.

"Buongiorno Signor Josh, è venuto il suo amico poco fa, volevo farlo accomodare, ma è voluto rimanere in giardino."
"Grazie Annie, vado subito da lui."
Scendo giù pensando ad Austin che mi bombarderà subito di domande a proposito di ieri sera.
Apro le vetrate che si affacciano sull'enorme giardino e noto una figura maschile di spalle, vicino al gazebo. Non è Austin. Si gira.
È Andres.

"Buongiorno Andres, che bella sorpresa!"
Lo saluto forte, nella voce un filo di ironia.
Lui non risponde, si avvicina a me.
"Senti, non sono qui per litigare o roba simile, arriverò subito al punto. Falla soffrire e te la vedrai con me."
"E meno male che non volevi litigare! Sai Andres, mi piacerebbe poterti rassicurare, sul serio, ma la verità è che questi non sono affari tuoi."
Lo guardo fisso negli occhi, lui non distoglie lo sguardo.
"È come una sorella per me", mi dice serio.
"Una sorella? Sei sicuro Andres?"
La mia risposta sarcastica lo lascia un attimo senza parole.
Riacquista sicurezza.
"Ha già sofferto abbastanza nella vita, non immagini quanto sia difficile ancora oggi  e non voglio che soffra ancora, tutto qui amico", mi dice più calmo.
"Non accadrà, non sono il lupo cattivo che immagini."
Lui non risponde.
"Andres, sei sicuro che sia solo per questo che sei venuto qui? Insomma puoi dirmelo se hai una cotta per lei."
Andres mi guarda stranito.
"Sei matto? Io mi preoccupo solo per lei, okay, non sarai un lupo cattivo, ma non sei neppure il principe azzurro che le ragazze sognano. Lei si merita di più." 
Me lo dice così, tranquillamente, come se mi avesse fatto un complimento e poi mi guarda fisso, non abbassa lo sguardo, non indietreggia.
Mi irrigidisco all'istante e mi avvicino ancora di più a lui.
"E sentiamo, chi si merita? qualcuno tipo te?"
"Si merita anche più di me Josh."
Detto ció guarda verso il cancello e si allontana.
"Ti sarei grato se non dicessi nulla a Isabel, si preoccuperebbe e basta e se ci tieni almeno un po' non vorresti vederla preoccupata no? Devo andare ora, conosco la strada." 
Si allontana così, senza dirmi altro.
Continuo a fissarlo finché non sparisce dalla mia vista 
Me lo aspettavo, certo che me lo aspettavo.
Ieri sera sarà andato fuori di testa a vederci andare via insieme.
Lui prova qualcosa, il fatto che sia venuto fin qui ne é la chiara prova.
Non credo a una parola di quello che mi ha detto, é geloso, solo geloso.
Mi squilla il telefono, un messaggio,
è lei.
"Buongiorno a te sbruffone."
Sorrido e le rispondo subito.

               ♡♡♡♡♡♡♡♡♡

"Ciao!"
Mi saluta piena di entusiasmo.
Sono passato a prenderla a lavoro.
"E questa?" mi domanda indicando la mia vespa.
"È mia. Italiana al 100%! Tieni"
Le passo il casco e fa per salire.
"Aspetta, quasi dimenticavo", le dico per scherzo e le do un bacio a stampo sulle sue labbra morbide.
Ci scostiamo.
"C'è solo un problema", mi dice.
"La mia auto è parcheggiata qui."
"Poi la riprendiamo, dai Isabel, vieni con me."
Non se lo fa ripetere due volte, sale dietro di me e mi stringe subito forte.
Andiamo a Fashion Island. Camminiamo assieme per mano guardando le vetrine dei negozi.
Non ci posso credere, io Josh Walker, mano nella mano con una ragazza in giro, a fare il "cucciolone" come direbbe Austin.
Ma non me ne frega niente, anzi sono felice di abbracciarla e baciarla in pubblico, voglio che tutti sappiano che lei è "mia".
Ci fermiamo a mangiare un sandwich.

"Allora come è andata?" le chiedo.
"Oh, il solito."
Racconta un po' del lavoro, qualche aneddoto sui clienti e su Sally, la sua collega. 
"...e poi Sally ha detto che verrà anche lei all'apertura del Cebo, non vede l'ora. Sarà fantastico, tu mi accompagnerai, non è vero?" mi chiede.
"Certo. Con Andres vi siete sentiti?" chiedo con finta indifferenza.
"No, ma è sempre molto impegnato, sai i lavori e tutto il resto...", mi dice.

Rimango in silenzio.
Sì, come no, così impegnato che stamattina ha trovato il tempo di passare a casa mia, penso infastidito.
"Ehi, lo so cosa stai pensando." Interrompe i miei pensieri.
"Pensi che Andres se la sia presa per ieri sera."
Mi tocca una mano.
"Lui mi vuole bene, vuole sul serio vedermi felice e non se la prenderà quando gli spiegherò tutto e gli dirò di noi."
Lei ovviamente non sa nulla e non può neppure immaginare.
Ero intenzionato a dirle tutto, ma le sue parole mi hanno fatto  rimanere nel dubbio.
E se fosse davvero così? Dopotutto sono amici da una vita.
Decido di crederle e lascio cadere il discorso.

"Okay dolcezza, ma che fai?"
Noto che ha preso un tulipano dalla fioriera dietro di lei.
"Oh, è il fiore preferito di mamma, le farà piacere", mi dice.
"Come sta?" chiedo serio.
"Sta meglio credo, cioè in realtà è sempre la solita, ma ho l'impressione che ora interagisca di più. Ieri volevo fare una torta, ma non ricordavo più quante uova andassero messe e lei mi ha elencato tutti gli ingredienti e alla fine ha voluto pure assaggiarla. Mi ha stupito, di solito è completamente assente al mondo che la circonda."

La guardo, ha gli occhi illuminati, un grande sorriso, è felice.
"E la torta era commestibile?"
scherzo io.
"Stupido! Certo che sì! Posso fartela assaggiare se vuoi! Sai, ho come l'impressione che ora andrà tutto bene. È anche merito tuo, non so come spiegarti, tu... mi hai colorato la vita."
"Di nocciola e cioccolato?"
le rispondo ridendo e poi non le do il tempo di dire nient'altro, l'avvicino a me e respiro tra i suoi capelli.
Le do un bacio sulle labbra, lei mi ricambia subito e mi stringe forte.
"Non ti farò del male, voglio che vada bene tra me e te", le dico.
"Lo so", mi risponde lei.
Alza la testa per guardarmi, è più bassa di me almeno di una quindicina di centimetri.
"Anche perché se no mi tocca rigarti l'auto e non ne ne ho il tempo!"
Ci mettiamo a ridere, lei mi abbraccia di nuovo e sussurra sulla mia maglia. "Andrà bene."

Nocciola e Cioccolato Where stories live. Discover now