14. Isabel

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Cerco di farla leggera
"È stato divertente no? Ehm... alla prossima allora."
Josh mi guarda e pronuncia le parole in maniera ferma. 
"Ti chiamo domani."
Un sorriso audace dipinto sul suo bellissimo viso.
"Sono stato bene", mi dice poi e mi fa una carezza sulla guancia con il palmo della mano.
Mi prende delicatamente per il mento e mi dà un dolce bacio delicato.
Scende gli scalini del patio e si dirige verso la sua auto, mi guarda un'ultima volta con quegli occhi e quel sorriso e poi sale in auto.
Lo guardo andare via, chiudo la porta e mi ci appoggio con tutto il peso del mio corpo, passandomi le mani sulla fronte e scostando i capelli dal viso.
Che serata!

La casa è silenziosa, salgo su a controllare che mamma sia in camera e poi mi dirigo in camera mia.
Guardo l'ora, mezzanotte e mezza.
Mi arriva un sms di Julias, ma da quando in qua utilizza WhatsApp?
"Isabel, domani non dovete venire al lavoro, ho un appuntamento in banca e non aprirò il locale, scusa per l'ora buonanotte."
Bene, un'ottima notizia, domani posso alzarmi senza sveglia!
Mi spoglio e metto il mio pigiama lilla, appoggio il vestitino sulla sedia e poi apro la borsa per svuotarla di tutto quello che c'è dentro alla rinfusa: portafoglio, chiavi di casa, fazzolettini, cuffiette, salviettine.
Noto il peluche che mi ha dato Josh, lo prendo tra le mani.
È un coniglietto di pezza beige, dalle lunghe orecchie e gli occhi azzurri di vetro, che tiene tra le zampe un cuoricino con la scritta Sweet Love.
Lo appoggio delicatamente sulla mensola della mia scrivania e mi sdraio a letto.

Ripenso ai baci con Josh.
Bacia benissimo, in modo lento, mordicchiandomi le labbra e poi affondando la sua lingua morbida nella mia bocca e muovendola con sicurezza. Sento le ginocchia molli al solo pensiero.
Non è voluto andare oltre, non ci ha nemmeno provato e non so se esserne lusingata o offesa.
Però è certo che la voglia c'era.
Sentivo la pressione dei suoi jeans sul mio corpo e le sue mani che mi accarezzavano con desiderio.
Mi addormento con un senso di trepidazione allo stomaco.
Sono felice, domani sarà una bella giornata.

              ♡♡♡♡♡♡♡♡

"Mmmm, sei sicuro di questo colore?" dico dubbiosa guardando le foto sul telefonino di Andres.
"Scherzi? Verde flou é il nuovo trend! Verrà benissimo!" mi dice entusiasta. "Bah... A me sembra una discoteca così. Guarda che il colore del locale non va mai scelto a caso, io sceglierei colori caldi, un giallo ocra magari..."

Siamo al supermercato, Andres mi guarda con aria annoiata prima di prendere un enorme confezione di riso e gettarla sul carrello.
"Ehi, ma che ci faccio con tutto quel riso?!" esclamo io.
"Ci puoi fare un risotto con le vongole e curry, accompagnato da gamberetti saltati allo zenzero", mi risponde.
"Guarda che lo chef sei tu, io mi diletto in cucina solo per dovere", gli rispondo storcendo il naso.
"Ma è facilissimo! Ti passo la ricetta su whatsapp se vuoi."
"Okay, okay", dico ridendo.
Mi arriva un sms sul telefonino, leggo il messaggio e poi rispondo veloce.
"Chi è?" mi domanda Andres.
"Oh è Sally, ti ricordi di lei no?"
gli domando facendogli l'occhietto allusivo, lui annuisce in silenzio.
Sally ha una cotta per Andres praticamente dalla prima volta che l'ha visto, una mattina che è venuto da Julian.
All'epoca gliene avevo parlato ma Andres aveva  fatto spallucce e liquidato la faccenda con un non è il mio tipo.

"Ehi, perché non vieni con me stasera? Possiamo decidere assieme  quali tavolini prendere per il locale, ho un mucchio di cataloghi ancora da guardare...", mi chiede mentre sistemiamo la spesa nei sacchetti di cartone.
"Oh non posso, ho già un impegno", gli rispondo.
"Con Josh."
La sua non è una domanda.
Mi squadra, cercando di captare qualcosa che magari non gli ho detto.
"Sì con lui, ora muoviti impiccione, se vuoi insegnarmi a fare quella ricetta."
Lo spingo ridendo con le borse della spesa nelle mani, lui mi dà un calcio per finta prima di entrare in macchina.

Il pranzo è stato delizioso, ha cucinato Andres ovviamente.
È veramente disordinato quando cucina, sporca tutto, ma quello che ne esce fuori è sempre spettacolare.
Bello da vedere e buono da mangiare.
È piaciuto anche a mamma.
Non so perché ma quando c'è lui anche mamma sembra rianimarsi.
Non che faccia tutta sta gran conversazione, ma noto che è più tranquilla e sorride di più quando lui è con noi.
Andres ha un entusiasmo contagioso.

Ho messo tutto in lavastoviglie e poi ho sistemato un po' la casa.
Sono disordinata, lo ammetto, ma se non ci pensassi io la casa andrebbe in rovina.
Andres è andato via nel pomeriggio, un impegno improvviso mi ha detto.
Sono le sette, mi arriva un sms da Josh.

"Ci vediamo tra un'ora, dolcezza."

Sempre molto sintetico e molto misterioso, non una parola su dove andremo.
Forse non ama tanto messaggiare.
Gli rispondo e poi vado a fare una doccia.
Quasi un'ora dopo sono pronta.
Ho fatto una coda alta perché oggi c'è veramente caldo e indossato dei jeans a vita alta e una semplice maglia.
Salgo su, nella camera da letto di mamma, lei è lì sul letto, la tv ancora accesa.
La osservo nella penombra, sembra così tranquilla, così soave, come se non avesse un solo problema al mondo e non dovesse ogni giorno fare i conti con quel mostro di depressione che la tortura.
Ha ragione il Dott. Thompson, non è che abbia fatto grossi miglioramenti, parla ancora pochissimo e non interagisce più di tanto.
Le do un bacio sulla fronte, spengo la tv e scendo di sotto.

Sento il rumore del fuoristrada di Josh e guardo dalla finestra.
Sì, è lui. Chiudo la porta di casa e gli vado incontro.
"Buonasera sbruffone!"
"Ciao dolcezza, dai salta su", mi dice.
"Possibile che non mi dici mai dove stiamo andando? Sai una ragazza deve pur sapere come vestirsi in base ai luoghi...", gli dico scocciata.
"Quanto la fai lunga, andiamo solo a prendere un gelato", mi dice.
"Beh potevi dirmelo, Isabel andiamo  a mangiarci un gelato okay? non mettere  abiti eleganti."

Josh ride e mi da una pacca sulla coscia facendomi trasalire.
"Sei attraente quando ti arrabbi lo sai?"
Muove la mano su e giù accarezzandomi e io lo fermo.
"Tieni le mani sul volante, non te l'hanno insegnato a scuola guida? Mai distrarsi."
Mi guarda, un sorriso strafottente sul viso.
"Io mi distraggo quanto voglio e poi sfido chiunque a non distrarsi con una come te."
Arrossisco all'istante.

Mi ha portato in una piccola gelateria vicino alla spiaggia.
Il sole dai toni arancioni sta tramontando sul mare.
In lontananza una coppia passeggia sul bagnasciuga e una donna fa giocare il suo cane al riporto.
È tutto così tranquillo davanti a noi.

"Sul serio? Non sei mai stata a New York?"
"No!" rispondo divertita dal suo stupore.
"San Francisco, Los Angeles, Chicago, ma New York mai."
Siamo sul bagnasciuga.
Mi giro verso di lui, ci guardiamo in silenzio, lo vedo sorridere.
"Cosa c'è?" gli chiedo.
"I tuoi occhi. Hanno lo stesso colore  delle nocciole, bel colore, sono come  i miei."
"Ma tu non hai gli occhi nocciola!"
Lo spingo ridendo. I suoi occhi sono castani, ma più scuri dei miei, assomigliano più al colore del cioccolato fondente.
"Ah si? E che colore sarebbero?" mi chiede.
"Sono castani, di un marrone... cioccolatoso", dico dopo un istante.
"Marrone cioccolatoso, l'hai inventato tu?" mi dice ridendo prendendomi in giro e poi mi prende per i polsi e mi avvicina a se.
"Vieni qui."
Ci baciamo. Un bacio lungo, a labbra aperte, con le lingue che si intrecciano tra di loro.
Mi succhia il labbro inferiore e io sorrido.
"Vuoi ancora quel gelato?" mi chiede. "Sì, certo."
Ci avviamo insieme alla gelateria li vicino.
Guardo tutti i gusti disposti nelle vaschette dietro al bancone.
"Che gusto lo prendi?" gli chiedo.
Mi risponde senza esitazione.
"Nocciola e Cioccolato."

Nocciola e Cioccolato Where stories live. Discover now