Chapter 35

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Metto lo zainetto in spalla ed esco velocemente di casa. Sono sicura che è una pessima idea. Crollerò e non posso mostrarmi vulnerabile, non posso mostrarmi fragile, ma sono sicura che lui non mi giudicherà. Lo conosco abbastanza da sapere che può aiutarmi, è forse l'unica persona su cui, in questo momento, posso contare. 

Attraverso la strada e una volta giunta al campo di basket, mi siedo sul muretto all'esterno ad aspettarlo. Ho riflettuto molto su ciò che mi ha detto Maya e ho capito che Cameron si merita una possibilità, merita di sapere ciò che provo davvero, anche se lui non prova lo stesso ed io merito di essere aiutata e amata da una persona come lui. Una persona fantastica che ho imparato a capire e penso che anche lui merita di capirci qualcosa dopo che l'ho respinto tante volte. Forse, sarà difficile se lui non prova lo stesso, ma so che ho comunque un ottimo amico su cui posso contare. Adesso posso essere forte, o almeno provarci. 

"Ehy, che ci fai qui?" esce dallo spogliatoio con il grande borsone in spalla e i capelli ancora bagnati dalla doccia, e in tutto il suo splendore si avvicina a me.
"Ehm ... volevo chiederti se non hai niente da fare adesso, forse, potresti portarmi da qualche parte lontano da qui- accenno un sorriso imbarazzato- ho una cosa da fare e mi andrebbe di farla con te. Sempre se non hai nulla da fare, altrimenti non preoccuparti torno a casa" inizio a gesticolare in preda all'ansia di una risposta negativa, ma lui sogghigna e scuote la testa.
"Lex, mi fa piacere aiutarti. Forza sali in macchina!" sorrido anch'io e salgo in macchina seguita da lui. 

Non so dove mi sta portando, ma spero abbia preso sul serio quel 'lontano da qui' perché ho veramente intenzione di allontanarmi il più possibile dalla realtà per avere la forza di raccontargli tutto. Posso farcela, devo farcela. 
In pochi minuti imbocchiamo l'autostrada e sono sempre più curiosa di sapere dove mi sta portando, e mentre sposto lo sguardo verso il paesaggio lascio che i miei pensieri viaggino con noi, fino a quando non scopro che la meta  di Cameron è Greynolds Park. Scendiamo dall' abitacolo e ci inoltriamo nel parco. Questo posto è così tranquillo lontano dal caos che regna a Miami ed io non posso fare altro che guardarmi intorno a bocca aperta. 

"Non pensavo prendessi sul serio quel lontano da qui" confesso, guardando uno scoiattolo arrampicarsi su un albero. Adoro la natura, adoro la tranquillità che trasmette. 
"Prendo sul serio tutto ciò che dici. Anche ciò che hai detto prima nonostante mi era difficile trattenere una risata per quanto parlavi" arrossisco alle sue parole, assestandogli un pugno sul braccio, che non farebbe male nemmeno ad un insetto, ma che lui si massaggia con una finta smorfia di dolore. 
Ci sediamo nei pressi di un laghetto, non c'è nessuno quindi mi stendo sul prato, chiudendo gli occhi e mi lascio andare ad un sospiro. Quando sono sicura di ciò che sto per fare, apro gli occhi e noto Cameron osservarmi attentamente, arrossisco sotto il suo sguardo intenso. Ad un tratto balzo in piedi e afferro lo zaino tirando fuori la macchina fotografica.
 "Posso fotografarti?" indugio un po' sull'ultima parola e un sorriso malizioso si dipinge sulle sue labbra. 

"Ovvio che puoi fotografarmi, sono un bellissimo modello" mi scappa una risata quando inizia a mettersi in pose assurde. Mi ricorda il nostro primo incontro al parco, quando fin da subito quelle iridi verdi mi hanno scrutata con curiosità e quel ghigno si è stampato sul suo volto. "Sdraiati sul prato e fissa il cielo" gli ordino. Lui esegue, senza obbiettare, e io mi siedo al suo fianco e alzo la fotocamera sul suo viso. "Mi dici il motivo per cui volevi vedermi?" scatto altre foto mentre parla per poi stendermi con la testa sul suo petto. E' un gesto che faccio senza pensare, ma che sorprende entrambi.
 "Ti dà fastidio?" chiedo, alzando la testa mentre lui scuote la sua regalandomi un sorriso rassicurante. 

"Ecco ... io ti ho portato qui per parlarti di me" mi schiarisco la voce e sento i suoi occhi bruciarmi addosso.
"Io sento la necessita di farlo perché tu mi piaci Cameron, ma non sentirti obbligato, io so che non posso piacere quindi tu dimmelo se preferisci restare amici e ti chiedo se puoi non ferirmi, non riuscirei a sopportarlo" sussurro imbarazzata e quasi penso non mi abbia sentita. Dopo qualche minuto di silenzio, sospiro e inaspettatamente lui si abbassa alla mia altezza per regalarmi un tenero bacio sulle labbra. Lo prendo come un incoraggiamento a parlare, così inizio, sperando di non crollare, nonostante sono consapevole che lui sarà lì pronto a rialzarmi. 

"Ero piccola quando ho perso mia madre, ho sempre sentito la sua mancanza. Mi mancava fare ciò che tutte le bambine facevano, mi mancava non aver avuto la possibilità di conoscere la persona fantastica di cui mio padre e la nonna parlano, mi mancavano gli abbracci che solo le mamme sanno regalarti, e so che tutto questo mi mancherà sempre, lei mi mancherà sempre. Ma quando ho conosciuto Maya la mia vita è cambiata radicalmente- chiudo gli occhi cercando di concentrarmi solo sui battiti del suo cuore- quella bambina impertinente e con quegli occhietti furbi capaci di difendere anche un animaletto indifeso. Quando ho avuto la fortuna di conoscerla, lei è diventata tutto per me, tutto; una madre, un'amica, una sorella e a volte anche una nemica." Tutti i ricordi mi attraversano la mente e sento delle lacrime solcarmi le guance. So che ora tutto è cambiato, noi siamo cambiate, siamo cresciute e purtroppo in questi tre anni non abbiamo potuto farlo insieme, non abbiamo potuto raggiungere quei traguardi che insieme ci eravamo imposte.

"Poi abbiamo conosciuto Austin- un sorriso amaro mi dipinge il volto- era il mio compleanno, non lo avevo mai festeggiato prima di allora perché è il giorno in cui l'ho persa, ho perso la mia mamma. Così Maya mi costrinse a passare l'intero pomeriggio in un bar, che poi è diventato il nostro posto, lì Austin stava studiando e mi è venuta la brillante idea di avvicinarmi a lui per conoscerlo, lo avevamo già visto a scuola anche se era difficile notare quel tipetto solitario. Ma per me e Maya è diventata una sfida conoscerlo e ci siamo riuscite. Eravamo inseparabili fino a quando tre maledetti anni fa non mi ha trascinata ad una maledetta festa di Halloween, era strana da qualche settimana, ma mai avrei immaginato che mi mentissero. Quella sera è stata la sera peggiore della mia vita, mi sono sentita così sola e abbandonata, me l'hanno portata via per tre lunghi anni. E non solo lei, anche Austin che è partito subito dopo. Ero così sola, così vuota" mormoro e sento un nodo alla gola, prendo un respiro profondo e cerco di impedire ad altre lacrime di scendere. 

Fa sempre più male ricordare di quella sera, di quanto mi sono sentita sola o di quando la mattina dopo, davanti alla notizia della sua scomparsa, mi sono sentita impotente e quel vuoto è tornato per inghiottirmi ancora. 

"Ho chiamato ogni giorno, ogni suo compleanno, ogni dannato anno, ma tutto ciò che riuscivo a sentire era la sua voce tramite la segreteria telefonica. Mi sono sentita ancora una volta in colpa e mi sono chiusa ancora di più in me stessa fino a quando non sei arrivato tu.- Alzo la testa verso di lui che mi sorride con uno strano luccichio negli occhi- Cameron per me sei stato una continua sorpresa, all'inizio ho fatto di tutto per allontanarti e adesso faccio di tutto per reprimere ciò che sento, ma non ci riesco perché tu mi fai stare bene, tu mi fai sentire viva, tu ... tu mi aiuti anche se non te lo chiedo, tu ci sei e io non smetto di pensare a quanto siamo dannatamente simili, ma anche diversi" mi siedo per riuscire a decifrare la sua reazione e ancora una volta lo vedo avvicinarsi a me sempre di più, poi però mi stupisce sussurrandomi all'orecchio un 'proviamoci, Lex, proviamoci insieme '. 

Poi mi bacia, un bacio ricco di sentimenti, le nostre lingue danzano insieme mentre le farfalle svolazzano nel mio stomaco. Ecco cosa intendevo con il farmi sentire viva, io con lui mi sento in un' altra dimensione, nel corpo e nella vita di un' altra persona. Lui mi fa sentire giusta. 

Quando ci stacchiamo per riprendere fiato, gli sorrido sinceramente, per poi afferrare un foglio e una penna dallo zainetto: "domani c'è l'inizio del processo, ho bisogno di scrivere la mia testimonianza e ho bisogno che tu ci sia domani" mi regala un altro bacio ancora più intenso. 

Sorride contro le mie labbra e mi sussurra;"ci sarò."
E io so per certo che ci sarà non solo domani, ma per sempre.


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