Chapter 7

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Anche questa mattina le lezioni sono passate lentamente, tra i numerosi cambi d'ora e le spiegazioni infinite.
Prendo un vassoio con tre fette di pizza e una lattina di coca cola ed esco dalla mensa rumorosa. Oggi non mi va di restare chiusa in quella stanza sommersa dal chiacchiericcio dei numerosi studenti. In parte a causa di Jimmy, che non aspetta altro che infastidirmi, e in parte perché, per essere una giornata di fine ottobre, il cielo è sereno e fa abbastanza caldo. Io adoro l'autunno, è la mia stagione preferita. Mi piace osservare come i paesaggi, che mi circondano, assumono quel colore giallognolo, come le foglie abbandonano gli alberi per depositarsi sui prati, come il tempo assume quell'aspetto più triste, quasi mi rispecchiasse, l'aria che si raffredda abbandonando quel calore estenuante che ci regala l'estate, quella stagione calda e stressante che tanto odio. Purtroppo, qui l'estate sembra non abbandonarci mai veramente.

Raggiungo il cortile, che, ormai, a quest'ora è quasi vuoto, tranne per qualche piccolo gruppetto di ragazzi, che fumano indisturbati. Sono l'unica a sedersi sotto l'ombra di un albero, adoro farlo perché mi rilassa e mi piace stare da sola a godermi ciò che mi circonda nell'assoluta tranquillità.
Mi siedo e inizio a mangiare la mia pizza, afferro 'Cime tempestose', che ultimamente ho iniziato a leggere per l'ennesima volta. Lo comprai qualche anno fa in una libreria non molto distante da casa mia e, pensandoci, è da un po' che non vado a trovare Juliette, un'anziana signora che si occupa della libreria, mi consiglia sempre quali libri leggere e, devo dire che, ha ottimi gusti in fatto di lettura. Poco dopo, sento qualcuno sedersi di fronte a me e poggiare un vassoio colmo di cibo accanto al mio. Alzo di poco lo sguardo, per vedere chi osa disturbarmi, e noto Cameron.

"Ciao, posso farti compagnia?" chiede, sfoggiando un bellissimo sorriso, fa venir voglia di sorridere anche a me, nonostante non ce ne sia motivo. Noto che oggi è particolarmente bello, la luce soffusa del sole gli illumina in parte il viso, gli occhi sono di un verde smeraldo e i capelli castani sono scompigliati dal leggero venticello.
"Non so quanto posso essere di compagnia, ma resta se ti fa piacere" gli rispondo semplicemente, facendo spallucce. Mi domando perché un ragazzo così bello che all'apparenza sembra puro e felice, cerchi un guaio e un'oscurità come me. Sembriamo l'esatta definizione dell'arcobaleno dopo la tempesta, io sono quella tempesta, che fatica a placare la sua ira, mentre lui è quell'arcobaleno che nonostante tutto torna sempre. Non capisco perché si ostina a voler cercare quel qualcosa di buono e bello in me che, ormai, ho perso da tempo.

Iniziamo a mangiare avvolti da un silenzio tranquillo, non di quelli imbarazzanti, ma di quelli quasi piacevoli. In questo mese abbiamo parlato molto, ci siamo conosciuti, per questo credo che adesso questo silenzio non sia più così imbarazzante come quello che ci avvolgeva qualche settimana fa, quando non avevo ancora iniziato a guardarlo da un'altra prospettiva, quasi come un amico.

"Com'è andata con la squadra?" chiedo, nonostante non mi interessi granché, dal momento che di sport non né capisco nulla pur vivendo con tre uomini.
"Bene, ma a pochi fa piacere la mia presenza. Jimmy si è lamentato più volte con il coach, ha paura che io possa prendere il suo posto come capitano, dato che il coach si è complimentato per la mia bravura" spiega soddisfatto, "ma Jimmy continua ad istigarmi con l'intento di farmi perdere le staffe" borbotta amareggiato.

Lo capisco, ma purtroppo Jimmy è fatto così. Anche Kira, quando il primo anno volevo entrare nella squadra delle cheerleader, essendo capitano, mi cacciò quasi subito. Ovviamente, oggi, non ci proverei mai, visto il mio rapporto con l'attività fisica, ma quella volta ci rimasi male.
Sanno che lì fuori c'è qualcuno migliore di loro, ecco il motivo del loro atteggiamento, hanno paura degli altri.
"Già, Jimmy è fatto così" mormoro, abbassando lo sguardo sul mio vassoio, ormai vuoto.
"Qualche volta dovresti venire ad una partita, mi farebbe piacere" sorride, non mi aspettavo che mi invitasse ad una partita, forse potrei pensarci su.

Sentiamo delle risate e noto due ragazzi e Kendall venire verso di noi.
"Possiamo sederci con voi, non vi dispiace, vero?" chiede gentilmente Adam. Non lo conosco molto perché i ragazzi della squadra di basket cerco di evitarli il più delle volte, so il suo nome perché frequentavamo il corso di fotografia insieme e lui era molto bravo. Ha un folto ciuffo nero che gli ricade sulla fronte, gli occhi sono di un azzurro intenso e un lieve accenno di barba gli marca i lineamenti delicati della mascella. È un bel ragazzo, nonostante lo sguardo furbo e malizioso, sembra anche simpatico. Si siedono con noi e terminiamo insieme il pranzo.
"Stasera c'è una festa? Vi andrebbe di venire?" chiede Luke. Lui a differenza dell'amico, ha i capelli biondo cenere, gli occhi color cioccolato e i lineamenti più duri e marcati. Lo conosco perché qualche volta ho incrociato il suo sguardo per i corridoi e fa parte anche lui della squadra di basket.
"Io non posso, non credo sia una buon idea" afferma subito Kendall, abbassando lo sguardo mentre un leggero rossore si espande sulle sue guance, senza neanche pensarci Cameron accetta la proposta e, poiché alcune volte la mia bocca interrompe la connessione con il cervello, mi ritrovo ad accettare anche io.
Non ho un buon rapporto con le feste, non frequento quei posti da più o meno tre anni e ora accettare l'invito per una festa mi rende particolarmente nervosa, soprattutto, se so che ci sono in giro Jimmy e Kira. Non ho paura di loro, ma del loro giudizio e, soprattutto, di dare loro l'opportunità di mettermi in ridicolo davanti a centinaia di studenti.

" Posso passare a prenderti io, se per te non è un problema?" Mi chiede Cameron e, anche qui, mi ritrovo ad annuire senza pensare alle conseguenze.
"Comunque amico sei davvero una forza in campo" si complimentano con Cameron e sorrido. Sono davvero felice, ho notato quanto è importante il basket per lui e sono sicura che è più bravo di quanto pensassi.

Chiacchieriamo per il resto dell'ora e, quando suona la campanella, ci salutiamo con un sorriso per raggiungere ognuno la propria classe. Sono felice di essermi aperta e di aver conosciuto meglio Adam e Luke, sto imparando anche molto su Kendall e Cameron. Non avrei mai pensato di ritrovarmi a sorridere sinceramente e mi dispiace aver giudicato tutte le persone di questa scuola come cattive, forse non sono tutti come pensavo, c'è ancora del buono nelle persone che mi circondano.
Mi sono davvero sbagliata perché tutti abbiamo bisogno di qualcuno per non farci trascinare nella nostra solitudine. Quella solitudine che fa male davvero. 

Take me away with you! | In revisioneWhere stories live. Discover now