Chapter 17

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Sorrido mentre osservo Cameron canticchiare e battere a tempo di musica i polpastrelli sul volante. Gli indico la strada sulla quale proseguire e scoppio a ridere, quando si aggiusta in un modo tutto suo i capelli bagnati. Era appena uscito dalla doccia quando gli ho scritto, nonostante questo, ha accettato la mia proposta. Ho bisogno di affrontare questa cosa con qualcuno, sono dell'idea che affrontarla da sola sia troppo difficile. In realtà, voglio solo parlargli della seduta dalla psicologa e del perché lo sto portando in un posto lontano dal resto del mondo. Non posso palargli di lei perché non sono ancora pronta.
Parcheggia la macchina poco lontano dal molo. Sorrido, osservando un posto così semplice, ma speciale per me. Mi ci portava la nonna in estate quando ero piccola, preparava la merenda e la portavamo qui. Scendiamo dalla macchina e l'aria fresca mi traveste, per essere una giornata di inizio dicembre non fa per niente freddo.

Spero, però, che per Natale nevichi. Ho sempre amato la neve, per me significa tanto e, inoltre, è uno spettacolo magnifico che non ho mai avuto la possibilità di vedere, soprattutto qui a Miami.

"Che bello! Come mai mi hai portato qui?" chiede curioso mentre ci incamminiamo verso la fine del ponticello per avvicinarci all'acqua del lago.
"Ho avuto una giornata un po' faticosa e il resto di questa giornata faticosa volevo passarlo qui in tua compagnia" lo dico con una sincerità che stupisce anche me, mi siedo a gambe incrociate seguita da lui, sulla superfice in legno. Osservo l'acqua del lago aprirsi in piccole onde circolari quando la sfioro, questo posto emana una tranquillità unica, ho quasi paura di parlare per disturbarla.

Come non detto, qualche minuto dopo avergli raccontato la seduta della psicologa, non nei minimi particolari, solo in parte, siamo in piedi sul molo ad urlare con tutte le nostre forze.
"Vai, Alex. Urla al mondo come ti senti" scoppio a ridere e sento uno strano calore invadermi il petto.
"Oddio Cam, sei ridicolo" scoppio di nuovo a ridere seguita da lui, dopo esserci ricomposti iniziamo nuovamente a disturbare le acque del lago, ma adesso seguo il suo consiglio.
"Io mi sento inutile, sola e impotente-urlo allargando le braccia- Sono stanca di Gimmy e quei coglioni che mi fanno sentire sbagliata, sono stanca di sopportare la risata isterica di Kira, sono stanca delle occhiate gelide di Harry, sono stanca della voce dolce della nonna per non ferirmi, sono stanca degli sguardi preoccupati, degli sguardi di compassione e degli sguardi colmi d'odio" urlo con tutto il fiato che possiedo e, una volta a corto di parole, mi sdraio sul ponticello con lo sguardo rivolto al cielo azzurro. Sono come sfinita, sento l'aria mancarmi per le forti urla.

Si, sono stanca di tutto ciò, vorrei poter farla finita, anche solo spiegando che tutto questo mi distrugge dentro. Con Cameron al mio fianco il muro che mi sono creata attorno si sta crepando e ho una maledetta paura che possa crollare e che questo crollo io non riesco a reggerlo. Lui sta provando ad aiutarmi, ma io non posso, non posso farcela, le mie ferite sono troppo profonde e di cicatrici il mio cuore ne è pieno.

Sento il rumore dell'acqua e diverse gocce schizzano ovunque, mi alzo alla velocità della luce per vedere Cameron in acqua, i suoi vestiti sono proprio accanto a me e mi chiedo come io abbia fatto a non accorgermene.
"Oh, dio! Cameron ma sei impazzito? Così ti ammalerai" gli urlo di rimando mentre lui mi mostra tutta la bellezza di quel sorriso e il suono della sua risata.
"Buttati Alex, non si sta male qui" urla, le gocce d'acqua gli bagnano il viso e scendono lungo il torace scolpito.
Sorrido, notando che si sta chiaramente prendendo gioco di me.
"Non mi butterò mai, fa freddo" affermo contrariata, lui si avvicina al ponticello e mi chiede di dargli una mano per uscire dall'acqua, ma io capendo il suo intento mi allontano e inizio a spogliarmi. Non ho altra scelta.
Ormai arresa, mi spoglio, ma sento le guance andarmi a fuoco e un groppo fermarsi in gola quando il suo sguardo si posa sul mio corpo coperto solo dalla biancheria intima.
"Non guardarmi Cameron" lo ammonisco mentre lui se la ride, mi butto il più velocemente possibile in acqua e il contatto con essa mi fa rabbrividire.
Ecco l'effetto che mi fa, mi rende diversa, coraggiosa, forte e imprevedibile dalla me timida e scostante di tutti i giorni.

"Non ti azzardare a schizzarmi" quasi urlo, prevedendo le sue intenzioni.
"Dai Alex! Come sei noiosa" brontola annoiato e sfoggia di nuovo quel ghigno che mi innervosisce tanto.
"Non oso immaginare la faccia di mia nonna quando mi vedrà tutta bagnata" mi copro la faccia con le mani preoccupata, la nonna non mi ammazzerà perché mi vuole troppo bene, ma a mio padre nulla impedirà di farlo.
"Oh! Io immagino eccome la faccia di mia madre- dice, ridendo- Cameron ma cosa diavolo ti salta in mente? Io sono stanca del tuo comportamento, combinane un'altra e ti spedisco in un collegio" scimmiotta la voce di sua madre e scoppio a ridere divertita.

Dopo qualche minuto, usciamo dall'acqua e infreddolita mi rivesto velocemente, quando avanzo all'indietro inciampo nelle mie scarpe, inevitabilmente finisco contro il petto di Cameron. Mi prendo qualche minuto per osservarlo; ha i capelli bagnati che ricadono sulla fronte, il viso percorso da qualche gocciolina d'acqua, i lineamenti rilassati, gli occhi fissi nei miei così profondi che mi incatenano ad essi, le labbra rosse e screpolate. Ed è proprio lì che si ferma il mio sguardo, mentre il suo si sposta dai miei occhi alle mie labbra, si avvicina sempre di più e i nostri nasi quasi si sfiorano. Tremo al solo pensiero delle sue labbra sulle mie, non posso permetterlo eppure questa è la seconda volta che siamo così vicini e che il suo sguardo si ferma sulle mie labbra proprio come il mio.
Quando i nostri nasi si toccano il mio cuore inizia a battere così forte che ho quasi paura che possa uscire dalla cassa toracica e nel mio stomaco iniziano a correre una mandria di elefanti. Deglutisco e, capendo di non essere ancora in grado di sopportare quello che sta per succedere, mi allontano bruscamente da Cameron, incamminandomi verso la macchina senza nemmeno aspettarlo.

Mi dispiace tanto, Cam. Non sono la ragazza che speravi di conoscere arrivando a Miami, non sono una buona amica, non sono una brava tutor, non sono la ragazza che ricambierà mai i tuoi sentimenti.

Take me away with you! | In revisioneWhere stories live. Discover now