Chapter 29

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Unknown's pov

Osservo la poca luce che filtra da una piccola finestra posta dinanzi a me. Mi sistemo meglio sul materasso e sorrido osservando il soffitto e pensando a ciò che sto per fare. Ho studiato tutto nei minimi dettagli, qui non posso più restare, non posso nascondermi a lungo, io voglio vivere la mia vita come qualunque ragazza della mia età.

Loro mi hanno aiutata a scappare, mi hanno dato un posto dove vivere, ma nulla si fa se non si vuole ricevere qualcosa in cambio, anche gli amici vogliono qualcosa, e a me hanno solo chiesto di non portare guai, ma non portare guai, per loro, equivale a rinchiudermi in queste quattro mura.

Non vivo più da ormai tre anni, i giorni trascorrono così lentamente che mi sembra una tortura, per questo ho deciso che nascondermi non fa più per me. Mi manca tutto della mia vecchia vita, mi mancano i miei genitori, anche se litigavano continuamente negli ultimi tempi, e mi manca Alex, lei è tutto per me, è mia sorella, e averle mentito sulla faccenda di Austin mi fa sentire terribilmente in colpa, non so se riuscirò mai a scusarmi.

Austin, lui che ha rovinato tutto, colui di cui mi fidavo. Lo sapevo che amare qualcuno era solo una debolezza. L' amore è una debolezza. Eppure mi sono lasciata andare ed ecco che fine fa chi ama e cerca di proteggere il proprio amore.

Mi alzo lentamente, prendo lo zaino dall'armadio e inizio a riempirlo di vestiti. Indosso velocemente una felpa e alzo il cappuccio. A quest'ora sono usciti tutti, così mi metto lo zaino in spalla e apro la porta di casa, scendendo velocemente le scale. Dovrei ringraziarli perchè mi hanno salvata da una situazione in cui una normale ragazzina di quindici anni non sarebbe sopravvissuta. Ma adesso basta, non ho più paura di lui e dei suoi scagnozzi, ho bisogno di dire la verità e tornare alla mia vita, a progettare un futuro.

Loro capiranno, non sto facendo tutto questo per metterli in pericolo, bensì per salvarli.

Arrivata all'aeroporto, mi siedo su una sedia nella sala d'aspetto e prendo un respiro profondo. Un soffio d'aria fresca mi scompiglia i capelli, le luci battono sulla mia pelle mulatta e un senso di libertà invade ogni mia cellula. Sento la voce metallica in lontananza così mi incammino. Sono libera e pronta per svelare la verità, adesso non hanno scampo.

Alex's pov

"Buongiorno" saluto dolcemente la mia famiglia intenta a fare colazione, mentre io afferro soltanto un biscotto e dopo aver salutato la nonna e papà mi incammino verso la scuola. Oggi fa particolarmente caldo così ho deciso di fare la strada a piedi in compagnia del sole che batte su Miami. A causa di quel sogno non sono riuscita a dormire molto, ma nonostante tutto non è riuscito a alterare nuovamente il mio umore. Il pensiero di incontrare Cameron mi mette una certa ansia, però non posso evitarlo per sempre e sono arrivata alla conclusione che non voglio dimenticare quel bacio e ciò che ho provato in quel momento. 

Durante il tragitto mi guardo un po' attorno. Osservo la moltitudine di persone sui marciapiedi e sento in lontananza le onde del oceano imbattersi sulla riva. Inevitabilmente il mio pensiero vaga verso di lei, anche quando entro a scuola e mi incammino verso il mio armadietto la immagino incamminarsi allegra per il corridoio oppure difendermi dalla furia di Gimmy. 

Dopo aver recuperato tutto il necessario e essere sopravvisuta alle occhiate gelide di Kira, mi dirigo a lezione con una voglia matta di vedere Cameron e gli altri.

****

Cammino verso la mensa pensando alla strana reazione di Gimmy. Mi ha incrociata per i corridoi con il suo gruppetto, ma a differenza delle altre volte, quando non perdeva tempo per ferirmi con i suoi gesti e le sue parole, questa volta mentre un suo amico si stava avvicinando a me gli ha afferrato con forza il gomito e con un flebile: 'lasciala perdere', ha proseguito a passo veloce lungo il corridoio. 

Non so se questo atteggiamento è causato dal fatto che adesso siamo costretti a passare più tempo insieme o per quello che ho detto ieri sera a cena. Fin da quando l'ho visto ho pensato che oltre a quella corazza, causata forse dalla perdita del padre, ci fosse di più. Oltre il Gimmy stronzo e strafottente, oltre al bulletto, ci fosse una sensibilità nascosta, quella sensibilità che ha paura di mostrare. Era per quest'aura misteriosa che lo circonda che la piccola me, durante il primo anno, si era lasciata andare ad un sentimento, ma che lui, ovviamente, aveva rifiutato dopo avermi umiliata. E' da lì che sono iniziati gli sguardi e i gesti colmi di disprezzo da parte sua. In fondo tutti abbiamo un lato nascosto, ma siamo sempre noi che cerchiamo di nasconderlo e negarne la vista agli altri.

Appoggio il vassoio sul tavolo e mi siedo tra Kendall e Luke, che per fortuna sono diventati una bellissima coppia. Lui la tratta come il fiore più raro e delicato che esista, lei anche a distanza di tempo arrossisce ancora per i suoi complimenti.

"Ehy piccioncini, com'è andata a Londra?" chiede Adam, rivolgendosi a me e a Cameron. Al nomignolo che ha usato faccio una piccola smorfia e abbasso lo sguardo sulla mia insalata. "Benissimo, se solo quella guida turistica non avesse parlato per sette giorni esatti" sbuffa Cameron infastidito.

"Voi come ve la siete passata a Barcellona?" chiede Kendall flebilmente. Dopo l'appuntamento si sono rivisti altre volte, ma solo la sera di Capodanno lui le ha detto ciò che provava, quindi si sono messi insieme. Dal tono di voce che ha assunto Kendall credo sia preoccupata della risposta.

"Benissimo- quasi urla dall'entusiasmo Adam- abbiamo visto quasi tutta Barcellona e per non parlare delle feste a cui abbiamo partecipato la notte" enfatizza.
"Le spagnole non sono niente male" continua con enfasi. A quest'affermazione Kendall abbassa gli occhi imbarazzata e Luke con un calcio negli stinchi zittisce Adam. 
"Io mi sono annoiato molto alle feste, ma in albergo con i nostri compagni di corso è stato divertente" si giustifica Luke con un sorriso innocente. Cameron scoppia a ridere quando Adam lo scimmiotta e io mi perdo ad osservare le sue labbra incurvarsi in un sorriso bianchissimo, i capelli che gli ricadono sulla fronte e gli occhi che si riducono in piccole fessure.

Il suono della campanella mi desta dai miei pensieri. Ci alziamo velocemente e svuotiamo i vassoi nei cestini in fondo alla mensa. "Ci vediamo dopo ragazzi, io ho il club di letteratura" ci saluta Kendall, mentre Adam, Luke e Cameron si avviano verso la palestra per gli allenamenti.

Prima che anche io possa intraprendere la parte opposta del corridoio, una mano morbida e dal colore ambrato, mi afferra il polso. "Aspettami nel parcheggio fra un'ora, pranziamo insieme" mi sorride dolcemente, per poi incamminarsi verso la palestra ridacchiando allegramente con Adam e Luke. 

Take me away with you! | In revisioneWhere stories live. Discover now