Chapter 32

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"Tornata a casa l'adolescente Maya Lowson, scomparsa misteriosamente tre anni fa. Le motivazioni e le indagini sul suo ritorno non sono ancora note ai giornalisti" recita la voce della giornalista che viene trasmessa alla tv. Mi alzo in fretta, spengo la televisione e torno a sedermi tranquillamente. Non voglio rovinare questo momento di pace. Finalmente stiamo facendo colazione tutti insieme, ma di certo non voglio passarlo a sentire la voce di quella giornalista, che parla di Maya, a riempire il silenzio che c'è tra noi. L'hanno chiamata la ragazza fantasma, scomparsa e riapparsa dal nulla, secondo loro, ma nessuno sa la verità, nemmeno io. Maya non ha il permesso di parlare con nessuno, almeno non fino al processo dove dovrà raccontare tutto e identificare i colpevoli. Mi manca tantissimo soprattutto adesso che è a due passi da me.

"Non possiamo ancora vederla, vero?" chiede la nonna, riferendosi a Maya. Lei non ha ancora avuto la possibilità di vederla mentre noi abbiamo potuto soltanto salutarla alla centrale di polizia. So quanto le manca e so anche che non vede l'ora di stringerla in un lungo abbraccio. "Ho sentito Andrew, mi ha detto che per il momento non è possibile, ma che presto, una volta comunicata la data di convocazione in tribunale, potremmo vederla tutti anche se sarà accompagnata da una scorta per tenere lontani i giornalisti" spiega papà, prendendo un sorso di caffè dalla sua tazza nera. Spero che tutto passi in fretta e che lei possa tornare alla normalità, io ci sarò ad aiutarla, spero che lei lo sappia. Harry e Mike sono molto silenziosi, ma una domanda di quest'ultimo mi spiazza: "dicono che sia entrata in un brutto giro e che si sia ritrovata nei guai."

Alzo lo sguardo dal mio piatto puntandolo al suo viso;"la gente dice tante cose, ma non sa nulla" mormoro, per poi alzarmi, prendere lo zaino, ed uscire di casa per incamminarmi verso scuola. Non ho per niente voglia di andarci, so già le battutine che mi rifileranno a causa di ciò che è stato detto al telegiornale.

Lei non può ancora tornare a scuola e mi distrugge sapere che io sto andando avanti tranquillamente mentre lei deve sottoporsi a degli esami per vedere se sta bene fisicamente e anche mentalmente. Sono passati tre anni, ma sembra stare bene, fin troppo bene. Io continuo a pormi domande senza risposta, continuo a chiedermi quando mi racconterà tutto, dove è stata, perché e chi l'ha costretta a scappare o a nascondersi. Fra qualche giorno si saprà quando avverrà la prima udienza, durante la quale, finalmente, avrò le risposte alle mie domande. 
Non ho visto nemmeno Cameron, ho rifiutato le sue chiamate perché non ho ancora il coraggio di raccontargli di Maya e della forte amicizia che ci lega.

Varco il cancello e sento già i mormorii e tutti gli sguardi puntati su di me. Entro e mi dirigo a passo veloce verso il mio armadietto, ma prima di raggiungerlo i simpatici amici di Gimmy mi si parano davanti. Non sono proprio dell'umore giusto per sentire le loro battutine perciò li supero senza rivolgergli uno sguardo. "Non così in fretta" dice con voce stridula Kira, afferrandomi un polso, ma con una mossa veloce mi scollo di dosso la sua mano. "Che cosa vuoi?" borbotto. Sono stanca di tutto, anche di loro, quindi è arrivato il momento di reagire, di essere forte. "Come siamo acidi stamattina. Che c'è non sei felice di rivedere la tua amichetta?" sorride perfidamente e so già dove vogliono andare a parare, sono solo meravigliata di non vedere Gimmy fra loro. Pensandoci è da un po' che non alza un dito nei miei confronti, da quando ha scoperto la relazione di sua madre e mio padre mi evita, o ,forse, evita i guai nel caso io parli di ciò che mi ha fatto passare. "Non sono felice di rivedere te quindi se vuoi scusarmi... " continuo a camminare mentre sento le loro risate divertite e commenti sul mio improvviso cambiamento.

Una volta arrivata in classe, mi siedo al mio posto aspettando l'arrivo del professore di storia. Cameron entra dieci minuti dopo l'inizio della lezione e prende posto accanto a me. 
"Ciao" sussurra.
"Ciao" sussurro di rimando, riportando lo sguardo sul quaderno dove sto prendendo appunti. Continuiamo a sussurrare e fra un come stai e un altro arriva la domanda che immaginavo volesse pormi. "Mi parlerai mai di te e dell'amicizia che ti lega a Maya?" chiede, incrociando le braccia al petto e appoggiandosi allo schienale della sedia. Gli ho parlato di mia madre e mi è anche venuto in mente di portarlo sulla sua tomba cercando di riuscirci, ovviamente invano, gli ho sorriso, l'ho baciato e per me è pure abbastanza ciò che ho fatto, ora mi chiede troppo. E quello che non ha intenzione di parlare di se stesso è lui. 
"E tu, quando mi parlerai di te?" mormoro accusatoria, portando i miei occhi sulla sua figura. Se ne sta lì seduto con quel atteggiamento indifferente che non gli appartiene per niente.
"Ti ho parlato di mio padre." Si mi ha praticamente detto che era un alcolizzato, che picchiava sua madre, ma poi? Nient'altro.

"Ed io ti ho parlato di mia madre" alzo leggermente il tono di voce, beccandomi un' occhiataccia da parte del professore, gli rivolgo uno sguardo di scuse e mi ricompongo, sperando di prestare più attenzione alla lezione, ma i troppi pensieri non me lo permettono. 
"Non hai il coraggio di parlarmi del tuo passato, quindi ti nascondi dietro a quei sorrisi mozzafiato." Abbasso lo sguardo sul foglio rendendomi conto di aver definito i suoi sorrisi mozzafiato e di essere stata troppo dura nei suoi confronti.
 "E tu ti nascondi dietro quei meravigliosi occhi di ghiaccio. Io non ho paura di raccontarti del mio passato, ho paura che tu possa farti un' idea sbagliata del Cameron che sono diventato arrivando qui" alza di poco il tono di voce, ed io non posso fare a meno di chiedermi chi davvero fosse prima di arrivare qui. 
"Spetta a me decidere che idea farmi di te" quando alzo anch'io il tono di voce, tutti i presenti spostano lo sguardo su di noi. Non credo di essere mai stata più in imbarazzo di così, ma Cameron continua a parlare indifferente.
 "No, invece, spetta a me che cosa dirti e farti conoscere della mia vita".

"Volete per caso continuare il vostro litigio di coppia fuori di qui?" domanda retoricamente il professore e a sentire 'litigio di coppia' io e Cameron ci scambiamo uno sguardo d'intesa per poi scoppiare a ridere. Il suono della campanella interrompe la nostra risata e lo scambio di sguardi con il professore, che rosso in viso ci dice che siamo in detenzione per un'ora. Mi alzo e raccolgo le mie cosa, pronta a raggiungere gli altri in mensa, dato che dopo mi aspetta una lunga ora di detenzione in compagnia di Cameron. Sono finita poche volte in detenzione, ma oggi mi tocca farlo con Cameron e non so cosa aspettarmi dopo la discussione avvenuta in classe. Mentre cammino per il corridoio verso la mensa vedo con la coda dell'occhio Austin affiancarmi, mi rivolge qualche sguardo e notando che io non ho intenzione né di parlare né di rivolgergli uno sguardo inizia a parlare. 
"E' tornata davvero?" chiede, riferendosi a Maya.
 "Già è tornata. Vuoi per caso passare a farle un saluto?" borbotto sarcastica. Lui sembra allarmato quando rifiuta non cogliendo la mia ironia e si dilegua. Come quando è scomparsa, continuo a pensare che Austin c'entri più di quello che sembra, sono anche convinta che sia partito a causa della scomparsa di Maya. Forse per non essere coinvolto nelle indagini, in quanto complice?

Una volta in mensa, mi siedo con Adam, Luke e Kendall e nonostante tutti gli sguardi dei presenti siano puntati su di me e i mormorii di sottofondo, noi mangiamo tranquillamente e chiacchieriamo del più e del meno, anche dell'assenza al tavolo di Cameron. 
"Alex come sta Maya?" mi chiede Kendall e sembra sinceramente interessata, ma io mi limito a rispondere che sta bene riprendendo a mangiare tranquillamente. Non so nemmeno io la causa del mio cambiamento di umore. Forse per l'arrivo improvviso di Maya, per i continui sguardi, per i commenti sulla ragazza fantasma e anche per la curiosità di sapere del passato di Cameron dal momento che ho ammesso a me stessa che provo qualcosa di sincero nei suoi confronti. Qualcosa che va al di là del poco tempo che ci conosciamo o del nostro essere completamente diversi.


Take me away with you! | In revisioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora