Capitolo 11- Nel Cassetto Di Easton.

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Questi due giorni sono passati incredibilmente in fretta e ora eccoci qui, io con le lacrime agli occhi e Kevin con i bagagli tra le mani. Non posso crederci, non lo rivedrò più per un bel po' di tempo.

-Allora....ciao.- dice Kevin accennando un sorriso.
-Già, ciao.- ripeto il suo saluto abbassando la testa. Poi mi aggrappo a lui.

-Non andare via!- borbotto vicino al suo orecchio.

-Devo, ma tornerò tra qualche mese non appena potrò e cercherò di chiamarti il più spesso possibile!- mi rassicura.

-Ti voglio bene, Kev.

-Anch'io ciccina.- rido alle sue parole e lo abbraccio un'ultima volta prima che vada per l'imbarco dei passeggeri.

Una lacrima scappa dal mio occhio e mi affretto ad asciugarla. Sospiro e torno a casa mia, ormai è sera e ho fame.

-Ciao tesoro!- mi saluta allegramente mio padre.
-Ciao, ma...di solito torni a notte fonda da lavoro.- dico e lui mi sorride.

-Oggi ho finito prima il mio turno e chiesto di tornare prima a casa.- gli sorrido a mia volta e vado a preparare la cena. Questa passa con qualche domanda da parte di papà e nemmeno uno straccio di parola tra me e Easton. Bene.

-Cos'avete voi due?- ci chiede poi notando il nostro comportamento.

-Nulla.- diciamo all'unisono io e lui.
Appena finito di mangiare, mi fiondo in camera mia lasciandoli soli a sparecchiare.

Che nervi! Ho bisogno di rilassarmi.
Afferro la mia fedele chitarra e inizio a suonare.

Le calde note non tardano a calmarmi e subito mi lascio trasportare dalla tranquillità di questa dolce melodia.

-Tesoro...- mi dice una voce oltre la porta non appena finisco di suonare, apro e mi trovo davanti mio padre.

-Hey...cosa c'è?- mi chiede notando la mia espressione leggermente vuota.

-Papà, cosa bisogna fare quando si litiga con una delle persone più importanti della tua vita?- chiedo disperata.

-Tesoro, tu e Easton siete sempre stati come i piedi e le caviglie, inseparabili. Avete litigato, l'avevo capito, ma risolverete. Tutto a tempo debito.- tralasciando lo stranissimo paragone, ha ragione. Risolveremo, bisogna solo avere pazienza.

-Grazie, papà- gli sorrido esprimendo tutta la mia gratitudine.

-È vero che non sono quasi mai a casa per lavoro, ma ci sono sempre per i miei figli. Anche nel cuore della notte se necessario.- mi rassicura e io lo abbraccio di slancio. Altroché se mi era mancato mio padre!

-Buonanotte, Alyssa.- mi saluta prima di andare a letto in camera sua.
-Buonanotte, papà.- sussurro da sola sulla soglia della mia camera. Rientro e chiudo la porta.

***

Evviva il giorno delle pulizie! Sbuffo scocciata e vado a prendere lo spolverino. Papà è a lavoro, quandi tocca a me ed Easton pulire casa. È sabato e mi annoiano profondamente le pulizie, come a tutti suppongo.

Sistemo e pulisco la mia camera mentre mio fratello si occupa del salotto.
-Easton! Vado a pulire la tua camera! Tu appena finisci con il salotto occupati della cucina!- lo avviso. Sono crudele. La sua camera non è molto sporca o disordinata, ma la cucina e il salotto sono enormi come stanze. Ahahah, lavora uomo! Sono ancora arrabbiata con lui!

Vado in camera e inizio a spolverare qui e lì. Spazzo via la polvere dal pavimento, lavo a terra e ripongo qualche indumento pulito che ha rimasto in giro nell'armadio (tralasciando le mutande, ovvio).

Apro il cassetto delle magliette con così tanto slancio che stava per fare un volo fino in Nuova Zelanda, la frenata brusca del cassetto mi fa sentire un tonfo soffocato dai vestiti.

Scosto le molteplici maglie dei Nirvana, dei Green Day e di tutte le santissime band che amiamo entrambi fino a fermarmi quando vedo qualcosa che non mi sarei mai aspettata di vedere nel cassetto delle maglie di mio fratello. Mi si gela il sangue nelle vene, spalanco gli occhi e rimango con la bocca aperta impietrita da ciò che ho trovato.

Unexpected 1- Kiss Me Donde viven las historias. Descúbrelo ahora