30- Crudeltà

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Pov's Caroline

La testa che esplode, le gambe che non mi reggono in piedi e le mani tremolanti.

Vorrei solo chiudere gli occhi e trovarmi da qualche altra parte.
Fuori da questa cella, lontana dal macchinario e da queste persone.

Non so neanche quanto tempo sia passato a dire il vero.
Ho perso il conto dei giorni, l'unico momento in cui vedo la luce è quando mi portano in quel laboratorio.

Per il resto sono sempre intrappolata qui.

Damon continua a non arrendersi e continua ad avere fiducia, crede ci troveranno presto e usciremo da qui.

Io, invece, comincio a temere e a pensare che non ci troveranno più.

Damon cerca costantemente in tutti i modi di farmi ridere, sdrammatizzando.
Cerca di mettermi a mio agio anche in questa assurda situazione.

Lo vedo però che sta soffrendo in silenzio.

La sua caviglia è diventata quasi blu, ogni volta lo legano sempre più stretto con quella catena.
Non si curano minimamente del fatto che, bloccando la circolazione sanguigna, gli fanno del male.

Una volta uno di quegli uomini mi ha strattonato per il polso facendomi cadere a terra.

Damon subito lo ha spinto imprecando, liberandosi dalle prese degli uomini che lo stavano tenendo stretto.

La conseguenza è stata che hanno cominciato a prenderlo a pugni senza smettere più. Uno dopo l'altro.

Urlavo e piangevo ma nulla.

Non si fermavano e Damon al posto di fare qualcosa per rimediare, sembrava sfidarli con il suo sorrisetto strafottente.

Quel sorrisetto li aveva fatti incavolare ancora di più ma per fortuna è entrata la donna dalla maschera rossa e li ha fermati.

Già, quella donna sembra essere la capa di non so cosa.
Rispondono solo ai suoi comandi.

"Hai paura?"

La voce di Damon interrompe i miei pensieri.

"Tu no?" chiedo appoggiando la testa al muro.

Damon si sdraia a terra sospirando.
"Più che paura, ho bisogno di farmi una bella doccia e di mangiare come si deve"

In effetti sono giorni che ci danno solo qualche pezzo di pane e un po' di acqua.

"Cosa vorresti fare tu fuori da qui?"chiede dopo qualche secondo.

"Vorrei stare con la mia famiglia, sdraiata nel mio divano a mangiare tutto ciò che mamma cucina mentre mi guardo una bella serie tv su Netflix"

Quanto darei per fare ciò.

"Io come prima cosa mi farei un bagno di 17 ore e poi mangerei tante di quelle pizze che batterei i record mondiali"

"Allora ti farò concorrenza"

Sorride alla mia frase voltando il suo sguardo verso di me.
Appoggia la testa sulla sua mano e mi guarda per qualche istante per poi sorridermi dolcemente.

Il suo sguardo mi mette in soggezione perfino ora.

Assurdo.

Devo avere qualche problema mentale se penso sia tremendamente sexy adesso.

"Smettila di guardarmi così" mormoro con le guance a fuoco.

"Come ti starei guardando?"

Come una persona che sa di essere un figo della madonna e usa il suo fascino e la sua bellezza su persone comuni e mortali come me.

Healing LoveWhere stories live. Discover now