28- Incatenato

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Pov's Damon

"Buongiorno piccolini"

Un uomo con addosso una maschera bianca si avvicina alle nostre celle.

"Vi ho portato la colazione, ma non so se è di vostro gradimento. Di sicuro non è tipica dei Piers ma non è neanche come quelle della Envair"

L'uomo dalla maschera bianca si avvicina a noi, apre la cella di Caroline e le si avvicina.

Caroline cerca di alzarsi per allontanarsi ma non riesce e rimane seduta.

Giuro che se la sfiora anche solo con un dito gli spacco la catena in faccia.

"Non tentare di scappare, diciamo che sei mezza sedata"ride.

Dio, che voglia che ho di spaccargli la testa a suon di pugni.

"Perché allora mi avete legato se anch'io sono stato sedato?" chiedo facendo cigolare la caviglia con la catena.

"Perché sei piuttosto aggressivo ragazzo mio, a te non basta un sedativo per stordirti"

Non ha neanche il coraggio di farsi vedere in faccia realmente.

"Perché non ne parliamo faccia a faccia?" propongo.

Lui non mi risponde e consegna un vassoio con del pane e dell'acqua a Caroline.

"Su bella principessa non fare la schizzinosa"

"Non ho fame, voglio solo uscire da qui" risponde guardandolo con sufficienza.

La squadra per qualche secondo senza dire nulla. Poi si alza, esce dalla sua cella e la chiude a chiave.

Entra nella mia e rimanendo a debita distanza mi lancia il mio vassoio strisciandolo a terra verso la mia direzione.

"Hai paura che ti azzanni all'improvviso?" chiedo.

"Solo un matto non ne avrebbe in questo caso caro Damon. Ti conosciamo bene, ti abbiamo studiato da tempo. Anzi vi abbiamo studiati da tempo, entrambi. Sappiamo come siete fatti, che caratteri avete, quali sono i vostri punti di forza e quali sono i vostri punti deboli"

Caroline batte le mani applaudendo.
"Wow, vi daranno un Nobel ne sono sicura"

"Ti conviene non fare la simpatica, sai tua mamma non ha preso molto bene la tua scomparsa"

Il volto di Caroline cambia totalmente: la paura e l'agitazione che ero riuscito a far tacere ora sembrano avere preso il possesso del suo corpo.

Si alza di scatto, tenendosi  alle sbarre per non cadere per via dei capogiri che ha.

"Caroline non lo ascoltare" mi sposto verso la sua direzione per quanto riesco.

Ha lo sguardo spaventato e assente, le accarezzo il polso cercando di tranquillizzarla. Sembro riuscirci perché non appena la sfioro, mi stringe la mano. È completamente spaventata, cerca di prendere respiri profondi per calmarsi.

Mi si spezza il cuore a vederla così.
Se solo non fossi legato, se solo potessi uscire da qui e prendere a calci in culo quello stronzo dalla maschera bianca.

Ha nominato la madre di Caroline perché sa che è il suo punto debole più grande.

Lo ha fatto apposta quel bastardo.

"Ride bene chi ride ultimo.
Ci vediamo dopo, vedete di mangiare perché vi servirà energia per ciò che vi aspetta fidatevi"

Per ciò che ci aspetta?

Healing LoveWhere stories live. Discover now