14- Il ballo dei Piers: parte seconda

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Pov's Caroline

"E questa sarebbe una casa?"

Dan guarda la villa Piers davanti a sé rimanendo più che scioccato da tutto lo sfarzo che vede.

"No, un manicomio"mormoro.

"Cerca di controllarti, non siamo ancora entrati e già li stai insultando"

Luke mi ammonisce per la decima volta riguardo al mio comportamento ma non sa quanto vorrei scappare da qui a gambe levate.

Ma chi me l'ha fatto fare.

Tua mamma Caroline, tua mamma.

"Entriamo, ho parcheggiato l'auto e da quello che ho sentito siamo in ritardo" John si sistema la cravatta.

"Perfetto, così faremo l'entrata di scena"Dan si fa coraggio e cammina per primo verso il portone entusiasta per la serata.

Io invece mi guardo intorno cercando una possibile via di fuga.

Se mi butto dietro a un cespuglio, forse non mi noteranno.

"Caroline non ti puoi nascondere dietro a un cespuglio"

"Non invadere i miei pensieri con il tuo potere della mente"indico Luke con l'indice della mia mano.

"Ma quale potere della mente: stavi letteralmente guardando il cespuglio come fosse l'ancora di salvezza della tua vita"

"Ah"arrossisco per la bellissima figura appena fatta.

Cammino velocemente per nascondere il rossore delle mie guance fino ad arrivare davanti al portone dove ci sono Dan e John.

Ricordatemi che per oggi non devo ammazzare l'uomo che dovrei chiamare 'papà'.

"Caroline per entrare penso dovrai stare con tuo padre visto che rappresentate gli Envair" Dan mi ricorda i miei doveri da figlia.

Non puoi scappare Caroline. L'hai promesso a tua mamma che ti saresti comportata bene.

John mi osserva speranzoso mentre io lo guardo scocciata.

Mi avvicino a lui e lentamente lo prendo a braccetto.

"Prova anche a sorridere un po'"

Faccio un sorriso forzato che mostra la mia voglia di ammazzarmi.

"Okay scherzavo, torna come prima"Dan ci rinuncia facendo ridere Luke.

Non posso fare a meno di sentire il profumo di John e di sentirmi meno tesa al suo fianco. È come se quel profumo lo conoscessi già.

"Nome"

"Envair"risponde John.

Una guardia all'entrata ci ferma per vedere se siamo nella lista.

"Se non lo trova non fa niente"penso.

Peccato che dalle occhiataccie che ricevo capisco di non averlo pensato ma di averlo detto.

Giuro che lo sposo se non trova il nostro nome.

"Envair, eccovi qua. Prego e buon divertimento"dice facendoci segno di entrare.

Sospiro delusa facendo ridere John accanto a me.

"Non cambi mai"dice a bassa voce.

Il portone si apre scoprendo una marea di gente che balla a suon di musica e mangia divertendosi.

"Ma dove siamo finiti?"sussurra Dan dietro di me.

"A Riccolandia"rispondo.

Tantissimo cibo e bevande fanno avanti e dietro dalle cucine agli invitati. Musica classica gestita da un'orchestra, tappeti rossi a non finire e luci puntate ovunque.

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