27- Effetto Damon

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Pov's Caroline

Avrei voluto aprire gli occhi e trovarmi nella mia stanza al caldo e al sicuro.

Con Dan che canta a squarciagola Ariana Grande e Luke che lo insulta a morte; con Laura che mi sorride dolcemente mentre mi invita a fare colazione e mi riempie di cibo e di attenzioni.

Avrei voluto vedere questo.

Ma appena apro gli occhi non vedo nulla di tutto ciò.

Vedo solo del buio, tanto buio.

Sforzo i miei occhi cercando di guardarmi intorno e mi accorgo di essere sdraiata a terra in una specie di cella piccolissima.

Per qualche secondo non capisco dove sono e cosa sia successo, poi lo scenario di ieri serq mi torna in mente facendomi venire i brividi.

Damon.

Lui era venuto a salvarmi ma l'hanno preso e l'hanno sedato. Dov'è ora?

Mi alzo di scatto impaurita, ma una dolorosa fitta alla testa mi porta a rannichiarmi di nuovo a terra.

Dev'essere la bevanda che mi ha dato Vanessa. Mi fa malissimo la testa, la sento totalmente scoppiare.

"Ti sei svegliata finalmente"

La voce di Damon mi giunge alle orecchie facendomi alzare lo sguardo.

Intorno a me vedo solo buio pesto, a stento riesco a scorgere le sbarre della cella in cui sono.

"Damon, sei tu? Dove sei? Non ti vedo, non vedo nulla"

Non vedo veramente niente oltre alla cella in cui sono rinchiusa, non c'è nient'altro qui che i miei occhi riescono a vedere. Il che mi mette molta agitazione e ansia.

Ho perso la vista o è il buio a farmi quest'effetto??

"Sono nella cella accanto alla tua, mi hanno legato questi deficienti. Non posso neanche alzarmi e prenderli a sberle" sbotta facendomi girare verso la direzione della sua voce.

Sforzo gli occhi stringendoli ancora di più per riuscire a vedere qualcosa.
Mi avvicino alle sbarre della cella sedendomi a terra.

"Riesci a mandare una mano? Non riesco a vedere nulla"

"Ci credo sei ancora sotto l'effetto della droga di Vanessa" manda la sua mano sfiorandomi il polso delicatamente.

Se non fossimo rinchiusi in una cella questo piccolo contatto non sarebbe mai successo.

Il suo tocco riesce a mandarmi i brividi anche in questa situazione.

Sbatto le palpebre ripetutamente e finalmente riesco a vedere la sagoma della sua mano. È un po' sfuocata ma almeno ora riesco a vederla meglio.

"Non posso fare più di così perché ho una gamba legata al muro" spiega mentre ritrae la mano.

L'hanno legato?

Dei sensi di colpa cominciano a divorare il mio stomaco. Se non fosse per la mia stupidità ora non saremmo qui.

"Sei... Sei arrabbiato?"

"Con te? Una cifra"

Ingoio un groppo di saliva.

Ha completamente ragione, non dovevo andarci da sola.

Appoggio la testa alle fredde sbarre di ferro e lascio un sospiro pieno di paura.

Che faremo ora?
Quei tipi ci lasceranno qui a morte? Ci tortureranno?

Healing LoveWhere stories live. Discover now