Chapter 17

230 25 14
                                    

Calum hood e michael clifford, avevano notato che la vecchietta dei "telefoni comunicatori" era passata per la decima volta a chiedere dei ragazzi nella città sottomarina.

Michael la trovava strana. Prima li aveva aiutati per mettersi in contatto con gli amici e poi continuava a chiedergli delle loro condizioni.

I due continuavano a risponderle che stavano bene, tutti e tre ma quando nominavano il nome della ragazza, improvvisamente il volto le si illuminava. Calum aveva notato che non era tanto vecchia come pensavano. Aveva lunghi capelli castani con striature grigie e la pelle era solcata da alcune rughe vicino le labbra e sulla fronte. Avrà avuto circa cinquant'anni.

- Hey ciao ragazzi!- disse Marthine schioccando un sonoro bacio sulla guancia di Michael.

- Da dove sei sbucata tu?- disse calum porgendogli un bicchiere di frullato al lampone.

- Da dietro il chiosco?- rispose quasi retoricamente.

Ormai Marthine e Michael erano ufficialmente una coppia. Durante il periodo d'assenza di Ashton, avevano chiarito su ciò che provavano l'uno per l'altro e hanno finito col mettersi assieme. Calum intanto, continuava a sostenere di non volersi impegnare in una relazione.

Marthine non sapeva nulla della città sommersa, al contrario di Beatris che era solamente al corrente dell'impresa di Ashton. Mike pensò che ormai non chiamavano gli amici da qualche giorno e che in questi ultimi tempi, avevano continuato a mentire alla donna che continuava a passare curiosa di notizie.

Il ragazzo dai capelli lilla e il moro, non erano ancora a conoscenza dei poteri di Luke e di quello che era capace.

Intanto, Beatris li aveva raggiunti al chiosco, ed aveva ordinato un milk shake al cioccolato. Calum era intento a pulire un bicchiere con uno straccio, così decise di fare da sé.

Nel mettere il latte nel macchinario per mischiarlo con il gelato, Mike colse l'occasione per specchiarsi nello specchio proprio sopra l'aggeggio metallico. Il lilla era quasi andato via del tutto dai suoi capelli e aveva già pensato più volte ad un nuovo possibile colore.

- Ecco a te, Bea- disse porgendole la bevanda. Lei lo ringraziò con un semplice "grazie".

Invece, la sua situazione con Ashton era più complicata. Non avevano avuto tempo per chiarirsi e la loro relazione era ancora un punto interrogativo. Questa cosa le dava fastidio, e non poco.

Nel frattempo, il turno di Michael era finito, così ne approfittò per chiamare gli amici sotto gli abissi.

Uscì velocemente dal chiosco e lasciandosi scompigliare i capelli dal vento caldo, si diresse verso una cabina vuota, così da parlare con più calma e silenzio.

Prese un po della sostanza azzurra dal cofanetto in tasca e lo passò sul piccolo portafortuna metallico.

Come al suo solito, esso emanò un leggero calore, per poi permettergli di sentire le voci che provenivano da Recondita.

***

La stanza in cui si trovava Luke era silenziosa e prevalentemente assorta nel buio. Una piccola rappresentazione di come si sentiva il ragazzo in quel momento.

Si vedeva come un pericolo. Un pericolo per gli altri e per se stesso. Un peso, insomma.

A distoglierlo dai suoi pensieri fu il calore familiare del piccolo quadrifoglio d'acciaio.

- Luke?- il ragazzo riconobbe la voce di Michael dall'altro capo del "telefono".

-Si, sono io- rispose con tono piatto.

- Oh! Ciao amico! Come stai?- beh, cosa avrebbe dovuto dire? "Ho appena rischiato di congelare una delle poche persone a cui tengo veramente e adesso voglio uccidermi ma nel complesso, tutto bene". Bocciò Quell'idea all'istante.

- Mh, bene, tutto sommato -

Continuava a pensare a quello che aveva fatto i giorni precedenti e quei pensieri non gli davano pace. Continuavano a ronzargli in testa ed ogni minimo dettaglio lo riportava a quei terribili momenti.

Era come se una persona si impossessasse del suo corpo e lui fosse costretto a guardare attraverso un vetro. Vedere quella cosa, fare del male e rimanere impotenti, era una sensazione atroce, che gli logorava dall'interno.

Aveva sempre pensato all'acqua come l'elemento più tranquillo dei quattro ma, probabilmente si sbagliava. Ti trascina via mentre lei fa ciò che deve fare. Vince su qualsiasi cosa.

-Bene! Mi fa piacere sentirtelo dire. Qui c'è una tizia che passa in continuazione a chiedere come state. E Karis? Lei come sta?- chiese l'amico con voce allegra.

Luke non sapeva come stava Karis. Probabilmente l'aveva distrutta con quelle parole cariche d'ira.

-Bene, credo.- Non incrociava il suo sguardo da ormai ventiquattro ore. L'aveva vista sparire nella sua camera con gli occhi che minacciavano imminenti lacrime mentre era sorretto dalle braccia di Ashton.

-Oh bene!- adesso stava riempiendo di balle anche uno dei suoi più cari amici. Ottima mossa, pensò sarcastico. Stava distruggendo tutto ciò che aveva creato, perché non distruggere anche se stesso?

-Mike ascolta, non so se riuscirò a tornare in superficie. Ci sentiamo.-

-Cosa? Luke no, aspetta!- ma lui non lo lasciò finire di parlare e strinse il pugno attorno al portafortuna per chiudere la "chiamata".

Spazio autrice 🌈🌈

Hei eccomi qui!

Allora, forse il capitolo è un po' corto e noioso ma è una parte assolutamente fondamentale nella storia e non potevo non scriverlo.

Probabilmente adesso vorrete uccidermi per la parte finale del capitolo LOL ma non vi anticipo nulla 🌚🌝

Lasciate un voto e un commento qui sotto ⬇️⬇️

Se volete che pubblicizzi la vostra storia, contattatemi nei messaggi privati qui su Wattpad 💕

Un bacio 🌹💕

Harrodvs 🌈🌈🌈

Underwater || L.H.Where stories live. Discover now